Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve, di Felix Herngren

Il regista riesce abilmente a fondere realtà e finzione in un viaggio picaresco giocato sugli opposti. L’effetto generale è inevitabilmente spiazzante, per non dire esplosivo. Tuttavia a risultare poco dinamico è il linguaggio stesso della commedia che non va oltre il classico stilema fisico nato con il cinema muto

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Ispirato al best seller omonimo di Jonas Jonasson, Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve racconta la storia di Allan Karlsson (Robert Gustafsson), che nel giorno del suo centesimo compleanno decide di fuggire dalla casa di riposo dove vive da quando ha fatto saltare in aria una volpe che aveva ucciso il suo amato gatto Molotov. Senza una meta precisa, ma con in mano una valigia contenente cinquanta milioni di corone, l’anziano uomo sarà coinvolto in una serie di eventi comici e inaspettati, arricchiti dal ricordo di un passato ancora più bizzarro e rocambolesco.
Il cinema come mezzo di intrattenimento in grado di oltrepassare il confine tra ordinario e straordinario e di rendere credibile, o perlomeno verosimile, lo spettacolo a cui assistiamo. Il film di Felix Herngren va proprio in questa direzione scegliendo un individuo comune e collocandolo in situazioni paradossali. L’effetto generale è inevitabilmente spiazzante, per non dire esplosivo. Allan infatti non è solo il fulcro del racconto ma il catalizzatore di mezzo secolo di Storia (anzi di una possibile storia): cena con il generale Franco dopo averlo salvato da un attentato; collabora al progetto Manhattan aiutando Oppenheimer a realizzare la bomba atomica; si ubriaca con Truman e fa arrabbiare Stalin; finisce in un Gulag insieme al fratello stupido di Albert Einstein; prende parte alla guerra fredda e alla caduta del Muro di Berlino. Il regista riesce abilmente a fondere realtà e finzione in un viaggio picaresco giocato sugli opposti: nonostante tutto ciò che gli accade sia caotico e assurdo, Allan resta impassibile nella sua sincera ingenuità. E Gustafsson, che gode di un’alta considerazione in patria, offre una performance trasformista degna di Leonard Zelig, molto equilibrata e divertente. 

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Tuttavia a risultare poco dinamico è il linguaggio stesso della commedia che non va oltre il classico stilema fisico nato con il cinema muto con tanto di incidenti involontari, gag dittatoriali ed elefanti che sembrano usciti da un Hollywood Party. Senza alcun richiamo alla satira alleniana o all’umanità fantastica burtoniana (e lasciamo stare Forrest Gump), Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve si riduce così a una girandola visiva priva di colori ed emozioni. Riassumibile nel motto esistenziale che la madre di Allen dice al giovane prima di spirare: “La vita è quello che è, e sarà quel che sarà”.

Titolo originale: Hundraåringen som klev ut genom fönstret och försvann

Regia: Felix Herngren
Interpreti: Robert Gustafsson, Iwar Wiklander, David Wiberg, Mia Skäringer, Jens Hultén
Origine: Svezia, 2014
Distribuzione: Eagle Pictures

Durata: 105’

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