We Are the Best, di Lukas Moodysson

 We are the best
A distanza di quindici anni dal successo d'esordio Fucking Amal, lo svedese  Lukas Moodysson, dopo la breve parentesi stilistica e contenutistica di Mammoth che l'ha visto aggirarsi, lontano dalla propria patria, nel mondo degli adulti, torna tra gli adolescenti, i colori, le quotidianità e le follie della Svezia

--------------------------------------------------------------
CORSO DI SCENEGGIATURA ONLINE DAL 6 MAGGIO

--------------------------------------------------------------
We are the bestBobo e Klara, al cui duo si aggiungerà presto anche la poco più grande Hedvig , sono due attivissime ragazze tredicenni che, nel 1982 a Stoccolma, decidono di formare una band punk. Per far questo sfidano con tanto di capelli corti a spina e maglioni larghi quelle compagne di classe la cui borghesia si manifesta attraverso vaporose acconciature bionde accompagnate da vestitini color confetto, e poi ancora impavide affrontano il mondo dei sedicenni, quello degli adulti e il mondo in generale, in nome della musica e dell'amicizia. Per farlo, però, devono imparare a suonare e ad affrontare nuove situazioni tra le quali primeggia l'atteso concerto d'esordio.

Tratto dal graphic novel di Coco , moglie del regista che incarna se stessa in una delle tre protagoniste, We are the best si confronta con alcune delle questioni più caratteristiche del mondo dei giovanissimi quali la nascita e il perseguimento delle proprie passioni, il riconoscimento della propria individualità e la conseguente difficoltà ad essere accettati dagli altri – soprattutto se non si è convenzionali -, i primi interessi amorosi, l'incomunicabilità con dei genitori sempre più insopportabili e folli. 
La prima parte del film è travolgente, la macchina da presa quasi non riesce a star dietro alla vitalità delle ragazze, le insegue di continuo facendo in modo che siano costantemente al centro della scena – della quale occupano quasi sempre il primo piano -, spostandosi, allontanandosi e avvicinandosi con gran rapidità; nella seconda parte il ritmo precedentemente ben costituito a tratti sembra stagnarsi, distratto dalle dinamiche interne di un racconto che segue la sottotrama dell'incontro con l'altro sesso, con tanto di invidie e gelosie che fanno irruzione in un'amicizia che tornerà ad avere il sopravvento. 
Grande protagonista è naturalmente la musica, spesso anch'essa tredicenne: il punk non è morto, si urla che lo sport fa schifo, si loda la Svezia, si dice che Dio non esiste alla faccia di tutti quelli che non vogliono capirlo.. insomma ci si sfoga, si impara a suonare suonando. 
Grande prova è quella delle giovani protagoniste Mira Barkhammar, Mira Grosin, Liv LeMoyne che, tra improvvisazioni e divertimenti sinceri, riescono a reggere la pressione della macchina da presa sui loro giovani volti.
Quasi un ritorno alle atmosfere dell'esordio (comprese camerette domestiche, strade e tipi umani), tuttavia non sorretto da una tematica altrettanto potente da poter sopravvivere oltre i 102 di godibile intrattenimento.

 
Titolo originale: Vi Ar Bast
Regia: Lukas Moodysson
Interpreti: Mira Barkhammar, Mira Grosin, Liv LeMoyne, Johan Liljermark, Mattias Wiberg
Origine: Svezia, Danimarca 2013
Distribuzione: Bim
Durata: 102'

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------
--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array