Rompicapo a New York, di Cédric Klapisch

Rompicapo a New York

Il regista si concentra sulla generazione di giovani cresciuta in un’Europa ricca di stimoli e libera da pregiudizi che è costretta per necessità “globali” a spostarsi dal Vecchio al Nuovo continente. Non si tratta però di una versione moderna e disillusa del sogno americano. I personaggi si adattano con estrema naturalezza a qualsiasi contesto, in una New York che diventa la protagonista collettiva della storia

--------------------------------------------------------------
CORSO COMUNICAZIONE DIGITALE PER IL CINEMA DALL'11 APRILE

--------------------------------------------------------------

Rompicapo a New YorkNel 2002 Cédric Klapisch aveva raccontato l’esperienza Erasmus di Xavier, uno studente universitario francese che trascorre un anno a Barcellona, in una quotidianità frenetica e al tempo stesso formativa. Tre anni dopo era tornato nelle vesti di scrittore poco affermato e tormentato dall’amore, che rincorreva tra Londra e San Pietroburgo. In quest’ultimo capitolo Xavier, ormai alla soglia dei quaranta, è alle prese con una vita oltremodo complicata, una situazione sentimentale instabile e un futuro geografico-professionale incerto. Sua moglie Wendy lo ha lasciato per un ragazzo americano e si è trasferita a New York insieme ai figli. Xavier decide quindi di partire alla volta della metropoli, dove incontra la sua vecchia amica Isabelle, si sposa con una sconosciuta per ottenere la cittadinanza, lavora in nero come fattorino, si imbatte nella sua prima fidanzata Martine, trovando (forse) un lieto fine per sé e il suo romanzo. 

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

Con L’appartamento spagnolo, Bambole russe e Rompicapo a New York (in realtà il titolo originale è Rompicapo cinese), Klapisch si concentra sulla generazione di giovani cresciuta in un’Europa ricca di stimoli e libera da pregiudizi che è costretta per necessità “globali” a spostarsi dal Vecchio al Nuovo continente. Non si tratta però di una versione moderna e disillusa del sogno americano. I personaggi di Xavier (Romain Duris), Martine (Audrey Tautou), Wendy (Kelly Reilly) e Isabelle (Cécile de France) si adattano con estrema naturalezza a qualsiasi contesto, dal caos etnico di Chinatown al groviglio burocratico degli uffici legali fino all’intricata rete sotterranea che collega tutte queste realtà. New York diventa la protagonista collettiva della storia, metafora della nevrosi e del disordine che corrono lungo il geometrico sistema stradale di streets e avenues. “La vita per la maggior parte della gente è un tragitto che va dal punto A al punto B, ma per me non è così. Io ho il problema con il punto B”, dice Xavier che tenta di ricomporre, attraverso la scrittura, il puzzle della propria esistenza, costellata di divorzi, matrimoni improvvisati, convivenze fortuite, paternità involontarie e famiglie allargate. Il regista francese si diverte a giocare con il suo personaggio condividendone le fantasie (le apparizioni di Hegel e Schopenhauer), i ricordi (il passato con Wendy) e le assurdità (la corsa contro il tempo e lo scambio di ruoli già visti ne L’appartamento spagnolo). Il delirante impianto visivo e narrativo, che nei film precedenti faceva largo uso di split screen, ralenti, accelerazioni e di un montaggio non lineare, sembra qui attenuarsi in relazione alla crescita personale del protagonista, al suo bisogno di un’identità in quanto uomo.

D’altro canto Rompicapo a New York porta avanti una riflessione sul processo creativo e in particolare sul dualismo tra realtà eRomain Duris finzione come meccanismo in grado di alterare la percezione degli eventi. Un tema affrontato con esiti drammatici nei film di Ozon (Angel e Nella casa) e in misura diversa, potremmo dire nostalgica, nella trilogia romantica di Linklater (curioso che Xavier e Jesse siano entrambi scrittori e che i loro romanzi racchiudano la loro vita). Klapisch invece fa di questo scarto non solo un espediente comico di elevato potenziale ma anche un raffinato discorso metacinematografico sull’happy ending che trascende la concezione classica per approdare a derive culturali insolite ma pur sempre ottimistiche.

Titolo originale: Casse-tête Chinois
Regia: Cédric Klapisch
Interpreti: Romain Duris, Audrey Tautou, Cécile de France, Kelly Reilly
Origine: Francia, USA, Belgio 2013
Distribuzione: Academy Two
Durata: 118’

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array