Tre tocchi, di Marco Risi

tre tocchiUna visione struggente, a tratti grottesca, della materia di cui sono fatte le mura contro cui sbatte la testa chi vuole cercare le entrate di Roma. Sospesa tra grazia formale e quell'incredibile respiro che spesso senti aprirsi nel cinema di Risi, in equilibrio tra mille toni frullati insieme. Da far saltare poi per innervare il film di una pazzesca sensazione di familiarità con il quotidiano e disperato balletto di queste esistenze, di questi amori, di queste amicizie

--------------------------------------------------------------
CORSO SCENEGGIATURA CINEMA E TV, in presenza o online, NUOVA DATA DAL 27 MARZO
--------------------------------------------------------------

Non è una visione del cinema italiano, del suo ambiente, della sua “situazione”, quella che Marco Risi ci restituisce con questo suo intimissimo film di provini, monologhi da imparare, incontri con agenti e wokshop con coach d'oltreoceano. E' una visione, a tratti struggente, a tratti grottesca, a tratti potentissima, delle rovine di un immaginario definitivamente parcheggiato fuori dal tempo, in cui possono convivere la sedia da regista abbandonata di Fellini e un testo di Sam Shepard, Le cinque rose di Jennifer e Marilyn in camera con Clark Gable, Joe Pesci e una grossolana fiction strappalacrime in tv, La valigia dell'attore di De Gregori e Ridi, Pagliaccio intonata in uno spogliatoio da una squadra di calcio caciarona e vincente.

--------------------------------------------------------------
IL NUOVO #SENTIERISELVAGGI21ST N.17 È ARRIVATO! in offerta a soli 13 euro

--------------------------------------------------------------

Ogni cosa è distante dall'altra non più di tre tocchi, pare dirci Risi, come le mille lingue inventate da uno degli attori protagonisti, Massimiliano Benvenuto, costretto per campare a fare l'imbonitore per turisti fuori da un ristorante a Piazza Navona. Da questo punto di vista, è un film vertiginosamente vicino alle riflessioni dell'ultimo Ferreri, al di là dell'ossessione per i personaggi en travesti, della relazione morbosa tra Antonio Folletto e Ida Di Benedetto, o dei sogni mostruosamente proibiti di Emiliano Ragno con le star del cinema nostrano di oggi (la ritornante Valentina Lodovini sarebbe stato un precisissimo corpo ferreriano), ma soprattutto pensando alla bellissima sequenza marina vicina al finale, davvero una sospensione tra le più alte del cinema di Risi.
Questa, uno di quei momenti appunto sospesi tra grazia formale e quell'incredibile respiro che spesso senti aprirsi nel suo cinema, in cui Risi riesce nel miracolo di mantenere un equilibrio tra i mille toni frullati nel suo film (tutti insieme, da quelli leggeri a quelli sognanti a quelli più oscuri, li tiene la traiettoria disegnata dallo strepitoso Vincenzo De Michele). Altre volte quell'equilibrio sarà fatto saltare senza troppe remore, per innervare il film di una pazzesca sensazione di familiarità con il quotidiano e disperato balletto (ecco, vedessimo la sequenza del pusher ballerino inserita nel film di qualche altro “autore”, avremmo già sentito le mani spellarsi dall'applauso sui titoli di coda) di queste esistenze, di questi amori, di queste amicizie. 

E davvero pare giustissimo che sia lo stesso autore a infilare nella struttura una sequenza di chiaro autorimando, che pare rimasta fuori da Fortapasc o dal fenomenale Cha Cha Cha, quella della sventata esecuzione notturna di Leandro Amato nel magazzino con gli scagnozzi napoletani. Solo che la pistola è mimata con le dita allungate della mano, e i presunti killer sembrano recitare il proprio ruolo di malamente: il gioco è chiaramente anche quello di un copione da portare a memoria, e da ripetere sempre uguale comprese le imprecisioni grammaticali, che diventa un film espanso in cui puoi incappare giusto uscendo di casa. Un confine labile tra le immagini che dal cinema sono esondate per strada (Romanzo Criminale viene citato in doccia insieme ad Amleto), e certi litigi di coppia che sembrano dialoghi di un testo drammatico.
Marco Risi racconta così sul serio di che materia siano fatte le mura contro cui sbatte la testa ancora e ancora chi vuole cercare le entrate di Roma: il suo è un film preziosissimo e decisivo, che conferma una via al cinema tra le più personali di uno scenario che vive per l'appunto di autoalimentazione forzata, ma senza toccarsi per davvero mai.

Regia: Marco Risi
Interpreti: Massimiliano Benvenuto, Leandro Amato, Emiliano Ragno, Vincenzo De Michele, Gianfranco Gallo, Valentina Lodovini, Paolo Sorrentino, Francesca Inaudi, Ida Di Benedetto, Matteo Branciamore, Jonis Bascir, Luca Argentero, Marco Giallini, Claudio Santamaria, Maurizio Mattioli
Origine: Italia, 2014
Distribuzione: Ambi Pictures
Durata: 100'

 

--------------------------------------------------------------
CORSO COLOR CORRECTION con DA VINCI, DAL 5 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative