Onde Road, di Massimo Ivan Falsetta


Falsetta gioca con il linguaggio cinematografico creando un’estetica retro-avanguardista, che getta lo spettatore in un presente (non poi tanto) distopico da cui emerge un passato perduto fatto di gente comune che con mezzi scarsi e improvvisati ha inventato nuovi modi di comunicare. Onde Road ribalta le regole classiche inserendo il documentario in una storia di finzione

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Si sente spesso dire che il cinema italiano è ingabbiato in certi codici o generi, forse più interessato a un facile ritorno economico che a tentare nuove strade di sperimentazione e ricerca. Esistono poi le eccezioni che viaggiano sulle frequenze dell’originalità. Da questo punto di vista Onde Road ribalta le regole classiche inserendo il documentario in una storia di finzione che, come suggerisce il titolo, ripercorre sotto forma di road movie la nascita e la diffusione delle radio libere in Italia, un fenomeno che ha interessato il nostro paese dalla seconda metà degli anni ’70.

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Un nemico invisibile minaccia le radio moderne. Improvvisamente tutte le trasmissioni vengono interrotte e una speaker clandestina, nascosta in qualche località remota della Calabria, diffonde vecchie registrazioni di programmi radiofonici. Il capo della censura futuribile assolda la sua migliore agente, Barbara Bi, per trovare e punire i colpevoli. A bordo della sua Alfa Romeo Spider andrà alla ricerca di indizi che le permetteranno di risalire a quella voce misteriosa. 

Massimo Ivan Falsetta
, regista di spot, film e videoclip, gioca con il linguaggio cinematografico creando un’estetica retro-avanguardista, che getta lo spettatore in un presente (non poi tanto) distopico da cui emerge un passato perduto fatto di gente comune che con mezzi scarsi e improvvisati ha inventato nuovi modi di comunicare. Dj Phantom, Tony King, Giuliana Zangaro, Frank Teti, il duo comico Battaglia e Miseferi sono solo alcune delle testimonianze di quella rivoluzionesociale, musicale e informativa, iniziata dal basso che ha permesso la rapida diffusione di canali alternativi e concorrenziali rispetto al monopolio detenuto fino ad allora dalla Rai.
In modo simile a Radiofreccia e a Lavorare con lentezza, entrambi ambientati in una città del reggiano, Onde Road sceglie una prospettiva privilegiata, mostrando il lato più sconosciuto e intraprendente di una regione culturalmente ricca di tradizioni, ma spesso associata alle pagine di cronaca nera. L’intento non è solo nostalgico o celebrativo: pur rievocando miti e personaggi di un’epoca storica per le radio, come Federico l’Olandese Volante, Awanagana e gli argentati Rockets (che firmano la colonna sonora), il film pone inevitabilmente un confronto immediato con la realtà attuale, dove l’innovazione e la fantasia sono appannaggio di poche emittenti.

Purtroppo il risultato non è del tutto coerente con le premesse. Se da una parte la messa in scena di Falsetta tenta di riprodurre quel flusso caotico e straordinario attraverso soluzioni stilistiche volutamente amatoriali, dall’altra le interviste ai protagonisti non sono sempre inserite in maniera funzionale all’economia del racconto, che finisce per avere una struttura frammentata con sequenze eccessivamente lunghe o dispersive.


Regia: Massimo Ivan Falsetta
Interpreti: Federico l’Olandese Volante, Awanagana, Fabrice Quagliotti, Barbara Cambrea, Francesca Zavettieri, Battaglia e Miseferi
Origine: Italia, 2014
Distribuzione: Distribuzione Indipendente
Durata: 100’

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