(unknown pleasures) James Franco a Roma: "Tar" & "Dream"

James Franco in Tar
Una nuova rubrica di Sentieri Selvaggi, dove recuperare e riportare alla luce visioni passate troppo velocemente nelle maratone festivaliere, oppure sorprese nascoste . Continuiamo a rispolverare le sortite festivaliere di James Franco: oggi è la volta dei due progetti portati al Festival di Roma

--------------------------------------------------------------
CORSO COMUNICAZIONE DIGITALE PER IL CINEMA DALL'11 APRILE

--------------------------------------------------------------

Tarwe were going to perish of all this, if not now, then soon, if not soon, then someday

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

Immagini oniriche, surreali, introducono con un piano sequenza lungo un minuto in un mondo interiore e privato, che poi si ritrova in Tar, seppure con toni del tutto diversi. Dream, il brevissimo corto di James Franco, emerge dai più profondi luoghi della mente attraverso immagini accese, vivide nella loro ispirazione magrittiana, in un percorso che conduce a una finestra sul Grand Canyon. Un ultimo iconico fotogramma, una vera e propria dichiarazione d'amore, che si schiude in tutta la sua potenza su un immaginario cinematografico impresso nella mente degli spettatori di ogni epoca. Il cinema stesso è fatto di sogni.

Ben diverso è, invece, il mondo interiore di C.K. Williams, poeta americano dalla cui opera è ispirato questo film collettivo. Qui le immagini prendono vita dalle parole delle poesie, declamate direttamente da Williams, presagi di morte nel quotidiano, nei piccoli gesti e nelle esperienze di vita. Memorie che tornano a galla, stimolate da un dettaglio, momenti del passato che assumono nuovo significato in un flusso di immagini la cui unica logica è quella dell'associazione di idee. Tre le figure femminili che tornano più e più volte nei suoi ricordi, che hanno segnato la sua esistenza, muse ispiratrici: la madre, eterea, distante ed enigmatica, colta nella luce del sole; la bambina, amore infantile segnato dalla purezza della natura autunnale; la moglie, terrena e vicina, ancorata al presente. Tre donne a cui si contrappone la violenza degli uomini, la loro assenza, la vita stessa nella sua brutalità. Ma tutto, anche le sue muse, parlano di morte. Ogni immagine si fa testimone della decandenza umana, della sua inevitabile e necessaria mortalità, che ci ricorda che la fine è vicina, dalle foglie morte che fanno da cornice all'amore infantile all'oscurità di un amore proibito, il cavallo che a fatica trae il suo ultimo respiro come il migliore amico che arranca affannato sulla collina, dall'autodistruttività dei party a base di droghe e alcool fino all'evento che più di ogni altro avvicina la morte, il disastro nucleare a Three Mile Island, vicinissima alla casa in costruzione del poeta. L'angoscia interiore, il suo male di vivere si esteriorizza così, in maniera quasi catartica, attraverso quelle immagini mostrate in televisione. Un'eplosione/implosione che circolarmente riporta proprio alle parole da cui tutto è nato. Alla fine resta la poesia, traccia indelibile di quel percorso mentale così personale che le immagini ci hanno mostrato. 

 

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative