Le verità nascoste, di Robert Zemeckis
Bisognerà rivederlo quest'ultimo incredibile gioiellino prodotto dalla fertile immaginazione di Robert Zemeckis, perché – come tutti i suoi altri film – What Lies Beneath si presenta con diverse stratificazioni, disponibile ad essere fruito come magnifico puro thriller, ma anche come maledetta trappola dell'immaginario odierno. Il gioco e lo sguardo critico sul mondo, quello americano in particolare, il suo mondo, il mondo "dominante". Il gioco è sulla famiglia "perfetta" americana, quella benestante, vincente, affermata, con belle case e figli nei college. In questo luogo "sicuro" Zemeckis pianifica il suo gioco al massacro, trasformando la tranquilla vita familiare in un incubo ironico e fintamente "psicologico". Già, perché tutta la prima parte del suo film lavora sulla disvelazione di una finta realtà. Claire immagina o vede realmente gli orrori dai quali è terrorizzata? E il vicino di casa ha davvero massacrato la moglie come in un remake de La finestra sul cortile? Sarebbe troppo facile e ossequioso nei confronti del referente hitchcockiano limitarsi, per Zemeckis, alla pura forma del racconto nero (anche se lo esercita con una sapienza di stile e di ritmo che lo spettatore sobbalza sulla poltrona). Oggi osservare gli altri e immaginarli come dei criminali non è più tanto anormale, in fondo (si veda il bellissimo The Burbs, inedito di Joe Dante dove Tom Hanks si immaginava dei vicini crudeli assassini e veniva deriso da tutti prima di scoprire di avere incredibilmente ragione…). Ma forse, suggerisce inquietantemente il film, potremmo pure dare un'occhiata dentro la nostra casetta felice, e magari scoprire lì dei terribili misfatti. E qual è la ragione di questi orrori familiari? Proprio la protezione di quello "statuto familiare", il "modo di vivere americano" corrotto dai piaceri della carne. Ma al di là del doppio gioco dentro/fuori quello che Zemeckis sembra mettere in gioco è proprio il livello di artificiosità e finzione su cui appare costruita la famiglia attuale, luogo di nascondigli dei sentimenti, di oppressione individuale ma anche di ricerca di una pianificazione (sociale) della propria vita quotidiana. Dagli anni cinquanta a oggi il conflitto è uscito e rientrato più volte dalla famiglia e oggi questo piccolo grande film sembra, divertendosi e giocandoci, ricacciarlo fuori (da dentro) una volta per tutte. E indovinate un po' chi è che oggi, meglio attrezzata al conflitto tra le mura domestiche, vince la partita? La prossima guerra mondiale sarà giocata li, in questo conflitto che ormai sembra proprio insanabile…
Federico Chiacchiari