CANNES 66 – Incontro con Jia Zhang-Ke e Jiang Wu per "A Touch of Sin"


Jia Zhang-ke
 torna dietro la mdp per una storia (o meglio un coacervo di storie) "di finzione" e porta in Concorso questo suo capolavoro, A touch of sin, pazzesco testacoda che rimette in ballo per intero il proprio cinema, corto circuito di tutta una tradizione di messinscena della violenza che parte e ritorna addirittura dal teatro dell'opera cinese per attraversare tutti i generi popolari. Con lui un volto celebre del cinema cinese, Jiang Wu

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Jia Zhang-ke torna dietro la mdp per una storia (o meglio un coacervo di storie) "di finzione" dopo la fulgida stagione dei suoi meravigliosi documentari (come Useless, 24 city, I wish i knew) e porta in Concorso a Cannes 2013 questo suo capolavoro, A touch of sin, pazzesco testacoda che rimette in ballo per intero il proprio cinema, corto circuito di tutta una tradizione di messinscena della violenza che parte e ritorna addirittura dal teatro dell'opera cinese per attraversare tutti i generi popolari, immergendo i toni azzarderemmo quasi action di Yu Lik-wai nelle abituali macerie postindustriali di sangue operaio da cui si origina lo sguardo del cineasta. Con lui un volto celebre del cinema cinese, Jiang Wu (fratello del regista di The sun also rises e Let the bullets fly).

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Quanto è legata la violenza di questo film alla situazione mondiale di crisi economica?

Zhang-ke: Recentemente ho iniziato a interessarmi con preoccupazione crescente a tutta una serie di incidenti violenti che stanno succedendo in Cina, simili alle esplosioni di violenza che si vedono nel mio film: ho pensato che il cinema fosse un mezzo adatto per riflettere sui motivi che portano una persona a reagire in maniera così estrema. 

Come si è comportato con il problema della censura nel sistema-cultura cinese?

Zhang-ke: Come artista sono dedito alla preservazione della libertà di espressione e cerco di non autocensurarmi mai. Subito dopo, cerco sempre il modo per fare sì che il più alto numero possibile di spettatori cinesi possa accedere al mio film.

Jiang Wu, com'è lavorare sul set con Jia?

Jiang Wu: Zhang-ke usa un linguaggio molto semplice sul set per spiegare le sue idee sulla scena da girare, e in questo modo è stato capace di farmi entrare completamente nel'identificazione con il mio personaggio, una sorta di eroe vecchio stile in cerca di giustizia e vendetta per raddrizzare i torti sociali.

E' la sua prima volta a Cannes, giusto?

Jiang Wu: finalmente mio fratello Jiang Wen non è più l'unico attore in famiglia ad essere stato qui! Per me A touch of sin è un dono dal cielo, perché è anche la mia prima volta da attore protagonista in un ruolo drammatico. Spero che il film vinca la Palma d'Oro, e magari di portare a casa un premio anch'io!

Qual è infine il peccato di cui si parla nel titolo internazionale del film?

Zhang-ke: L'uso della parola "peccato" nella traduzione inglese è un po' riduttivo: questo film racconta di quattro personaggi ma si tratta di una sola storia: c'è un legame sotterraneo che unisce ogni vicenda, un po' come nella vita vera. E' chiaro che alla base di tutto c'è l'idea di un Destino Celeste che decide ogni cosa sulla Terra.

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