CANNES 66 – Incontro con Hirokazu Kore-eda per “Like Father, Like Son”

CANNES 66 - Incontro con Hirokazu Kore-eda per “Like Father, Like Son”Il regista giapponese Hirokazu Kore-eda torna a Cannes per la quarta volta per presentare il suo ultimo film: Like Father, Like Son (Soshite Chichi Ni Naru), accompagnato dai due giovani interpreti del film e da alcuni membri del cast tra cui Masaharu Fukuyama, Machiko Ono e Lily Franky. La famiglia e il rapporto tra padre e figlio sono al centro della storia, che segue con estrema delicatezza e la vita di due famiglie, lontanissime tra loro per estrazione sociale ma legate indissolubilmente da un vincolo di sangue

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CANNES 66 - Incontro con Hirokazu Kore-eda per “Like Father, Like Son” Il regista giapponese Hirokazu Kore-eda torna a Cannes per la quarta volta per presentare il suo ultimo film: Like Father, Like Son (Soshite Chichi Ni Naru). La famiglia e il rapporto tra padre e figlio sono al centro della storia, che segue con estrema delicatezza e la vita di due famiglie, lontanissime tra loro per estrazione sociale ma legate indissolubilmente da un vincolo di sangue.
 

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Hirokazu Kore-eda era presente in sala con i due giovani interpreti del film e alcuni membri del cast tra cui Masaharu Fukuyama, Machiko Ono e Lily Franky.

 

Non è la prima volta che la famiglia è al centro della scena. Cosa le interessa nel nucleo familiare giapponese?
Hirokazu Kore-eda: La famiglia non è l’unico tema di cui mi occupo ma ammetto di usarlo spesso. Dopo aver perso i miei genitori, sono diventato padre e la mia posizione è improvvisamente cambiata da quella di figlio a quella di padre. Anche nel film le posizioni dei protagonisti cambiano e, come i bambini, anche gli adulti crescono nel tempo. Per questo voglio continuare ad approfondire questo argomento. 

Nei film non c’è alcun giudizio o conclusione scontata sulle due famiglie. Cosa ha motivato la scelta di due nuclei familiari così’ diversi tra loro dal punto di vista sociale?
Hirokazu Kore-eda: Il mio obiettivo era concentrarmi sul personaggio principale, che è un uomo molto orgoglioso di sé stesso e della sua posizione, e creare un contrasto evidente con l’altra figura paterna. Un padre è un vincente, mentre l’altro può essere considerato un perdente. Quindi non era mia intenzione rappresentare due famiglie lontane socialmente e mettere in scena le loro differenze sociali, ma creare un personaggio in netto contrasto con il protagonista. Volevo che l’incontro tra i due fosse scioccante e che la totale opposizione con l’altro padre creasse un vero e proprio shock mentale nel protagonista. 

In Like Father, Like son ci sono dei richiami alla filosofia di After Life?
Hirokazu Kore-eda: Non ho pensato ad After Life mentre ho realizzato questo film ma la domanda mi fa tornare alla mente l’ultima scena del film, quella in cui le due famiglie si incontrano e non si sa chi è figlio di chi. L’ambiguità e l’incertezza della scena danno vita a una nuova sensibilità. Quando giro un film, non lo faccio per mandare al pubblico un messaggio preciso, ma semplicemente perchè voglio farlo. La risposta del pubblico e le loro reazioni al film una volta che l'hanno visto, mi da delle conferme su ciò che volevo creare. Imparo molto del pubblico. Non voglio imporre particolari significati, mi limito ad attendere delle conferme. 

Come è stato lavorare con dei bambini così piccoli? Come hanno vissuto un lavoro così impegnativo?
Hirokazu Kore-eda: Abbiamo girato le scene senza sottoporre il copione ai due giovani interpreti ma ciò nonostante non abbiamo avuto difficoltà con i dialoghi. Sono stati loro stessi a suggerire le battute e ho tenuto tutte le domande che spontaneamente si ponevano. Hanno vissuto le riprese in modo naturale e io stesso ho scritto il film seguendo la loro personalità, così da fargli vivere questa esperienza con più naturalezza possibile. Come nell’improvvisazione musicale, a un certo punto non era più possibile distinguere tra finzione e realtà.

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