SPECIALE HORROR – Europa 2° parte: UK, Spagna

SPECIALE HORROR EUROPEO – 2° parte: Uk, Spagna

Continua il nostro viaggio sullo stato del cinema horror e di genere in Europa (la prima parte: Francia e Belgio). Regno Unito e Spagna puntano soprattutto sulla commedia nera, pure con due diverse concezioni dell'umorismo; ma non mancano episodi oscuri e disperati che trovano nella solitudine metropolitana e nello squallore della vita dei sobborghi i germi della violenza e della follia

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SPECIALE HORROR EUROPEO – The Living and the Dead, di Simon RumleyNel Regno Unito, un nome su cui continuare a scommettere è quello di Simon Rumley, dedito a un cinema molto personale, che esplora la follia, la vecchiaia, la mortalità (il disturbante The Living of the Dead, 2006) la solitudine e la promiscuità sessuale (Red White and Blue, 2010) il suo episodio, Bitch, è senza dubbio il migliore dei tre presenti nella recente antologia horror Little Deaths (2011).

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L'antologia tematizza i convulsi rapporti di potere nelle coppie, il nesso tra sessualità e violenza, il "lato oscuro nelle relazioni", dove lo spargimento di sangue è funzionale soltanto in riferimento ad esperienze reali: "L'horror più sfrenato impallidisce al confronto con quanto è estrema la vita reale", come teorizzavamo nella prima parte di questo viaggio nell'horror contemporaneo. E Rumley, in Bitch, ritrae due ventenni londinesi ormai assuefatti ai giochi sadomaso, in un vuoto e una noia che fanno quasi più male del crudele epilogo.

Fa gola – proprio per le indubbie capacità di Rumley di trasformare la realtà quotidiana in uno spazio senza controllo – sapere che il suo prossimo progetto potrebbe essere un adattamento di Cadavere squisito, romanzo di culto (leggermente sopravvalutato) di Poppy Z. Brite dove necrofilia e cannibalismo vengono descritti dal punto di vista di chi li esercita.

SPECIALE HORROR EUROPEO – Mum and Dad, di Steven SheilPer ora il regista inglese ha realizzato British and Proud, ultimo episodio della serie Tales from Beyond the Pale, fantastico esperimento, particolarmente nostalgico in tempi digitali, di radiodramma horror ispirato ai classici programmi di Alfred Hitchcock, Boris Karloff, Peter Lorre e Orson Welles, che ha visto tra l'altro coinvolto anche un protetto di Eli Roth, Paul Solet, autore del non banale Grace (2008) e Larry Fessenden (Wendigo, The Last Winter) come produttore. Rumley progetta inoltre due nuovi film: Skin, storia di una donna dipendente dagli interventi chirurgici e dall'attrazione per chi li compie, e Stranger, "un mix tra Duel e Lost in Translation" con protagonisti due venture capitalist statunitensi in viaggio per affari nel cuore della Cina rurale.

Sempre grottesco e davvero brutale, ma meno malinconico e più scontato dell'universo di Rumley, è quello di Steven Sheil, che ha esordito nel 2008 con il godibile Mum and Dad, a basso budget e ispirato a un fatto di cronaca che vide come protagonisti i coniugi West, i quali per hobby torturavano e uccidevano ragazze sconosciute e abusavano delle proprie figlie. Donkey Punch (2008) di Oliver Blackburn e Dread (2009) di Anthony DiBlasi sono altri due tentativi, meno riusciti, di rinvigorire il genere in UK.

SPECIALE HORROR EUROPEO – Eden Lake, di James Watkins Si è perso per strada il James Watkins di Eden Lake (2008) con un Michael Fassbender ancora poco conosciuto, storia di un idillio bucolico che si trasforma in incubo: su un canovaccio convenzionale, riusciva a creare una tensione eccellente e giocava con la minaccia dei ragazzini selvaggi intuiti in Ils (più o meno le stesse coordinate del recente Come Out And Play (2012) del misterioso regista russo Makinov, che fa il verso tanto a I figli del grano di Stephen King quanto al cult del 1976 Ma come si può uccidere un bambino di Narciso Ibáñez Serrador). In seguito Watkins si è rifugiato in un sequel (The Descent: Part 2) e nel deludente manierismo di The Woman in Black (2012).

Invece, promette bene Gerard Johnson, regista di Tony (2009) ambientato nei sobborghi di Londra, dove i protagonisti sono prima di tutto lo squallore e la solitudine di una vita isolata in una grande città, condizione che finisce per sposarsi con l' attitudine del nostro eroe all'uccisione seriale.

SPECIALE HORROR EUROPEO – Tony, di Gerard JohnsonIl bravo protagonista, Peter Ferdinando, è anche nel cast di A Field in England: atteso nuovo lungometraggio di Ben Wheatley, uno dei nomi più interessanti del panorama britannico. Sarà una cavalcata psichedelica ambientata durante la guerra civile inglese e merita la visione fin dal trailer. Dopo Down Terrace (2009) e soprattutto Kill List (2011) spiazzante, con due ottimi attori nei panni di killer proletari che piano piano vengono trascinati in una vicenda intricata, tra follia e complotto, con echi di The Wicker Man (1973) di Robin Hardy. Ma Wheatley si è dimostrato molto abile anche con Sightseers (2012) presentato a Cannes 65 e giustamente vincitore di numerosi premi – in parti eguali, equilibratissime, commedia e humor nero, un po' alla Louise Michel.

Wheatley è peraltro uno dei pochi registi inglesi chiamato a contribuire all'antologia horror The ABCs Of Death (2012, dove compare anche un corto del serbo Sr?an Spasojevi?, regista del contestato Srpski film e per ora inattivo – sui film provenienti dall'Europa dell'Est, soprattutto horror, bisognerà prima o poi concentrarsi) e i britannici sono quasi assenti anche in Theatre Bizarre e V/H/S/ (e relativi sequel) altre due recenti antologie, l'una barocca e l'altra sanguinolenta, l'altra riflessione metafilmica sugli espedienti dei found footage horror movies.

SPECIALE HORROR EUROPEO – Black Death, di Christopher SmithProbabilmente deve ancora girare il suo capolavoro Christopher Smith, e ci riuscirà se si concentra su uno stile che tutto sommato è abbastanza personale. Escludendo Creep (2004), piuttosto scontato, Severance (2006) è un tentativo interessante di coniugare ancora una volta i problemi della contemporaneità – in questo caso la paura del licenziamento – con il survival movie, il successivo Triangle (2009) gioca con intelligenza con i paradossi temporali e l'incursione nelle pestilenze (sopran)naturali del Medioevo di Black Death (2010) presenta atmosfere seducenti.

Edgar Wright, nato in una piccola cittadina del Dorset, autore di una delle migliori commedie horror degli ultimi anni, Shaun of the Dead, per ora esplora un altro suo amore: la science fiction, cantando la fine del mondo assistito da un manipolo di eroi pronti a tutto, soprattutto a ubriacarsi, ma anche a salvare l'umanità e a riconoscere che l'adolescenza è finita per sempre: The World's End.

SPECIALE HORROR EUROPEO – Sudor frío, di Adrián García BoglianoPer quanto riguarda l'Irlanda, all'ultimo Torino Film Festival nella sezione Rapporto Confidenziale abbiamo visto Citadel (2012) di Ciarán Foy, variazione sul tema "innocenti & mutanti" con sottofondo sociale, non del tutto riuscita ma interessante. Di recente è riapparso Neil Jordan, con Byzantium (2012) storia di madre e figlia vampire, dichiarato ritorno alle atmosfere gotiche di film come Intervista col vampiro e In compagnia dei lupi.

Veniamo alla Spagna: tra i registi indipendenti che stanno emergendo c'è sicuramente Adrián García Bogliano, dell'80: metà spagnolo metà argentino. Ha diretto un rape&revenge teso e battente, No Moriré Sola (2008), poi Sudor frío (2010) non impeccabile ma onesto. Da tenere d'occhio anche Andrés Muschietti, il cui corto Mamà è stato tanto amato da Guillermo del Toro da convincere a produrre il lungometraggio La madre (2013) con Jessica Chastain.

SPECIALE HORROR EUROPEO – [•REC]3: Génesis, di Paco PlazaSe il primo, riuscitissimo [Rec] di Jaume Balagueró e Paco Plaza, nel 2007 ha dato uno scossone al panorama dell'horror spagnolo, sempre a rischio di restare prigioniero di atmosfere spettrali e psicologismo, l'episodio successivo [Rec]2 ha perso vigore virando infine sempre più verso la commedia: l'ultimo [•REC]3: Génesis (2012) diretto da Paco Plaza, è inoffensivo dal punto di vista della paura, ma si fa guardare molto volentieri. Vedremo se la quarta e ultima parte di Balagueró farà a meno della deriva demenziale: nel frattempo il suo Mientras duermes (2011), con un ottimo Luis Tosar, si può definire un tentativo abbastanza riuscito di ritrarre l'alienazione e la paranoia che possono svilupparsi nella nostra società solo apparentemente connessa.

Per il resto le coordinate sembrano appunto solo due: la commedia: il nuovo Las brujas de Zugarramurdi (2013) del vulcanico Álex de la Iglesia, che sembra essere tornato ai felici deliri di Acción mutante e descrive il film come "una via di mezzo tra I Goonies e Non aprite quella porta, oppure tra Gianni e Pinotto e Rosemary's Baby", oppure i fantasmi del passato e il peso della storia che riaffiorano: dopo La spina del diavolo e Il labirinto del fauno del messicano Del Toro, arriva Painless dello spagnolo Juan Carlos Medina, cosceneggiatore di [Rec].

SPECIALE HORROR EUROPEO –  Los últimos días, di David e Àlex PastorAspettiamo la distribuzione internazionale di Los últimos días (2013) di David e Àlex Pastor, che si sono fatti conoscere nel 2009 con Carriers. Uscito a marzo, è il ritratto della città dei registi, Barcellona, che sprofonda nel caos con la diffusione di una misteriosa epidemia.

Sarebbe bello poi vedere alla prova con un horror Nacho Vigalondo, autore originale di 7:35 de la mañana, Los cronocrímenes (2007) e ultimamente della commedia Extraterrestre (2011) – per ora è in postproduzione con Open Windows, thriller in tempo reale con Sasha Grey e Elijah Wood – mentre è assente da troppo tempo dal grande schermo un altro Nacho: Cerdà, autore della splendida Trilogia De La Muerte (The Awakening, Aftermath e Genesis) capace di trattare poeticamente anche la materia delle viscere (non è una metafora) e di un buon lungometraggio, The Abandoned (2006).

SPECIALE HORROR EUROPEO – Aftermath, di Nacho CerdàSe si resta sulla lingua spagnola (andando però in Cile e e per estensione a Cuba) sono da segnalare anche il thriller psicologico di Sebastián Silva Magic Magic e il ritorno alla regia di Eduardo Sánchez (The Blair Witch Project) con un film sporco e disperato, Lovely Molly (2011). Proprio a Cuba è stato di recente girata la prima horror comedy a base di zombi nella storia del paese: Juan de los muertos (2011) di Alejandro Brugués. Sicuramente più interessante di Aftershock (2012) del cileno Nicolás López, sgangherata avventura catastrofica interpretata e coscritta da Eli Roth, che nelle mani di Tarantino diventa una perla di attore, ma resta pessimo nell'attività di sceneggiatore (Cabin Fever a parte).

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    2 commenti

    • Madden Joliee

      Merda….attendo con ansia di vedere lo speciale "ITALY" per vedere quanto stiamo appezzi…..zampagliò aiutace tu! l(li mortè!)

    • e pensare che sono in tanti all'estero, anche nel cinema non dichiaratamente di genere, a cercare ispirazione dal grande cinema horror italiano del passato! è davvero un paradosso.