VENEZIA 70 – Incontro con Steven Knight e Tom Hardy per Locke

Steven Knight
Acclamato sceneggiatore inglese, Steven Knight (La promessa dell'assassino, Piccoli affari sporchi, Redemption) sbarca a Venezia, fuori concorso, con la sua seconda opera da regista. Locke, una delle sorprese più liete di questa settantesima edizione, è stato accolto stamattina dall'entusiasmo della stampa internazionale. Ad accompagnare il regista alla conferenza stampa, c'era anche la star Tom Hardy, splendido protagonista della pellicola.

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Steven KnightAcclamato sceneggiatore inglese, Steven Knight (La promessa dell'assassino, Piccoli affari sporchi, Redemption) sbarca a Vanezia, fuori concorso, con la sua seconda opera da regista. Locke, una delle sorprese più liete di questa settantesima edizione, è stato accolto stamattina dall'entusiasmo della stampa internazionale. Ad accompagnare il regista alla conferenza stampa, c'era anche la star Tom Hardy, splendido protagonista della pellicola.

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Come è nata questa storia cosi particolare?

Steven Knight: Mentre ero sul set di un altro film ho dovuto girare una scena notturna ambientata in una macchina. Mi sono innamorato di questa idea e ho pensato che potesse essere perfetta per un film. Da questo spunto, poi, è nata la storia adatta. Nelle mie intenzioni c'era la volontà di raccontare la tragedia di un uomo comune che vede il suo mondo cadere a pezzi. La sfida era affrontare un'emozione enorme all'interno di uno spazio minuscolo. 

Il personaggio di Hardy, per il suo profondo senso morale, ricorda il Gregory Peck de L'uomo dal vestito grigio. E' stato quello il suo punto di riferimento?


Steven Knight:
Vorrei tanto dirle di si, ma sinceramente non conosco molto quel film per considerarlo un mio punto di riferimento. Comunque essere paragonati ad una pellicola con Gregory Peck è uno splendido complimento e la ringrazio. In realtà più che a precedenti cinematografici mi sono rifatto agli uomini comuni che incontro ogni giorno e alle loro storie.

Tom, di solito sei abituto a interpretazioni esplosive, come sei riuscito a  mantenere il controllo di questo personaggio?

Tom Hardy: Sono un attore, è il mio mestiere. E' stato entusiasmante recitare questo ruolo, un'interpretazione che si basa unicamente sul contenimento. E' stato impegnativo gestire gli stimoli aggressivi che mi restituiva l'azione.

Ha avuto difficoltà nel girare in un luogo cosi piccolo?

Steven Knight: In realtà no perchè da subito abbiamo reso tutto il piu semplice possibile, Abbiamo usato tre cineprese, dentro e fuori il veicolo, e abbiamo girato il film in sequenza per alcune notti consecutive. Visto che le riprese erano di notte fonda, non abbiamo incontrato grandi ostacoli logistici.

Hardy, lei è attratto dai ruoli da one-man-show?

Tom Hardy: Amo questi ruoli perchè significa che un regista ha completa fiducia in me. In questo caso, devo dire, che non considero Locke un one-man-show, piuttosto un dramma radiofonico ripreso dalle telecamere. Per quanto riguarda il ruolo, poi, io cerco sempre di mettermi alla prova e andare oltre i miei confini recitativi. Voglio credere che ci siano altre possibilità oltre i ruoli che ho già recitato.

Come si è prepatato al ruolo?

Tom Hardy: In realtà la base della preparazione è stata il panico visto che la sceneggiatura vera e propria l'ho ricevuta solo qualche giorno prima delle riprese. All'inizio avevo solo una brevissima sinossi su cui ho ragionato parecchio insieme ad alcuni amici, come se stessi preparando un ruolo a teatro. Poi sul set mi sono ritrovato uno script che non sono riuscito a memorizzare visto il poco tempo. E' stata un'esperienza molto divertente perchè, per la prima volta nella mia carriera, stavo girando un film di cui ignoravo tutto e dovevo leggere le battute direttamente sul set. Alla fine però, con un pò di fatica, ce la siamo cavata.

Da regista e da attore, come avete lavorato per tenere alta la suspance?

Steven Knight: La tensione è alta grazie all'immedesimazione tra personaggio e spettatore. I problemi di Locke non sono solo con la famiglia ma anche con il lavoro, con quel carico di calcestruzzo che deve arrivare. La questione può sembrare noiosa ma per lui e per i suoi colleghi è cruciale, fallire sarebbe una catastrofe. Questa è una delle tante tragedie quotidiane che tutti noi viviamo. Per me era interessante prendere delle cose concrete trattarle come delle disgrazie globali. Poi il ritmo  stato aggiunto dopo.

Tom Hardy: Steven ha già risposto. Se hai una grande storia e un buono script non ha senso prendere altre strade. C'è già tutto nella sceneggiatura, a me è bastato seguirla.

Il tema principale del film sembra la parternità..
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Steven Knight: Assolutamente, e la performance superba di Tom ha aiutato a renderlo ancora più immediato. Lui ha costruito Locke e lo ha caratterizzato. Grazie a lui sono riuscito a ragionare su cosa significhi essere padre. Nel film Locke si confronta spesso con l'ombra del padre che lo ha abbandonato. Sembrerebbe che i suoi errori sono stati generati dalla sua impronta genetica, che fosse nel suo destino di Locke comportarsi cosi. Con la sua decisione e accettando le conseguenze assolute del suo gesto lui smentisce questo fatalismo. E' la dimostrazione che niente è prestabilito e si può sempre agire in un altro modo.

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