VENEZIA 70 – "Medeas" di Andrea Pallaoro (Orizzonti)


Una non-Medea, a tratti forte, in altri sconfitta, a tratti donna, in altri innocente. Andrea Pallaoro  fotografa porzioni di volti che non entrano integralmente nello schermo, dettagli che sembrano quadri, corpi vissuti che rivelano una quiete e nello stesso tempo un placido disagio

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MedeasUna famiglia racchiusa in una foto, un'uscita al fiume dove tutti sembrano sereni: cinque figli, una madre e un padre. Uno ha dei boccoli dorati, la donna al centro indossa vestiti di madre, abbraccia il figlio più piccolo come se fosse una Madonna con bambino. Spesso, nel film, nei momenti di intimità, i bambini sono uniti alla madre come nei quadri del tempo passato, con disposizioni geometriche quasi leonardesche, una vergine dei campi invece che delle rocce. Tuttavia questa donna non ha i tratti della vergine Maria, non è pura, la veste bianca è macchiata dalla sua umanità, la sua completezza è macchiata dalla sordità. Non può parlare, non può sentire: ha bisogno di guardare per comunicare, di indicare, di segnare, di toccare e già per questo è in qualche modo esclusa dal suo ruolo, per quanto il suo sia un tocco placido.

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Nella provincia americana la vita procede lenta, intima, chiusa, immersa nella natura e soprattutto in se stessi. Oltre la quiete, il turbamento familiare costringe al silenzio il suo affanno.

Il regista Andrea Pallaoro, italiano adottato dall'America, che esordisce alla regia dopo il pluripremiato cortometraggio Wunderkammer, fotografa porzioni di volti che non entrano integralmente nello schermo, dettagli che sembrano quadri, corpi vissuti che rivelano una quiete e nello stesso tempo un placido disagio. Stanze di vita quotidiana, stanze semivuote, ordinate, quasi povere, contrapposte allo spazio sterminato di una campagna che nel suo lucente splendore sembra indifferente alle sorti umane.

Quasi come dei quadri di Courbet, molti momenti sono riservati ai personaggi, ai loro istanti lenti di tranquillità o di noia, di solitudine, di riflessione o di osservazione. Spesso sono in primo piano, intrecciati con uno sfondo lontano, dominano le profondità di campo.

Medea è uno dei più potenti personaggi femminili della letteratura d'occidente, la madre che viene meno al proprio ruolo, che uccidendo i suoi figli uccide se stessa. Ma in questo caso uccidere vuol dire anche soltanto essere responsabile, semplicemente aver messo al mondo, aver esposto a quell' "altro" che può essere il padre. Catalina Sandino Moreno, già una volta in veste umanamente spirituale in Maria Full of Grace, è una non-Medea, a tratti forte, in altri sconfitta, a tratti donna, in altri innocente.

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