BERLINALE 64 – Yves Saint Laurent di Jalil Lespert (Panorama Special)

yves saint laurent

Senza infamia e senza lode. E' nel segno della medietà assoluta il biopic su Yves Saint Laurent che sceglie la strada più facile e sicura ma anche quella più piatta affidandosi a due attori della Comedie Française come Pierre Niney e Guillaume Gallienne e che sbanda pericolosamente quando prova a uscire dalla sua classicità. Forse la versione imminente di Bertrando Bonello uscirà fuori dai binari di questo accademismo

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yves saint laurentSenza infamia e senza lode. E' nel segno della medietà assoluta il biopic su Yves Saint Laurent che ripercorre i primi passi dello stilista dal 1957 ai primi segni della malattia nel 1976 per arrivare a mostrare una delle sue ultime apparizione mentre fa uno degli ultimi schizzi su foglio accanto al compagno di sempre, Pierre Bergé. Sullo sfondo l'Algeria, gli eccessi, gli oggetti d'arte e soprattutto l'atto creativo, tenuto troppo a margine così come appaiono frettolosi i passaggi della morte di Christian Dior e il passaggio di consegne come direttore della celebre casa di moda.

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Jalil Lespert, attore al quarto lungometraggio come regista (dopo 24 mesures del 2006, Eastern del 2008 e Des vents contraires del 2011) sceglie sicuramente la strada più facile e sicura, ma anche quella più piatta. Affidandosi a due attori della Comedie Française come Pierre Niney e Guillaume Gallienne, filma i loro corpi come doppi rispettivamente di Yves Saint Laurent e Pierre Bergé. Tra sfilate di moda, immagini da cartolina di Parigi, una precisa scansione temporale che indica le diverse fasi della vita dell'artista, i colori prima sfumati e poi improvvisamente accesi che segnano la trasformazione creativa dell'artista (dagli abiti più tradizionalii vestiti ispirati ai quadri di Mondrian), sembra che Lespert sia sfogliando un vecchio album di fotografie ai quali dare movimento. E infatti il film sbanda pericolosamente quando prova a uscire dalla sua classicità, con le luci ipnotiche e i movimenti nervosi della macchina da presa che segue il protagonista nei festini.

Della figura di Yves Saint Laurent, scomparso nel 2008, oltre a una corretta illustratività, non resta molto di più. La sua immagine è come quella scultorea distesa sulla piscina. La passione e il desiderio sono solo nella voce fuori-campo di Bergé. Forse la versione imminente di Bertrand Bonello sullo stlista, con Gaspard Ulliel nei panni di Yves Saint Laurent e Jérémie Renier in quella di Pierre Bergé, potrà piacere di piùo di meno ma quasi sicuramente uscirà fuori dai binari di questo accademismo. Da Comedie Française appunto.

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