OSCAR 2013 – Chi vince e chi perde

tutti insieme appassionatamente
La storia degli Oscar ha quasi un secolo e ha dato vita a una lunga serie di leggende e di luoghi comuni. Una delle certezze più condivise è lo spirito conservatore delle scelte dell'Academy. I fattori che influenzano le scelte e il peso dei produttori: una storia "economica" degli Oscar. Pubblicato sul n.5 di Sentieri selvaggi Magazine

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La storia degli Oscar ha quasi un secolo e ha dato vita a una lunga serie di leggende e di luoghi comuni. Una delle certezze più condivise è lo spirito conservatore delle scelte dell'Academy. Questo pensiero ha diffuso l'idea che le statuette vadano solo ai film più amati dal pubblico: è una convinzione che nasce dalla pioggia di premi a successi come Via col vento e come Ben-Hur, dal ricordo della notte trionfale di Titanic e dalla delusione per la vittoria di Forrest Gump su Pulp Fiction. L'elenco di questi episodi non è casuale e va implementato con le affermazioni di Tutti insieme appassionatamente, de La stangata e de Il padrino: questa è la lista che comprende gli unici sette eletti che compongono la classifica dei cinquanta film più ricchi di tutti i tempi e che hanno vonto l'Oscar per il miglior Film. Gli altri quarantatrè si sono dovuti ancontentare della cnsolazione dei premi tecnici e ancora più spesso sono stati i grandi sconfitti della serata.

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Avatar si presentò alla cerimonia del Kodak Theatre con nove candidature e con una dote da ottocento milioni di dollari ma venne sonoramente battuto da The Hurt Locker e il suo misero bottino da diciassette milioni. L'evento venne accolto come una clamorosa eccezione, ma è accaduto più spesso di quanto si possa immaginare. L'edizione del 1983 è abbastanza emblematica: E.T. è il quarto incasso della storia del cinema ma non riuscì a spuntarla contro Gandhi, che fu solo l'undicesimo bottino del suo anno di distribuzione. Il film di Steven Spielberg venne sconfitto non solo nella categoria più ambita ma perse anche le sfide della regia, della sceneggiatura originale, della fotografia e del montaggio. Il mito della convenzionalità dell'Academy e della scarsa attendibilità delle sue decisioni nasce da alcune evidenti mancanze: Orson Welles ha dovuto condividere con Herman J. Mankiewicz il suo unico Oscar per il copione di Quarto potere e Stanley Kubrick non ha mai centrato l'obiettivo nonostante nella sua carriera sia stato candidato complessivamente per tredici volte.

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