ROLLING STONES – Love the Day When We Will Never Stop

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La discografia di un gruppo come il loro non può essere coerente. Forse non esiste il loro disco migliore: al massimo, c'è il più venduto. E' più interessante capire se c'è stato un momento migliore ma anche questa operazione è inutile. Loro hanno sempre mantenuto la parola: si sono reinventati continuamente e non sono mai stati soddisfatti.

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La discografia dei Rolling Stones non è soltanto una lista di dischi. Il patrimonio della più longeva rock-band della storia è talmente vasto e variegato che non si riduce al dato di fatto di quello che è stato rilasciato sul mercato: il patrimonio dei Rolling Stones è interpretabile. Il percorso delle loro incisioni può iniziare da un punto di vista e può continuare per dimostrare una tesi oppure per avvalorare la prospettiva di partenza. C'è solo una cosa che ormai è certa: qualsiasi resoconto non potrà mai essere esaustivo e definitivo. C'è sempre la possibilità che punti una registrazione che mette in discussione quello che era stato acquisito: come quando Christie's vendette all'asta per circa cinquantamila sterline un bootleg di The Little Blue Boys and the Blue Boys. La storiografia attuale lo considera la prova sonora della prima collaborazione tra Mick Jagger e Keith Richards dopo la loro leggendaria e fortuita reunion su un treno per pendolari. I due erano vicini di casa da bambini, si erano ritrovati per caso e avevano deciso di mettersi a suonare insieme a Dick Taylor: il risultato fu una serie di cover di Chuck Berry. Questo reperto è considerato l'atto fondativo dei Rolling Stones ma su questo terreno le attribuzioni unanimi non sono permesse. Il problema principale che si incontra in questo caso è l'eterogeneità: il nucleo principale del gruppo è saldato sulla figura del lead singer Mick Jagger e sulla lead guitar di Keith Richards ma il gruppo è cambiato per intero intorno a loro: solo Charlie Watts è rimasto fedele ma il

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batterista non c'era il 12 luglio del 1962. Quel giorno i Rolling Stones si esibirono per la prima volta con questo nome al Marquee di Londra: il nome era stato scelto da Brian Jones che venne allontanato nel 1969 e morì poco tempo dopo in circostanze tragiche. Il sodalizio a due ha resistito per cinquanta anni e si è arricchito di una lunga lista di collaborazioni ma ha anche dovuto reggere delle svolte epocali. La discografia dei Rolling Stones non si divide soltanto per fasi cronologiche oppure per influenze musicali ma soprattutto per le formazioni differenti del gruppo. I fan dei Rolling Stones non dibattono tanto su quale sia il disco preferito ma su quale sia la loro epoca migliore. Le band normali spesso non durano abbastanza a lungo per attraversare momenti diversi e vivono al massimo due periodi prima di diventare anonimi. I Rolling Stones hanno percorso decine di cambiamenti e ogni passaggio ha avuto delle conseguenze percepibli ed identificative: il gruppo è sopravvissuto alla sostituzione di due chitarristi, all'abbandono del bassista storico Bill Wyman e alla morte del sesto stones Ian Stewart. Questi avvenimenti avrebbero messo in ginocchio quaslasi altra band ma sono stati assorbiti come un'occasione di rinnovamento e hanno prodotto una discografia in cui le ere si sovrappongono una sull'altra.

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La divisione più comune e attendibile è associata all'avvicendamento del braccio destro di Keith Richards: l'epoca di Brian Jones è iniziata con Rolling Stones del 1963 ed è finita con Let It Bleed del 1969, mentre quella di Mick Taylor è nata con Let It Bleed ed è terminata con It's Only Rock N'Roll del 1974. Da quella data in poi quel ruolo ha trovato una stabilità con Ron Wood che è ancora un effettivo del gruppo. Let It Bleed è un momento centrale per un altro motivo: è l'ultimo album del lungo rapporto contrattuale con la Decca Records mentre il successivo Sticky Fingers è stato autoprodotto dalla Rolling Stones Records. La label interna del gruppo è stata abbandonata nel 1994 in favore della Virgin Records e Voodoo Lounge ha coinciso con il pacifico addio di Bill Wyman. C'è un'altra complicazione nella loro discografia: le distribuzioni americane e quelle inglesi sono differtenti almeno fino a Between the Buttons del 1967. Il mercato americano è stato coccolato con delle releases inedite come December's Children del 1965 e Flowers del 1967. Con tutti questi presupposti la domanda più banale nasce in modo naturale: qual è il disco migliore oppure qual è stato il periodo più efficace? Le opinioni personali contano poco e i numeri sono l'unico strumento affidabile. I Rolling Stones sono al dodicesimo posto nella classifica degli artisti più venduti di tutti i tempi: il loro score vanta cento milioni di copie certificate e duecento milioni di copie rivendicate. Il loro disco best-seller è Hot Rocks: la raccolta è del 1971 ed è il riepilogo della loro attività con la Decca Records e questo dato sembra confermare l'impressione che il gruppo funzioni meglio nel campo dei greatest hits che non su quello dell'album originale. L'ottimo piazzamento della recente compliation Forty Licks dimostra che i Rolling Stones hanno sfornato una lunga lista di classici che tutti amano ma che la loro produzione da studio non abbia avuto la stessa riconoscibilità. La conclusione è che tutti conoscono Brown Sugar ma in pochi sanno in quale album si trovi… La pubblicazione inedita che ha avuto più successo è stata Some Girls del 1978 e questa informazione ha sempre fatto storcere la bocca all'opinione comune che il loro periodo migliore sia stato quello con Mick Taylor. I quattro dischi che vanno da Let It Bleed a Goats Head Soup del 1973 sono considerati la loro golden age creativa e la classifica dei migliori cinquecento dischi di tutti i tempi della rivista Rolling Stone premia questa prospettiva: Exile on Main Street è al settimo posto, Let It Bleed è al trentaduesimo e Sticky Fingers è al sessantareesimo. E' sempre più evidente che anche questa ricerca è destinata a non trovare un punto di osservazione capace di sbrogliare la matassa. La grandezza dei Rolling Stones è stata soprattutto questa: hanno mantenuto la parola e non sono mai stati soddisfatti. Questo continuo rinnovamento è stato sempre all'altezza delle aspettative e ogni canzone dei Rolling Stones è nuova e tradizionale nello stesso tempo.

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