Tra Roma e Arezzo. Il cinema che scompare

cinema eden arezzo

Che cosa succede al cinema in Italia? Nella capitale è stato cancellato il progetto I Grandi Festival a Roma, occasione per vedere i film di Cannes, Pesaro, Locarno e Venezia. Nella città toscana dal 5 maggio è chiuso l'unico cinema del centro, l'Eden. Nel frattempo il Ministro dei Beni Culturali Franceschini indica Cinecittà come luogo in cui è nato il cinema italiano

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dario franceschiniChe cosa succede al cinema in Italia? Perché molti film fanno sempre più fatica a circolare nei circuiti tradizionali? Semplice, perché diminuiscono le sale o i luoghi dove vederli.

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Forse bisogna partire da lontano. O anche collegare concetti sconnessi che tra loro non c'entrano niente. Il 3 luglio il Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini ha annunciato il progetto dell'apertura di un Museo del Cinema Italiano a Roma. "In Italia – ha sottolineato – abbiamo un bellissimo museo del cinema a Torino ma è un museo che parla del cinema di tutto il mondo, dai fratelli Lumière a oggi. Credo ci sia invece bisogno di un luogo attrattivo anche per i giovani, in cui si racconta la meravigliosa storia del cinema italiano. E un museo nazionale del cinema italiano non può che essere a Cinecittà, luogo dove il nostro cinema è nato".

Ecco, innanzitutto due punti. Il ministro ridisegna "con abilità" le coordinate storiche del cinema italiano. Cinecittà, inaugurata nel 1937, è il luogo 'dove il nostro cinema è nato'. Di conseguenza va cancellata l'epoca del muto, Torino come luogo in cui già dalla fine dell'800 sono stati realizzati i primi film e soprattutto dove è stato girato il primo kolossal italiano, Cabiria di Giovanni Pastrone nel 1914. 

In secondo luogo, la visione del cinema come Museo. Niente di male, anzi ce ne dovrebbero essere di più. Il sospetto non è tanto il luogo ma proprio la visione del cinema come qualcosa appunto di 'museale' con le sue icone che devono essere per forza imbalsamate come l'immagine di Chaplin col bastone e la bombetta che invece, quando si rivede sullo schermo, ha oggi una vitalità e una modernità sorprendenti. E di conseguenza, forse la diminuzione dei luoghi dove il cinema non si può più vedere è diretta conseguenza di questa visione sul cinema.

Che cosa succede al cinema in Italia? Facciamo solo qualche esempio, ma in giro per il nostro paese ce ne possono essere a migliaia.

notti di cinema a piazza vittorioA Roma è stato cancellato il progetto I Grandi Festival a Roma. Questo è il comunicato del 26 giugno scorso deò Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI): "Il Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI) ritiene un fatto molto grave ed estremamente negativo la cancellazione del progetto I Grandi Festival a Roma, occasione unica per gli appassionati di vedere e scoprire film e autori altrimenti invisibili, selezionati e lanciati in qualificati festival internazionali come Cannes, Pesaro, Locarno e Venezia. La manifestazione rappresentava un appuntamento di grande rilevanza culturale, uno dei pochi in grado di contribuire realmente alla formazione del pubblico con proposte di riconosciuta qualità. Appare perciò incomprensibile lo scarso punteggio che la commissione di esperti incaricata dal Comune di Roma di monitorare le iniziative da sostenere con denaro pubblico abbia assegnato a I grandi Festival a Roma. Ribadendo il proprio rincrescimento, il SNCCI ritiene sorprendente e inspiegabile che altre manifestazioni, pur utili, ma sicuramente meno interessanti sotto il profilo culturale e certamente meno rischiose e coraggiose, abbiano ottenuto punteggi più alti. Questa considerazione induce a ritenere evidentemente errati i criteri di valutazione utilizzati".

Quindi niente Cannes, Roma, Venezia a Roma. Ed eliminate anche le "Notti di cinema a Piazza Vittorio". In quest'ultimo caso è apparsa poi la smentita. In un articolo del 26 giugno su "Repubblica" intitolato "Piazza Vittorio, il Campidoglio salva l'Arena del cinema: "Più fondi e due maxischermi", il sindaco di Roma Ignazio Marino replica: "Si farà, i finanziamenti ci sono". In città intanto manca l'Assessore alla Cultura dopo le dimissioni di Flavia Barca lo scorso 26 maggio. Marino ha detto (www.ilmessaggero.it) che "nessuno vuole ricoprire questa carica perché lo stipendio (3000 euro al mese) è poco allettante. Siamo in attesa.

cinema eden arezzoSecondo caso ad Arezzo ma potrebbe essere simile anche in molte provincie italiane. Il 4 maggio scorso c'è stato l'ultimo giorno di programmazione dell'ultimo cinema che era rimasto nel centro della città, l'Eden. Prima di questa sala, nel giro di pochi anni, erano già scomparsi il Corso, il Supercinema e il Politeama. E nella stagione 2013/2014, la sala ha avuto una programmazione limitata essendo sprovvista del proiettore digitale. Tra i tantissimi buchi di programmazione di quest'anno (tra cui anche Nymphomaniac vol. 1 e 2 di Lars von Trier) ad essere assente è una consistente fetta di cinema italiano (e questo potrebbe far riflettere sulle forme di promozione del nostro cinema ripartendo proprio dalla provincia); non si sono visti, per esempio, i film premiati ai festival come i vincitori del Festival di Venezia (Sacro GRA di Gianfranco Rosi), Roma (Tir di Alberto Fasulo), il Gran Premio della giuria del Festival di Cannes (Le meraviglie di Alice Rohrwacher) e neanche il terzo lungometraggio da regista di Asia Argento, Incompresa, presentanto con enorme successo nella sezione "Un certain regard" sempre sulla Croisette.

Sul Cinema Eden Sentieri Selvaggi aveva già pubblicato articoli e  news sul rischio chiusura. Quindi non è stato un fulmine a ciel sereno ma il pericolo era nell'aria da tempo. Qui abbiamo organizzato diverse rassegne assieme a Cineforum 2 dal 2007 al 2013. L'unico cinema in città si vede nella multisala, all'UCI. Con una scelta limitatissima. Dove Jersey Boys di Clint Eastwood si può vedere anche con le luci già accese a film non finito come è accaduto nel numero musical appena cominciano i titoli di coda al termine del primo spettacolo serale del 23 giugno. Tra le ipotesi, indicate dall'Assessore alla Cultura Pasquale Macrì nell'articolo di Alberto Pierini su "La Nazione" del 3 luglio scorso, si parla dell'apertura di tre nuove sale, a cominciare dal Teatro Pietro Aretino (che potrebbe essere operativo con l'inizio della nuova stagione cinematografica), poi della sala Montetini vicino al Comune e infine una sala parrocchiale vicino alla Pieve. Ora c'è poco o nulla, dall'autunno potrebbe esserci il pienone. Anche qui siamo in attesa.

 

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