Bradley Cooper. This is “The Guy”

bradley cooper
Per Bradley Cooper è sempre più chiaro, il Cinema è una materia fatta di varchi, piegature, connessioni che ogni volta ridisegnano nuovi orizzonti affettivi, proprio per questo con i suoi scarti spiazzanti si libera di ogni struttura e oppone il suo definitivo rifiuto di diventare icona per farsi corpo espressivo della vita

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bradley cooperBrillante, carismatico, sensibile e indubbiamente affascinante, tanto da essersi accaparrato il primo posto nella classifica 2011 degli uomini più sexy al mondo stilata da People. L’oggetto del desiderio che fa battere all’impazzata ogni tipo di cuore, quello di  una femme fatale come Scarlett Johansson e quello dell’ex fidanzatina d’America Sandra Bullock. E’ lui, l’uomo che, come sa bene Zach Galifianakis, in molti aspirano a essere.

Bradley Cooper è nato a Philadelphia, nel 1975. La sua è una di quelle famiglie italo-irlandesi dove si insegnano sani principi, il senso della famiglia e il rispetto che le va tributato. Dopo essersi laureato e non aver trovato ancora la sua strada, a ventiquattro anni capisce che il suo posto è sul grande schermo, ma anzichè farsi spesare l’Actor Studio Drama School dai genitori (il senso di colpa sarebbe stato grande da sopportare, come dice lo stesso Cooper), fa il suo ingresso a New York con un prestito di 70.000 dollari sulle spalle e un lavoro da fattorino all’Hotel Morgans. Da qui inizia la sua carriera d’attore. Prima la gavetta in televisione, in serie TV come Sex and The City o Alias, poi l’esordio sul grande schermo. Nel 2005 fa da spalla a Owen Wilson e Vince Vaughn in 2 single a nozze.  Più che tentare di cucirsi addosso un personaggio, Cooper preferisce sperimentare le diverse possibilità del cinema e, così, passa dalle commedie romantiche, A casa con i suoieLa verità è che non gli piaci abbastanza, ai paesaggi horrorifici di Midnight Meat Train, facendo anche un’incursione nel mondo di Jim Carrey. Fino alla decisa svolta che prende la sua carriera dopo che Todd Phillips lo chiama
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bradley coopera tenere insieme il suo sgangherato wolfpack. E’ lui il perfetto capobranco nella folle post-sbornia di Una notte da leoni, bello, sicuro di sè, almeno apparentemente. Quello, insomma, con una propensione per la leadership che gli viene del tutto naturale, quasi fosse come bere un bicchiere d’acqua. Con Bradley Cooper, Hollywood sembra aver trovato il nuovo maschio alpha che tanto andava cercando.

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Ma al ragazzo di Philadelphia dagli occhi di un azzurro così limpido da far male e il sorriso enigmatico e allo stesso tempo rassicurante, le etichette non piacciono affatto. Cooper non ne vuole proprio sapere di ritrovarsi imprigionato negli spazi delimitati che inevitabilmente il ruolo impone, anche se sembra tagliato su misura per lui. Così, persino in A-Teamil suo ‘Face’, tra muscoli e azione a tutta birra, non può fare a meno di mostrare il suo lato incredibilmente romantico e dal sapore fanciullesco, creando nell’apparente monoliticità del personaggio pieghe e magnifiche scissioni. D’altronde, da sempre, Bradley Cooper ha avuto l’intuizione che l’icona non è altro che la paralisi dell’immagine, il suo contenimento entro limiti prestabiliti, che spogliano il Cinema dei suoi movimenti imprevedibili e rischiano di imprigionarlo in una vuota ripetizione. E allora, in attesa di riunirsi al wolfpack, questa volta in una limitlessdeclinazione più acida e nera, si rifiugia nei territori a lui più congeniali della commedia romantica e si unisce alla 'ronde' di star messa in piedi da Garry Marshall in Appuntamento con l’amore. Poi, inLimitless, il suo biglietto in prima classe per l’Olimpo hollywoodiano, è l’uomo che, dopo essersi messo in tasca persino Robert De Niro, vince tutto, l’amore, la città e domani, chissà, anche la poltrona alla Casa Bianca. Cooper si è finalmente deciso ad abbracciare quel ruolo da leader che lo chiama a gran voce? Niente affatto. E all’Eddie Morra di Limitless, risponde con il Rory Jansen di The Words, anche lui scrittore senza una storia da raccontare. Ma stavolta la menzogna, in Limitless era stata una droga in grado di amplificare percezioni e il lavoro cerebrale, qui invece il plagio, è un movimento discendente, dove l’immagine del successo viene fatta letteralmente  a pezzi dal suo interno.

Per Bradley Cooper è sempre più chiaro, il Cinema è una materia fatta di varchi, piegature, connessioni che ogni volta ridisegnano nuovi orizzonti affettivi. Per questo, con gli scarti spiazzanti dei suoi personaggi in Come un tuono e Il lato positivo, si libera di ogni struttura e oppone il suo definitivo rifiuto di diventare icona, per farsi invece corpo espressivo della il lato positivovita. E allora sta proprio qui la differenza con i vari Ryan Gosling. Cooper non ha bisogno di sporcarsi la faccia con il fascino incattivito e dannato dell’outsider, quando lo fa, anche solo per prendersene gioco, come in Hit e Run, sente tutta la fatica di un ruolo che gli sta terribilmente stretto. Quello che ci dice con i suoi Avery, il poliziotto di Come un tuono che non a caso fa fuori dal film Ryan Gosling, e Pat, il bipolare de Il lato positivo, è che è proprio di questo che il Cinema si nutre, della crisi come movimento vitale che mette in comunicazione i corpi e, di contatto in contatto, ne muta la forma, in una ridefinizione magnificamente infinita della sua materia.

Ma guardando Il lato positivo si scopre che c’è anche dell’altro. Il ritmo indiavolato che Bradley Cooper infonde al film e che gli è valso una candidatura all’Oscar come miglior attore, ha tutto il sapore di una screwball comedy. E difatti, se proprio bisogna ritrovare un modello, è alla brillante umanità della Hollywood degli anni d’oro, quella che, nella sublime leggerezza e perfetto tempismo del tocco dei suoi interpreti, lasciava scorrere la vita in tutta la complessità delle sue sfumature, che Cooper, non a caso dichiarato cinefilo iniziato al grande schermo dal padre, sembra voler ritrovare.
bradley cooper steven spielbergRipartire dal passato, dunque. Ma non come memoria nostalgica di un corpo in esso impaludato. Piuttosto, il passato che diventa esperienza e rivisitazione intesa come costruzione in perpetuo divenire delle possibilità affettive e di affezione del Cinema. Non è forse quanto scrive sullo schermo lo scrittore di The Words copiando il suo romanzo dalle pagine scritte da un altro? O il ritornare, una terza volta ancora, sul Phil di Una notte da leoni? Ecco allora che quello di Bradley Cooper ci appare come un corpo incredibilmente attuale, che oltrepassa l’immobilità delle strutture date per superarne i limiti. Limitless, senza limiti, appunto, come la materia stessa di cui è fatto il Cinema. Non a caso Steven Spielberg, con il suo lucidissimo discorso teorico su un Cinema che prova a ri-prendere se stesso per potersi proiettare ogni volta oltre, rendendo fluido o, meglio ancora, ‘in divenire’ ogni suo confine, ha chiamato proprio Bradley Cooper ad interpretare Chris Kyle, il cecchino di American Sniper.
 

 

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