Di padre in figlio. Ci lascia Manuel De Sica

manuel de sica a valdarno cinema fedic

E' scomparso oggi a 65 anni per un improvviso attacco cardiaco. Aveva un cognome inesorabile. Che era una benedizione, ma anche un impegno. “Mio fratello Manuel non c’è più, lo voglio ricordare così”, ha scritto Christian sul suo profilo Facebook. Ha composto oltre 70 colonne sonore. E scrisse quella de Il giardino dei Finzi Contini, Oscar come miglior film straniero nel 1972

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manuel de sica a valdarno cinema fedicUn cognome inesorabile, scrive Cristiano De André in una sua canzone. Manuel De Sica, scomparso oggi a Roma, per un improvviso attacco cardiaco, aveva un cognome inesorabile. Uno di quelli che ti segnano. Che sono una benedizione, ma anche un impegno, una responsabilità enorme. Manuel ha onorato questo straordinario cognome, diventando un fuoriclasse dell’arte più vicina al cinema, quella che più vi entra “dentro”: la musica.

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“Mio fratello Manuel non c’è più, lo voglio ricordare così”, ha scritto Christian De Sica sul suo profilo Facebook. Ha postato una foto del fratello, virata seppia. Il fratello da bambino, insieme al padre. Sorridono.

Manuel De Sica – fratello di Christian, figlio di Vittorio,  zio di Brando, terza generazione di una famiglia di talenti infiniti – era nato nel 1949. Dopo gli studi al conservatorio di Santa Cecilia con Bruno Maderna, per tutta la vita ha composto musica. Oltre settanta colonne sonore. Per i film di suo padre, per quelli di altri giganti della storia del cinema italiano, come Dino Risi, Steno, Luigi Comencini. E, in tempi più recenti, per Carlo Verdone e per Maurizio Nichetti. E per quei prodotti di grande consumo, che alla fine sono il pane quotidiano e il popcorn dello spettatore: le commedie di Carlo Vanzina, di Enrico Oldoini, di Neri Parenti. Ma sempre mantenendo un suo standard di qualità, fantasia, intelligenza. Ci vuole intelligenza, per quel lavoro delicato, di cesello, che è la composizione di una colonna sonora. Devi saper entrare nel sentimento di un film, colorarne le immagini di musica. Non è semplice.

Tra i compagni di strada e di cinema che lo ricordano c’è Carlo Verdone. Per lui, Manuel De Sica compose la colonna sonora di Al lupo al lupo. E grazie ad essa vinse il Nastro d’argento. Raggiungiamo Verdone al telefono: “Manuel era una persona affettuosa, generosa. Con una preparazione musicale enorme”, dice. “Spaziava dalla musica classica alla musica contemporanea, sfiorando anche il jazz e il rock. Siamo cresciuti insieme: io in classe con Christian, lui di un paio di anni più grande. Aveva già la passione per la musica: mise su un complessino, The Ancients, nel quale suonava la chitarra, o forse anche il basso… Ricordo quegli anni, al liceo classico del Nazareno di Roma, con immensa nostalgia”.

“Quando stavo preparando il film che idealmente dedicai a mio padre, Al lupo al lupo, cercai proprio Manuel per creare le atmosfere che volevo”, prosegue Verdone. “Il suo gusto struggente e romantico era perfetto per fare da contraltare alla violenza musicale della disco music di altre scene”.

manuel de sica col padre vittorio e il fratello christianGli fa eco un altro regista, Maurizio Nichetti, che collaborò con De Sica in Volere volare e Ladri di saponette, che valse al compositore il Globo d’oro. “Quando pensai Ladri di saponette, in qualche modo volevo rendere un omaggio ‘moderno’ al capolavoro di De Sica, Ladri di biciclette. E scelsi Manuel, per la colonna sonora”, racconta Nichetti.

“Volevo una musica un po’ neorealista, ma moderna: Manuel capì subito, e si buttò a scrivere di getto, creando atmosfere come quelle che fin da piccolo aveva conosciuto nei film di suo padre. Ricordo quella colonna sonora come un dono meraviglioso”. I due sono rimasti amici: proprio l’anno scorso, a Milano, fu stato Nichetti a presentare il libro di Manuel De Sica, Di figlio in padre. Un libro nel quale Manuel racconta se stesso ma rilegge anche la vita e la carriera artistica del padre.

Fu proprio Vittorio a fargli nascere l’entusiasmo e la passione per la musica: “Io e papà ascoltavamo sempre musica, elemento distensivo per il suo animo. Nei suoi occhi coglievo la gioia di ascoltarla. E quel contatto amoroso durò dal primo lavoro realizzato insieme fino al giorno della sua scomparsa”. Un modo per ritrovare un rapporto con un padre difficile da avere tutto per sé. Insieme, nell’arco di soli sei anni – fino alla morte di Vittorio – i due lavorarono a cinque film. E scrisse la colonna sonora de Il giardino dei Finzi Contini, Oscar come miglior film straniero nel 1972. 

Tra i numerosi riconoscimenti che Manuel ha ottenuto in carriera, anche il David di Donatello per Celluloide di Carlo Lizzani. Le sue canzoni sono state interpretate anche da Ella Fitzgerald, Tony Bennett e Dee Dee Bridgewater.

 

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