"Una lunga domenica di passioni", di Jean-Pierre Jeunet

Dal romanzo di Japrisot, un'opera che concentra, e spesso esaspera, i tratti fondamentali della poetica dell'ultimo Jeunet attraverso una visione che mira a rimpastare la vita e la realtà con l'eccentrismo di uno sguardo particolare e sommario sull'esistenza che, per digerire meglio le difficoltà, si avvale di particolari lenti deformanti

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Ricolmo e strabordante, l'ultimo lavoro del fantasioso regista francese non sorprende decisamente per originalità stilistica e conferma le attese di chi si aspettava una storia al limite del posticcio e dell'artificiosità. Ispirato al romanzo di Sebastien Japrisot, il film concentra, e spesso esaspera, i tratti fondamentali della poetica dell'ultimo Jeunet attraverso una visione che mira a rimpastare la vita e la realtà con l'eccentrismo di uno sguardo particolare e sommario sull'esistenza che, per digerire meglio le difficoltà, si avvale di particolari lenti deformanti. Mathilde, interpretata da una sempre sognatrice Audrey Tautou, è giovane e cocciuta; il cuore gonfio d'amore e di speranza non vuole accettare il fatto che il suo grande amore sia rimasto ucciso, dai suoi stessi commilitoni, durante la prima guerra mondiale. La pellicola mette in scena la rocambolesca ricostruzione di questa sentimentale caccia al tesoro intervallando una riflessiva e rassicurante voce fuori campo (durante la conferenza stampa Jeunet ha confessato di essersi ispirato per questo a Jules e Jim) a scene belligeranti di estrema crudezza incorniciate da fango, pioggia e stenti della trincea.

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In bilico tra l'attenta ricostruzione storica di fatti realmente accaduti, il regista confida di aver studiato per un lungo periodo documenti ufficiali, e personalissime credenze Una lunga domenica di passioni si caratterizza altresì per uno smodato uso della fotografia, curata dal direttore Delbonnel già collaboratore del regista ne Il favoloso mondo di Amélie, che si affida alla delicatezza dei toni pastello per raccontare il mondo ovattato della protagonista dove l'albatros non è un aereo da guerra ma un testardo animale che sa di poter essere più forte della potenza dl vento.


Nonostante Mathilde sia tisica e claudicante il movimento, interiore ed esteriore, decisamente le appartiene e i ripetuti viaggi, che intendono rispecchiare l'inquietudine dei suoi moti intimi, contribuiscono ad alternare l'anestetico paesaggio del paesino d'origine della protagonista, perennemente illuminato da un caldo tramonto, con squarci di una Parigi d'inizio secolo, ricostruita al computer effetto cartolina. Spudorato nell'ammassare ammiccamenti e buona retorica, rimane comunque indubbio l'amore di Jeunet nel voler raccontare storie in modo appassionato e la presa dello spettatore nei primi minuti del film che aprono uno squarcio estremamente tangibile sull'orrore della guerra. 


 


Titolo originale: Un long dimanche de fiançailles


Regia: Jean-Pierre Jeunet


Interpreti: Audrey Tautou, Gaspard Ulliel, Jean-Pierre Becker, Dominique Bettenfeld, Julie Depardieu, Jodie Foster


Distribuzione: Warner Bros. Italia


Durata: 134'


Origine: Francia/USA, 2004

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