“La bottega dei suicidi” – Incontro con Patrice Leconte

patrice leconte
Patrice Leconte presenta il suo primo film d’animazione. Dal romanzo di Jean Teulé, una favola nerissima e anche una commedia musicale. 

--------------------------------------------------------------
CORSO COMUNICAZIONE DIGITALE PER IL CINEMA DALL'11 APRILE

--------------------------------------------------------------
patrice lecontePatrice Leconte giunge a Roma per presentare il suo primo film d’animazione. Tratto dal romanzo Il negozio dei suicidi di Jean Teulé, La bottega dei suicidi è una favola nerissima e allo stesso tempo una commedia musicale. Leconte sceglie la strada del disegno tradizionale per cantare uno strano inno alla vita in un mondo grigio e senza più alcuna gioia di vivere. Durante la conferenza stampa non poche polemiche hanno animato la sala della Casa del Cinema dopo l’annuncio che in Italia il film uscirà, prima a Roma in una copia venerdì 21 e poi in 28 dicembre nelle altre città, inspiegabilmente marchiato dal divieto ai minori di diciotto anni “per la leggerezza con la quale è trattato il tema del suicidio e il rischio d’emulazione”. Patrice Leconte ha appreso la notizia solo ieri sera. I
 
 
In Italia La bottega dei suicidi è stato vietato ai minori di 18 anni perché il Ministero ha ritenuto che il tema del suicidio fosse trattato con troppa leggerezza e, dunque, a rischio di emulazione. Che ne pensa?
L’ho saputo solo ieri sera e ne sono rimasto sbalordito, non capisco la decisione. Ho una nipotina di 8 anni e quando ho realizzato il film non ho fatto che pensare a lei. Volevo fare un film che le piacesse e quando ho finito La bottega dei suicidi, lei lo ha visto insieme ai suoi compagni e tutti hanno adorato il film, si sono identificati con il piccolo Alan, perché, come Alan, pensano che gli adulti siano troppo tristi e che la vita è bella. Questo è il messaggio del film, che la vita è bella. Il divieto in Italia è assurdo. La mia intenzione non è mai stata quella di spingere le persone al suicidio. Quando il padre spinge Alan a fumare è talmente assurdo da non risultare credibile. In Francia difatti non c’è stato alcun divieto e neanche in Spagna, o in Belgio e Svizzera. Il romanzo di Jean Teulé da cui è tratto è un best seller che ha venduto tantissimo e che non è stato mai vietato. E poi è assurdo vietare un film due giorni prima della fine del mondo!
 
 
Come e perché ha scelto il romanzo di Teulé?
Io ho letto tutto quello che Teulé ha scritto e, dunque, conoscevo il libro. Alcuni anni fa già mi avevano proposto di adattarlo e ho detto di no, perché pensavo che il romanzo di teulé non fosse adattabile in un film live action, almeno se non si è Tim Burton, e io non lo sono. Poi mi hanno proposto di nuovo di girare il film, ma questa volta come un film d’animazione. L’animazione non è la vita, permette una sfasatura rispetto alla realtà e mi offriva quindi la possibilità di esprimere un certo tipo di humor nero con il quale fino ad ora non mi ero mai relazionato. A farmi accettare il progetto è stata la voglia di fare un film noir e allo stesso tempo divertente, è stata la libertà che permette l’animazione. Poi, girare un musical è un mio vecchio mio sogno che si realizza.
 
--------------------------------------------------------------
THE OTHER SIDE OF GENIUS. IL CINEMA DI ORSON WELLES – LA MONOGRAFIA

--------------------------------------------------------------
patrice leconte
Come ha affrontato il suo primo film d’animazione?
Quando ci si tuffa in un nuovo progetto ci vuole sempre un po’ di incoscienza. Quando si riflette troppo si finisce per diventare prigioniere delle proprie riflessioni. Preferisco il metodo intuitivo ed è con questo spirito che ho affrontato La bottega dei suicidi, un progetto nuovo per me, ma che mi ha fatto sentire libero. Jean Teulé poi mi aveva detto che potevo fare quel che volevo del suo libro e una volta terminato il film gli è piaciuto moltissimo e mi ha detto “è senza dubbio un film, tuo ma senza il mio libro non avresti potuto farlo!”.
 
 
Il finale del film è diverso da quello del libro, perché?
Il finale del libro è assolutamente pessimistico. Tanto che alla fine Alan si butta dal tetto. Questo finale mi è sembrato impossibile e quindi mi sono divertito a inventarmene un positivo, kitsch, esagerato. Credo che il messaggio del film passi attraverso l’esagerazione. La vita non è sempre bella, ma è pur sempre meglio della morte!
 
 
Nel film ci sono riferimenti al cinema del passato, come nella scena finale che cita Il porto delle nebbie. E’ nel passato che bisogna cercare la felicità?
Io non sono un nostalgico, ma nutro un certo gusto per il passato e volevo che il film fosse atemporale e non moderno a tutti i costi. Ho cercato di evitare di dire che è la società moderna a spingere al suicidio, volevo essere più universale.. Quando Alan salta sul cartellone de Il porto delle nebbie mi sono divertito a farlo rimbalzare sul naso di Jean Gabin.
 
 
Si è ispirato a qualcuno per realizzare La bottega dei suicidi?
I riferimenti a La famiglia Addams e Tim Burton sono inevitabili quando si tratta un argomento simile.
 
 
Quando ha lavorato al film si è posto il problema di come venisse accolta la rappresentazione del suicidio?
Ho immaginato che l’argomento potesse esser terribile, ma mi sono detto che se mi fosssi posto troppe domande non avrei fatto nulla. Sono consapevole che il film può suscitare diverse reazione a seconda delle culture. Ma quando si cerca di piacere a tutti, si finisce solo per non piacere a nessuno. Allora mi sono soltanto detto che facendo un film sui suicidio con tanta derisione sarei riuscito a farlo funzionare.
 
 
Perché la scelta dell’animazione tradizionale?
Effettivamente mi sono posto la domanda di quale tecnica d’animazione utilizzare. Sono molto legato al disegno, volevo che La bottega dei suicidi fosse molto disegnato. Ed è per questo ho scelto di non utilizzare la computer grafica ma che per me sono troppo lisci e perdono il gusto del disegno. E poi volevo che il film fosse molto vivace, con gesti rapidi, e ho ritenuto che l’animazione tradizionale fosse la tecnica ideale.
 
 
Farà altri film d’animazione?
La bottega dei suicidi è stata un’esperienza entusiasmante e con la mia equipe abbiamo lanciato un nuovo progetto d’animazione. Una sceneggiatura originale che stiamo finendo di scrivere. Il film si chiamerà Music, dove si immagina la vita in un mondo senza musica.
 
 
Qual è il suo rapporto con la musica?
La mia passione per la musica è legata al cinema. Non potrei fare un film senza musica  perché il cinema è una cosa musicale, lo è in termini di ritmo, sensibilità ed emozione.
 
 

 

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------
--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array

    Un commento