Il figlio dell'altra. Incontro con Lorraine Lévy

Lorraine Levy

Lorraine Lévy, sorella del celebre scrittore Marc Lévy, per cui ha anche trasposto sullo schermo il romanzo Mes amis, mes amours, ha presentato in anteprima, presso la Casa del Cinema di Roma, Il figlio dell'altra (Le fils de l'autre), un ritratto familiare dello storico conflitto tra israeliani e palestinesi.

--------------------------------------------------------------
CORSO COMUNICAZIONE DIGITALE PER IL CINEMA DALL'11 APRILE

--------------------------------------------------------------

Lorraine LevySenza mai propendere per l'una o per l'altra fazione, Lorraine Lévy affronta il conflitto istraeliano-palestinese con estrema lucidità e rispetto per entrambe le popolazioni, e affida la speraza di una pace futura nelle mani delle nuove generazioni.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

Il figlio dell'altra è stato presentato al Tokyo International Film Festival e al Torino Film Festival. Come è stato accolto nei paesi arabi?
Il film è già stato presentato a Gerusalemme, ma non ancora a Tel Aviv, dove tra poco ci sarà il Festival del Cinema. Tuttavia i pareri slle prime proiezioni sono stati positivi e le parti coinvolte si sono sentite molto rispettate dal modo in cui ho affrontato il contrasto tra i due popoli.

 

La storia si regge su uno straordinario equilibrio narrativo, in cui viene dato eguale spazio a Joseph, il ragazzo cresciuto da genitori israeliani ma di origine palestinese e a Yacine, che vive la situazione opposta. Anche i tratti fisici e caratteriali mostrano le incolmabili differenze tra le realtà in cui sono vissuti, una più agiata, l'altra meno. Eppure a Joseph è affidata l'ultima inquadratura. Quali sono le ragioni di questa scelta?  Se avessi scelto di inquadrare Yacine, mi sarebbe stata posta la stessa domanda. In realtà nell'ultima inquadratura, pur essendo inquadrato Joseph, si può alcoltare la voce di Yacine. Quindi ci sono entrambi, le due metà della realtà si sono unite. Come avete potuto notare,Yacine in una scena si rifugia su un palazzo diroccato e da lì può ammirare una panoramica a 180 gradi della sua terra. Lo stesso fa Joseph, mostrando gli altri 180 gradi visibili dalla sua posizione. Ecco, ho voluto mostrare una realtà a 360 gradi, resa possibile solo dai due ragazzi insieme.

 

All'interno del film si assiste al cofronto dialettico piuttosto acceso tra i due padri, molto più coinvolti delle figure femminili nella questione politica. Come ha affrontato una scena così delicata?
Non ho mai avuto intenzione di fare un film politico, ma visto il tema trattato non ho pututo evitare una scena del genere. Per questo prima di girare la scena ho parlato a lungo con i due attori per decidere chi dei due avrebbe avuto l'ultima parola nello scontro. La decisione non è ricaduta su nessuno dei due e ho scelto di lasciare che le loro voci si sovrapponessero. Amos Oz, lo scrittore pacifista israeliano autore di Imaginer l'Autre, è il portavoce del messaggio che voglio trasmettere con il mio film, proclamando l'importanza del  dialogo e dello scambio tra i popoli. Non a caso ho chiesto anche la consulenza dello scrittore algerino Yasmina Khadra, affinchè la sceneggiatura fosse bilanciata tra le due fazioni. Il compromesso e il dialogo sono senza dubbio l'unica speranza per una pace possibile.

 

Rispetto alle figure dei genitori, e degli adulti in generale, che faticano a comunicare tra loro e a superare le differenze religiose e culturali, i due ragazzi, Joseph e Yacine, pur essendo molto diversi, riescono a trovare un punto di incontro e sono curiosi di conoscere e di entrare nelle loro rispettive realtà. Crede che le nuove generazioni, grazie alla comunicazione e anche ai social network, possano essere decisivi per il superamento del conflitto? 

Senza dubbio Joseph e Yacine, come moltissimi ragazzi della loro generazione, non nutrono sentimenti di odio verso i coetanei "al di là del muro", al contrario, aspirano a un superamento del conflitto. A differenza della generazione precedente, l'unica cosa a cui aspirano è vivere un'adolescenza spensierata e seguire i propri sogni, come tutti i ragazzi del mondo. Quindi spero che il loro crescente desiderio di comunicazione e di dialogo sia talmente potente da abbattere anche questo muro e realizzare un futuro di pace. 

 

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array