Rendez-vous – Il giorno di Laurent Cantet

rendez vous del cinema francese - laurent cantet
Il 18 aprile è la giornata di Laurent Cantet: ospite dei Rendez-Vous del cinema francese, l'autore sarà protagonista di una mini-rassegna che ripropone Risorse umane e La classe (Palma d'oro a Cannes 2008), e di una masterclass moderata da Curzio Maltese. In serata proiezione del nuovo Foxfire, distribuito da Teodora Film e Spazio Cinema. Sentieri Selvaggi, che gli ha dedicato finora l'unica monografia italiana, lo omaggia con l'estratto di una lunga chiacchierata sul suo cinema…

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rendez vous del cinema francese - laurent cantetIl 18 aprile è la giornata di Laurent Cantet: ospite dei Rendez-Vous del cinema francese, l'autore sarà protagonista di una mini-rassegna che ripropone Risorse umane e La classe (Palma d'oro a Cannes 2008), e di una masterclass moderata da Curzio Maltese. In serata proiezione del nuovo Foxfire, distribuito da Teodora Film e Spazio Cinema.

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Il regista francese riceverà in questa occasione il Premio Reset Dialogues-RendezVous, istituito quest’anno per la prima volta e voluto dall’Associazione culturale internazionale Reset Dialogues on Civilitation che viene assegnato “all’autore capace di raccontare, grazie ad un uso personale del linguaggio filmico, un mondo plurale, che rinnova concetti quali: identità, cittadinanza, dissenso, famiglia, pluralismo e donne”.

Sentieri Selvaggi, che gli ha dedicato finora l'unica monografia italiana, lo omaggia con l'estratto di una lunga chiacchierata sul suo cinema…

 

I suoi film sembrano sempre ratificare, parlare di un fallimento della politica, delle istituzioni, che non hanno più la capacità di controllare la complessità dei problemi e risolverli. E, dall’altro lato, questa incapacità della politica non si riflette forse sul suo cinema, è come se lei avvertisse l’impossibilità di incidere su tutte le situazioni e, quindi, si astiene da giudizi, non riesce a scegliere da che parte stare?

Sì, in ogni caso si tratta di una mia incapacità. I miei film sono quasi degli studi “sistemici”. Si prende un sistema e si va a guardare come funziona e, all’improvviso, quando si osserva un sistema con tutte le contraddizioni che esso contiene, affiorano delle domande con le quali ci confrontiamo tutti. Ecco, il mio obiettivo è porre queste domande, far sì che ognuno possa farle proprie e, magari, rispondere con i suoi criteri personali.

 

Ho sempre la sensazione che la politica sia qualcosa che vada vissuta in prima persona.  La politica calata dall’alto, ideologizzata, mi tocca raramente e raramente descrive il mio mondo, la mia relazione con il mondo. In Francia il dibattito sulla scuola è molto accesso, ma è ideologico: c’è una visione della scuola di destra, una di sinistra, posizioni pedagogiche che corrispondono a concezioni di destra e di sinistra. Il dibattito è falsato da questa impostazione ideologica. Il desiderio era quello di osservare ciò che può accadere tra 25 persone: questo rivela delle contraddizioni, pone delle domande e…ecco, se io avessi risposte da dare sarei ministro dell’educazione…

 

Quel che non è rassicurante è che il ministro non ha risposte da dare. Subito dopo Cannes, cinque minuti dopo la premiazione, il ministro dell’educazione francese aveva già diffuso un comunicato in cui si felicitava del fatto che la Palma d’oro fosse francese, affermando che si trattava di un grande tributo agli insegnanti e al loro lavoro. Ma lui il film non l’aveva visto e quindi non sapeva quello che diceva: davvero il film è più complesso di un discorso ideologico…

Il suo cinema si può definire “politico”? Non perché aspira a sovvertire l’ordine o a farsi portavoce di una posizione ideologica, ma perché sembra sempre resistere alla macchina. E a questo proposito ci viene in mente un paragone con Tati, film come Playtime, Mio zio.

Non avevo mai pensato a un parallelo con Tati, chissà perché? Penso che le mie posizioni politiche, malgrado tutto, siano abbastanza trasparenti nei film. Non cerco una specie di oggettività che non vorrebbe dir nulla.

Ad esempio, quando ho deciso di fare Risorse umane, era per dire anche “esiste ancora la lotta tra classi”, nonostante ci raccontino che non esistono più, che si vive in una società molto più pacificata rispetto al tempo in cui i sindacati erano più forti. Volevo dire: “non è vero, c’è ancora una lotta di classe, c’è ancora molta violenza nel mondo del lavoro e forse anche più di prima”. Questo è una posizione piuttosto ideologica. Quello che cerco, d’altro canto, è che l’ideologia scorra sotterranea nei film ed emerga attraverso la soggettività dei personaggi che la animano. Sì, sono d’accordo nel dire che si tratti di un cinema di resistenza.

Nei suoi film c’è sempre questa commistione, compenetrazione reciproca tra realtà e finzione. Lei crede che questo sia l’unico modo di cui dispone per raccontare la realtà che la circonda. Oppure ha voglia, avverte il desiderio di confrontarsi con altre forme di narrazione?

Ho l’impressione che ogni film debba creare il suo modo di narrazione e il suo sistema. Di sicuro quello che mi interessa è guardare la complessità del nostro mondo, osservare queste persone che discutono fra loro, esaminarle: ho l’impressione che non saprei fare altrimenti. Questo non mi impedisce, da spettatore, di avere dei gusti cinematografici tali da farmi amare film molto più strutturati. Ma, allo stesso tempo, sono estremamente convinto di una cosa, che non ho alcuna voglia di cambiare: le situazioni nel cinema sono spesso ridotte a delle cose molto logiche, “quadrate”, si ha sempre paura, quando si scrive una sceneggiatura, di non essere compresi da coloro che andranno a vedere i film, si crede che le persone non abbiano voglia di seguirci in un percorso troppo contorto. Io voglio davvero assumermi il rischio di questo zig zag…

TUTTI GLI APPUNTAMENTI DELLA GIORNATA-CANTET:

CASA DEL CINEMA (proiezioni in v.o. sottotitoli italiani)
 

Ore 15:00 e a ingresso libero fino ad esaurimento posti
Ressources humaine| Risorse Umane

Ore 17:00 Entre le murs | La classe

A seguire, alle ore 19.00, sempre a ingresso gratuito
masterclass del regista moderata dall’editorialista di Repubblica Curzio Maltese

Alle ore 21:00 (ingresso 4 euro, ridotto 3 euro), la presentazione alla presenza di Cantet del suo ultimo lungometraggio, Foxfire, distribuito in Italia da Teodora Film e SpazioCinema, la storia della ribellione di una gang al femminile nell’America degli Anni 50, tratto dal bestseller di Joyce Carol Oates Ragazze cattive.

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