Manifesto della donna single – Incontro con Maria Sole Tognazzi e il cast di "Viaggio sola"

Maria Sole Tognazzi sul set con Margherita Buy e Stefano Accorsi

Presentato l'ultimo film della regista assieme al cast del film composto da Margherita Buy, Stefano Accorsi, Alessia Barela, Fabrizia Sacchi e Gian Marco Tognazzi, gli scenaggiatori Ivan Cotroneo e Francesca Marciano, e la produttrice Donatella Botti. Distribuito da Teodora, il film uscirà su tutto il territorio a partire dal 24 aprile prossimo.

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Maria Sole Tognazzi sul set con Margherita Buy e Stefano AccorsiLa Casa del Cinema di Roma è affollata dopo la proiezione di Viaggio sola, ultimo film di Maria Sole Tognazzi. Altrettanto assiepato il palco, dove si accalcano la regista, il cast del film composto da Margherita Buy, Stefano Accorsi, Alessia Barela, Fabrizia Sacchi e Gian Marco Tognazzi, gli scenaggiatori Ivan Cotroneo e Francesca Marciano, che firmano il copione insieme alla regista, e la produttrice Donatella Botti. A moderare l'incontro Cesare Petrillo di Teodora Film, la casa di produzione che distribuirà la pellicola sul tutto il territorio a partire dal 24 aprile prossimo.

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In Francia moltissime donne fanno cinema con successo ultimamente. In Danimarca la regista più importante al momento è donna. In Italia, invece, com'è la situazione? Si fa ancora fatica a essere donne nel cinema?

Maria Sole Tognazzi: Non so. Con ottimismo direi che la situazione forse è migliorata. Di recente, ho visto film bellissimi fatti da donne come quello di Alice Rohrwacher o quello della Nicchiarelli dove c'era anche Margherita. Secondo me, non è tanto faticoso fare film in quanto donne al momento. È faticoso fare film in generale per la crisi.

Donatella Botti: Produrre film al momento è difficile. Forse la differenza è nella sensibilità delle donne, il far parte di un universo che ci appartiene. Io, comunque, sono felice di produrre film fatti da donne.

Il film può essere interpretato come un inno alla libertà di scelta. Irene non è un personaggio radicale, ma una donna normale che ha fatto una scelta di vita non convenzionale non sposandosi e non avendo figli. Margherita, come ti sei trovata con questo personaggio? E come è stato lavorare con Maria Sole?

Margherita Buy: Sono stata felicissima di fare questo film perché c'era una donna alla regia, ma anche per la sceneggiatura e poi già ci conoscevamo con Donatella. Maria Sole, poi, ha la gran capacità di mantenere la tranquillità sul set. Fa funzionare tutto senza nevrosi. Cosa che magari non accede con alcuni registi uomini. Il progetto mi è piaciuto tantissimo così come pure il personaggio, che ho trovato solido pur non avendo dei punti di riferimento tradizionali come la famiglia. È una che per inerzia è finita a fare questa vita e poi scopre in questa fase che è felice così. Sembra che tutto stia per crollare e invece no. Irene rappresenta tante donne al giorno d'oggi.

Per Stefano, invece, come è stato lavorare con Maria Sole?

Stefano Accorsi: Lavorare con una regista è diverso. Da subito si è creato con Maria Sole un rapporto semplice, di scambio profondo. E ho capito cosa significa per un'attrice essere diretta da un uomo. Ci vuole una gran sensibilità per non far sentire gli altri esclusi e io non mi sono mai sentito così sul set. Anche Margherita mi ha fatto sentire accolto. Poi volevo aggiungere una cosa sul mio personaggio. Mi ha colpito il modo in cui viene rappresentata la paternità. Di solito si mette in scena il rifiuto, l'angoscia di diventare padre. E in un primo momento anche Andrea si sente così, ma poi c'è un cambio di direzione in modo naturale, che non viene spiegato. Prevale l'amore, il desiderio, l'istinto materno e mi piaceva mettere in scena questo aspetto. È più Irene che prova angoscia. Qua invece si rappresenta bene quel rapporto misterioso e magico che si crea tra padre e figlio già in gravidanza.


Si può ancora parlare di sguardo femminile? Che vuol dire in relazione al film?

Maria Sole Tognazzi: Non c'è una perfezione. Nella vita ci sono dei percorsi segnati dalla nostra indole. Fare figli oppure no? È una scelta. E io spesso mi chiedo: come sarà la mia vita senza figli? Spesso si ha la sensazione che manchi un pezzo senza bambini, ma non credo sia così. Irene è una donna single di oggi. Ha i suoi momenti di solitudine, ma tutti li proviamo tutti i giorni. Il nostro animo ci porta verso una strada, ma Irene sceglie di fare ciò che vuole. Oltre all'esigenza di raccontare una donna così c'era anche la mia curiosità di raccontare un mestiere poco conosciuto. Alla fine abbiamo unito i due.

Maria Sole Tognazzi sul set con Margherita Buy e Lesley ManvilleIvan e Francesca, come è nata la collaborazione con Maria Sole per la sceneggiatura?

Francesca Marciano:. Prima, però, volevo aggiungere una cosa sulle donne che lavorano nel cinema in Italia. Secondo me, e sono anni che lavoro nel cinema, le cose sono peggiorate negli anni. Ancora non si riesce a lavorare alla pari. Per quanto riguarda il progetto, Ivan aveva già lavorato con Maria Sole e mi ha chiamato e abbiamo messo giù delle idee. La storia è fuori dal comune in un paese ossessionato dalla famiglia come il nostro e il fatto che una donna che vive così sia considerata un qualcosa di originale, la dice lunga. Negli altri paesi ce ne sono tante di donne single senza figli, è normale. Il film dimostra che si può essere felici anche senza famiglia e figli e c'era bisogno di rappresentare un modello di vita simile. Per esempio, durante le prime riunioni abbiamo pensato ai film italiani degli ultimi tempi e finiscono sempre con un matrimonio o una donna incinta. Invece, ce ne sono tante di donne come Irene. E poi è anche una storia su noi tre visto che tutti e tre non siamo sposati e non abbiamo figli.

Ivan Cotroneo: Ho trovato divertente giocare con le aspettative. Raccontare Irene come un personaggio che viene sollecitato dall'esterno per le sue scelte e poi cambiare rotta all'ultimo è stato divertente. Avevamo pensato a vari finali possibili e a quelli che non volevamo e abbiamo messo nel film vari indizi che portano a pensare che possa finire in un certo modo, ma poi non succede. Irene, in fondo, in barba ai manuali di sceneggiatura americana non cambia a tutti i costi.

Nel film si percepisce una gran solitudine del personaggio. Da attrice, è mai capitato di trovarsi altrove per lavoro e sentirsi sola? Si sta bene?

Margherita Buy: Sì, capita. Ma capita spesso di sentirsi bene, di aver bisogno di un momento tutto mio per stare lontano dai problemi. Non è una solitudine pesante se la si sceglie.

Andrea e Irene hanno avuto un passato insieme, ma ora sono molto amici? È possibile mantenere un rapporto di amicizia con una ex e tra uomini e donne in generale?

Stefano Accorsi: A volte è difficile se c'è ancora attrazione, ma poi l'esperienza insegna e ci si rende conto che potrebbe funzionare se si fanno determinate scelte. Non so, a me non riesce.

Margherita Buy: Cos'è l'amicizia, l'amore? Magari una relazione si può trasformare in un'amicizia se non si amava davvero quella persona…

Alessia, la scena finale ci rivela molto del tuo personaggio. Come l'avete girata?

Alessia Barela: Girarla è stato sorprendentemente semplice. Non capita spesso di essere sostenuta da un'altra attrice in ascolto come Margherita. Succede di rado di appoggiarsi così all'altro e farsi sorprendere da ciò che succede. Sole è stata molto malleabile anche in questo, prendendo molto dagli attori. La scena tra Fabiana e Irene poteva essere anche questa uno stereotipo o utile a rendere il mio personaggio più simpatico, meno rigido. Era difficile da fare, ma sono stata fortunata e credo che il risultato sia una scena molto delicata. Si è creata una vera e propria magia.


Il fatto che la felicità sia associata al matrimonio nei finali indica forse una scarsità di idee e valori associati a esso?

Ivan Cotroneo: Per i finali dei film vale quello che vale per le persone. A volte si vuole il matrimonio. Per altri personaggi questa non è la soluzione giusta, non ci deve essere per forza il lieto fine. Nel matrimonio può esserci la felicità perché è così per te. Forse in una parte dei film che finiscono bene c'è una certa convenzionalità, ma dipende sempre dal discorso che si è portato avanti sul quel personaggio nel film fino a quel momento.


Nel film, un personaggio afferma che il potere della donna è nelle capacità di seduzione. Qualcosa è cambiato? Visto che si sta per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica, pensate che possa essere eletta una donna?

Maria Sole Tognazzi: Ho sognato la Bonino, ma temo che non avvenga.

Margherita Buy: Mi farebbe piacere se ci fosse una donna. Già l'elezione della Boldrini mi ha confortato. Ma si tratta di una questione di potere degli uomini che ancora non si è superata.

Stefano Accorsi: Da uomo, come molti, non mi sento rappresentato dagli uomini al poetere. Una donna presidente non sarebbe possibile in un mondo così autoreferenziale come quello.

Francesca Marciano:  Secondo me, tutti vorrebbero una donna presidente perché sappiamo che le donne sono portate al bene comune, a sacrificarsi per gli altri e costruire la propria vita attorno agli altri come avviene nel privato. Sentiamo che una donna è necessaria per un paese in crisi come il nostro.

Maria Sole Tognazzi sul set L'idea dell'ispettore in incognito come è nata?

Maria Sole Tognazzi: Vengo da una famiglia che è per metà di albergatori. Mia nonna materna è stata la prima imprenditrice donna a capo di una catena di alberghi e sin da piccola ho vissuto gli alberghi, mi aggiravo in essi con mia nonna, vedendo che succede “dietro le quinte”. L'idea dell'ispettore è venuta chiacchierando con Francesca ed è stato divertente raccontare questo lavoro. Era la prima volta che se ne parlava in un film. Ed è interessante vedere come questo universo di lusso sia mediato da una donna che non è ricca, che non potrebbe permettersi una notte in un albergo così visto che guadagna come un qualsiasi operaio specializzato. Finge solo di farne parte, ha una doppia vita.

Ivan Cotroneo: Come sceneggiatore si partecipa spesso ai sopralluoghi e alle riprese, in questo caso andare sul set era un vero terno al lotto. Io e Francesca ci siamo alternati. È stato divertente. Pensando alla solitudine, poi, vorrei aggiungere che non è una brutta parola. La solitudine è parte della nostra esistenza, la rende migliore a volte.

Francesca Marciano: Chi non l'ha mai provata in fondo?

Stefano Accorsi: Non è brutta quando la si sceglie e la si vive in modo positivo. È bella se ci si prende degli spazi per noi stessi. Ma solitudine è un po' una parola contenitore che ognuno riempie come vuole.

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