Sapore di te – Incontro con Enrico e Carlo Vanzina

sapore di te
Dopo quasi trent'anni Carlo e Enrico Vanzina tornano a Forte dei Marmi con Sapore di te, il sequel spirituale del loro cult Sapore di mare. Accompagnati dal numeroso cast, i due cineasti romani hanno raccontato alla stampa la genesi della loro ultima fatica

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Dopo quasi trent'anni Carlo e Enrico Vanzina (Mai Stati Unit, Ti presento un amico, Un'estate al mare, La vita è una cosa meravigliosa) tornano a Forte dei Marmi con Sapore di te, il sequel spirituale del loro cult Sapore di mare. Accompagnati dal numeroso cast, tra cui spiccano gli amici di sempre Maurizio Mattioli (Immaturi, Sono un pirata, sono un signore, Viva l'Italia), Vincenzo Salemme (L'amico del cuore, Buona giornata, Baciato dalla fortuna) e Nancy Brilli (Natale in Crociera, Femmine contro maschi, A Natale mi sposo), i due cineasti romani hanno raccontato alla stampa la genesi della loro ultima fatica.
 

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Com'è stato tornare alle atmosfere di Sapore di mare?
Carlo Vanzina: Noi a Sapore di mare siamo molto affezionati. E' stato un pò traumatico accorgersi che trent'anni sono passati in un secondo. Quando abbiamo pensato di fare un nuovo Sapore di mare abbiamo deciso di allontanarci dagli anni sessanta e di iniziare dove finiva quella storia. Non è stato fatto alcun calcolo. Spesso nel cinema italiano si pensa piu al marketing che alla storia. Questo è un film alla nostra maniera: sentimentale. Ci sembrava perfetto raccontare anni ottimisti, oggi che tutto sembra grigio.
Enrico Vanzina: Condivido. La nostra scommessa  è stata appunto raccontare una commedia mettendoci dentro i sentimenti. Forse l'unico che l'ha fatto in questi anni è stato Fausto Brizzi con Notte prima degli esami. Speriamo che i giovani che si approcciano al cinema italiano possano apprezzare il messaggio del film: Chi ha cuore ce la fa.


Rispetto ai primi film qui ci sono piu riferimenti alla società attuale…

Enrico Vanzina:
Nei primi film noi eravamo più giovani e, in più, c'era molta auto-biografia. Oggi che siamo più maturi ragioniamo di più su un film. Anche se ci sono molti riferimenti sociali non abbiamo voluto esagerare, non volevamo fare uno scialbo trattarello di sociologia politica, Allo stesso tempo, però, abbiamo evitato l'errore tipico italiano del buonismo a tutti i costi. Noi abbiamo rappresentato la vita come è. Gli anni ottanta erano quello che si vede nel film, c'era grande ottimismo. Secondo me quel decennio paga molta cattiva stampa visto che aveva anche tantissime cose positive.


Ci racconta la genesi del film?

Carlo Vanzina:
Come ho accennato abbiamo evitato di pensare attraverso il marketing. Se avessi pensato alle tendenze, avremmo dovuto ambientare i film negli anni novanta, come è di moda oggi. Insieme ad Enrico, però, abbiamo optato per il 1983 per legare il film ai suoi precedenti. Sono usciti rumors che dicevano che avremmo fatto il film con il cast originale. Ecco, questa idea non c'è mai passata per la mente. 


In trenta anni come è cambiato il vostro modo di fare commedie?

Carlo Vanzina:
E' una domanda che non mi vorrei fare. Quando guardo i miei vecchi film ritrovo una grande energia, un enorme coraggio. All'epoca film come Eccezziunale veramente venivano fatti di getto. Ora prima di un film ci ragiono molto di più e spesso penso anche al mercato o alle mode. La cifra dei nostri film però rimane sempre il divertimento e l'amore tenero e sincero per i nostri personaggi. Questo sguardo affettuoso per la realtà che racconto l'ho imparato da Monicelli, con cui ho lavorato per molti anni. 


Ci parla del cast, di come è stato scelto?

Carlo Vanzina:
Abbiamo prima di tutto chiamato molti amici con cui ci piace lavora, come Vincenzo Salemme e Nancy Brilli, due attori comici straordinari, e  Maurizio Mattioli, con cui credo abbiamo girato 200 film. Poi ci sono le new entry Giorgio Pasotti e Serena Autieri che spero di aver fatto entrare nella scuderia Vanzina. Per i giovani talenti ho scelto gli attori che più mi avevano impressionato come spettatore. Matteo Leoni è un idolo delle mie figlie mentre Eugenio Franceschini lo avevo notato in Una famiglia perfetta. E' un attore in decollo, sarà il nuovo Scamarcio. Anche Katy Saunders, la nostra Audrey Hepburn, mi aveva conquistato nei due film tratti da Moccia e l'ho voluta per la parte della ragazza. 
Enrico Vanzina:
Per quanto riguarda Mattioli permettetemi di dire che la scena in cui racconta la finale Roma-Liverpool è una prova d'attore magistrale. Diventerà un tormentone.


Quel riferimento meta-cinematografico al fantomatico film  "Amori d'estate" è una presa in giro a tutti gli epigoni estivi che uscirono dopo Sapore di Mare?

Enrico Vanzina:
In realtà il film è pieno di grandi prese in giro. Sia verso il tifoso della Roma che soffre per la sconfitta in amichevole contro il Livorno, sia verso noi stessi. Alla fine noi abbiamo girato Sapore di mare nel '83. Poteva essere il nostro set quello che si vede nel film. Anche il politico fedifrago è una presa in giro della classe politica dell'epoca. Se poi qualcuno vuole vederci dietro qualcuno di preciso è libero di farlo. 

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