Andròn, The Black Labyrinth, ancora in produzione, racconta le vicissitudini di un gruppo di sconosciuti che vengono a trovarsi in un labirinto misterioso e letale. Nel cast spiccano i nomi di Alec Baldwin, Gale Harold e Skin, oltre quelli degli astri nascenti Leo Howard e Michelle Ryan. Alla supervisione degli effetti speciali Michael Kowalski, curatore di The Amazing spiderman, Wolverine e The Incredible Hulk. Durante l'incontro, che si è svolto alla presenza del regista Francesco Cinquemani, del cast e dei produttori Andrea Iervolino e Monika Bacardi, i partner della AMBI Production ricevono il Fauno Danzante per la Miglior produzione italiana all'estero da parte di Raffele De Luca, presidente del Pompei Cinema Festival.

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Hai detto che il tuo film sarà non convenzionale; cosa intendi?

Francesco Cinquemani: Andròn è una novità assoluta nel panorama del cinema italiano contemporaneo: è stato pensato come una trilogia nel genere sci-fi avventuresco, si tratta di un film che elude la classica struttura in tre atti, si presta a diversissime chiavi di lettura, è stato girato in presa diretta in inglese ed ha un cast internazionale che copre ben nove stati (America, Inghilterra, Irlanda, Francia, Italia, Kazakhstan, Spagna, Canada e Malta).

Quali sono stati i tuoi modelli, le tue fonti d'ispirazione?

Francesco Cinquemani: Ovviamente si tratta di un omaggio al cinema fantastico e ai suoi maestri: con questo film ho voluto esplorarne e tradizioni aggiornandole al presente attraverso tecniche all'avanguardia. E' un film scritto quasi per istinto, forse in modo anticonvenzionale. Mi sono ispirato a Lynch, a Cronenberg, a Cube, a Matrix.. troverete sicuramente tanti precedenti, nonostante i quali ho cercato di tenere una certa originalità.

Com'è stato lavorare in questa produzione?

Gale Harold: Fantastico, meraviglioso, come se fosse Natale tutti i giorni: il catering italiano è decisamente migliore di quello americano… Comunque, scherzi a parte, sono onorato di aver fatto parte di questo progetto. Sono un grande appassionato di cinematografia italiana e lavorare ad un made in Italy è sempre stato un mio sogno. Certo devo ammettere di essermi sentito disorientato più di una volta: come il mio personaggio non sapevo esattamente dove andare o cosa stesse succedendo, ma è stato molto stimolante.

Michelle Ryan: Ho adorato lo spirito collaborativo che c'era fra di noi. Francesco era sempre aperto alle nostre opinioni ed ognuno dei presenti ha lavorato al meglio per costruire un buon film; c'era Leo che con il suo entusiasmo riusciva a trascinare tutti…

Leo Howard: …ma ci sono state anche diverse lacrime e ossa rotte, se pensi alle scene di lotta (indica Gale che ha due dita fasciate). Personalmente ho adorato il coraggio di Francesco, la sua voglia di rompere gli schemi tradizionali.

Skin: Io ero al mio debutto ed avevo un'infinità di battute. Per me è stata un'esperienza nuova ed esaltante: si tratta forse del più bell'album che abbia mai fatto.

Il titolo si rifà al greco? Per Andròn intendi "luogo riservato agli uomini"?

Francesco Cinquemani: No, in realtà deriva dal latino 'corridoio'. Volevo una parola che suonasse bene in inglese ed il cui significato evocasse qualcosa di ancestrale e moderno al contempo: a ben pensarci la parola “andron” ricorda molto androide, no? Ma non voglio anticiparvi troppo: desidero che il mio sia un film-labririnto nel quale possiate perdervi come succede ai miei personaggi e solo allora potrete decidere se, come spero, ne sia valsa veramente la pena.

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