UN RAGAZZO D'ORO – Incontro con Pupi Avati, Cristiana Capotondi, Giovanna Ralli

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Conferenza stampa molto affollata per il ritorno alla regia di Pupi Avati che presenta il suo nuovo film Un ragazzo d'Oro. Cast all star con Riccardo Scamarcio, Sharon Stone (assenti quest'oggi), Cristiana Capotondi e Giovanna Ralli (presenti in conferenza). Il film uscirà in ben 300 copie dal 18 settembre

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Togliamoci subito la domanda più ovvia: come sei arrivato a Sharon Stone? Che esperienza è stata?

Pupi Avati: Devo dire che Sharon mi è venuta in mente immediatamente, appena iniziato a scrivere il personaggio di Ludovica: ex attrice e ora editrice in seguito a un buon matrimonio. Serviva un'attrice che a prescindere dalle sue doti recitative avesse una magnetica presenza scenica, che fosse una icona riconosciuta ovunque con la sua sola immagine. Da questo punto vista poche attrici possono vantare questa cosa. In effetti arrivare a lei è stata una cosa complessa, se pubblicassi il carteggio tra mio fratello e l'avvocato americano ne vedreste delle belle, sarebbe un capolavoro. ma del resto le star americane sono talmente professionali da curare sino allo sfinimento ogni dettaglio, per loro la sceneggiatura è come un rogito, ti impegni a quella singola parola. E dopo molto tempo di "patteggiamento" siamo arrivati alla conclusione.

Antonio Avati: all'inizio ha avuto un atteggiamento tipico da grossa star un po' in declino. Pian piano però, quando ci avvicinavamo a Roma tra fotografi e operatori, un po' è cambiata. Ha ripreso ad essere la diva Sharon Stone, e qualche capriccio sul set lo ha anche fatto…

Rilavorerebbe con lei?

Bah organizzandosi si…sapendo ciò che fa, ciò che non intende fare, ciò che la blocca, ecc…organizzandosi bene prima, si.

Ancora una storia padre/figlio, anche se molto diversa dal passato. Un tuo tema ricorrente..

Questa è una ossessione che deriva dal fatto che io e i miei fratelli siamo cresciuti senza padre, che morì quando eravamo appena bambini. All'inizio devo dire che crescere senza padre è stato anche un vantaggio da certi punti di vista, mi ha permesso di essere creativo, di dedicarmi alle mie passioni più pazze, che forse con una figura paterna accanto sarebbe stato più difficile. Ovvio che con la crescita una figura paterna inizia a mancare, ti chiedi come sarebbe stato se ci fosse stato, molti miei film derivano da questa sensazione. Pensate che negli ultimi tempi mio padre aveva anche pensato di produrre un film, era venuto anche a Roma per questo. Non lo ha mai potuto fare. Ora vorrei raccontare a mio padre la mia vita, i miei tanti film fatti, il mio essere stato direttore di Cinecittà. Per quanto riguarda questo film credo che il personaggio di Scamarcio sia un figlio straordinario, un ragazzo d'oro, che mette a repentaglio la propria salute mentale per ricompensare la memoria del padre che non ce l'ha fatta.

http://mr.comingsoon.it/imgdb/PrimoPiano/35503_fb.jpgUn film che da altri punti di vista sembra meno "avatiano" del solito…

Forse è vero, e forse il perchè va ricercato nel cosceneggiatore che è mio figlio. Uno sguardo più presente sull'essere figlio.

La creatività è vincolata alla follia?

Bella domanda. Io credo di si, assolutamente si. La follia è la cosa che ti estranea da questo presente, che ti allontana dalle sottrazioni e dalle addizioni di ogni giorno. La creatività tracima gli schemi, è un alterazione che si prende il lusso di non rassegnarsi alle mode.

La vostra esperienza?

Capotondi: volevo da tanto tempo lavorare con Pupi Avati. E devo dire che l'esperienza con Sharon Stone è stata interessantissima. Vedere l'industria hollywoodiana incontrare il cinema artigianale degli Avati è stata un'esperienza unica. Lei incarna un divismo assoluto e un po' fuori moda di questi tempi…

Ralli: ho adorato lavorare con Pupi, che ritengo un poeta, che sa estrarre cose uniche dalle persone. Il mio è una madre italiana, ma anche con venature nuove, diventa complice del marito anche nei suoi non detti.

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