The Equalizer – Il vendicatore. Incontro con Antoine Fuqua e Denzel Washington


Oggi a Roma, a due passi da Piazza del Popolo è stato presentato alla stampa italiana The Equalizer – Il vendicatore, il nuovo film di Antoine Fuqua. Il regista di Training Day, accompagnato dal protagonista, si è intrattenuto con i giornalisti raccontando la genesi del film e le sue fonti d'ispirazione cinematografica.

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Oggi a Roma, a due passi da Piazza del Popolo (all'Hotel de Russie) è stato presentato alla stampa italiana The Equalizer – Il vendicatore, il nuovo film di Antoine Fuqua. Il regista di Training Day, accompagnato dalla star Denzel Washington, si è intrattenuto con i giornalisti raccontando la genesi del film e le sue fonti d'ispirazione cinematografica.

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Il suo protagonista è un personaggio particolare, come l’ha descritto a Denzel Washington?

Antoine Fuqua: In realtà è stato Denzel a propormi il film. Un giorno ci siamo seduti di fronte, leggendo la sceneggiatura e abbiamo provato a costruire il nostro eroe. E’ stato lui ha portare molte cose che non c’erano nello script come i disturbi ossessivi, il taglio di capelli, la scelta delle camicie. Tutti i dettagli sono farina di Denzel.

 

 

Cosa l’ha portata, allora, a creare questi dettagli?

Denzel Washington:
Ho pensato che i disturbi ossessivi, i suoi gesti ripetitivi, rendessero bene il mondo interiore di quest’uomo, la sua reazione alla scomparsa moglie. Lui ha un enorme caos interno e mettendo in ordine le cose intorno a lui, pensa di trovare la pace.

 

Ci sono state difficoltà sul set, ad esempio nel lavoro sui tatuaggi?

Antoine Fuqua: Lo splendido lavoro sui tatuaggi, costato intere giornate di lavoro è solo merito della nostra truccatrice. E’ stato il frutto di ricerche di mesi. Nelle riprese, come sempre, il giorno più difficile è stato il primo giorno. Come regista sei sempre ansioso al primo giorno, io in più dovevo ricreare il feeling con Denzel. Alla fine è andato tutto benissimo

 

La scena nel negozio di attrezzi è incredibile…

Denzel Washington: Nello script non esisteva. Sono stati il regista e lo stuntman a inventare tutto, giravano per il negozio e si faceva venire folli sul momento, ispirandosi agli attrezzi che trovavano.

 

Il suo personaggio si esprime molto attraverso gli occhi. A lavorato parecchio sulla sua espressività?

Denzel Washington:Se mi stai chiedendo se ho passato ore davanti allo specchio, no, non l’ho fatto. Il mio è stato piuttosto un lavoro interiore. L’importanza dei miei occhi è dovuta all’utilizzo di macchine speciali che hanno permesso ad Antoine di avvicinarsi il più possibile. Poi lui è anche un grande fan di Sergio Leone.

 

 

Dunque lei ama Sergio Leone?

Antoine Fuqua: Sin da ragazzino amavo i suoi film, il suo stile. Pur non capendo nulla di come si facesse un film le consideravo pellicole realizzate in modo eccezionale. Mi piaceva il ritmo, l’umorismo e trovavo bello il fatto che il pistolero protagonista facesse sempre la cosa giusta.

 

Lei non si è fatto incatenare in nessun sequel o saga. E’ impossibile per un attore evitare tutto questo?

Denzel Washington:Per me non è impossibile. Io credo che l’esistenza di un sequel la decida il pubblico, non gli studios. Se gli spettatori decidono che debba esserci un secondo episodio, solo allora io, con una sceneggiatura buona, decido se voglio essere coinvolto o meno. E’ anche il caso di The Equalizer. Parteciperò ad un eventuale sequel solamente se la sceneggiatura sarà buona.

 

 

Cosa rappresenta per lei, ancora oggi, Tony Scott?

Denzel Washington:
Tony era un caro amico ed era un grandissimo cineasta, adoravo lavorare con lui. Mi manca molto, anche perché era uno spirito generoso che mi ha insegnato tanto.

 

Quali registi mette tra le sue influenze?

Antoine Fuqua: Io amo il cinema e ne vedo tantissimo. Tra i registi che mi hanno condizionato metto ovviamente Sergio Leone, Martin Scorsese, Francis Ford Coppola e Sidney Lumet. Poi anche i vecchi classici, come Nemico pubblico e il primo Scarface.

 

Se facesse un remake a che film si avvicinerebbe?

Antoine Fuqua: Forse proprio Nemico pubblico perché è una pellicola con cui mi identifico. Prossimamente mi accingo a realizzare I magnifici sette proprio con Denzel. Sono eccitato anche perché amo molto I sette samurai. E’ ovvio che esistano altri film che non mi azzarderei mai di toccare. Ad esempio io amo Fellini, non sarei capace a fare un film come lo faceva lui. Adoro anche Nuovo Cinema Paradiso di Tornatore. Quando sono depresso lo guardo e mi ricordo quando ero bambino e per scappare dalla delinquenza mi rifugiavo nei cinema. Quel film racconta la mia vita e non penserei mai di poterlo rifare.

 

Nel film abbiamo anche trovato diversi riferimenti al cinema di Michael Mann, pensiamo alla scena del dialogo tra Denzel Washington e Marton Csokas o alla scena finale sul mare. Mann è stata una sua fonte di ispirazione?

Antoine Fuqua: Micheal è un amico e ci frequentiamo molto. Amo il suo cinema, forse riferimenti sono passati di default. In realtà la scena del confronto a tavola è presente in tanti film, noi ricordiamo solo quella di The Heat perché era interpretata da Al Pacino e Robert De Niro. La scena del mare invece era nata all’improvviso, ci siamo imbattuti in questa luce e ho deciso sul momento di girarla perché trovavo tutto bellissimo. Forse il punto di contatto è la canzone di Moby, ma l’ho messa solamente perché Eminem tardava a consegnarmi il suo pezzo.

 

Da attore ha avuto grandi rimpianti, film che non ha girato?

Denzel Washington: Ho rifiutato tanti grandi film. Ad esempio Seven, mi sembrava troppo sadico. All'epoca avrei dovuto interpretare il ruolo di Brad Pitt ora molto probabilmente farei quello di Morgan Freeman. Ho rifiutato anche Micheal Clayton, nonostante Pollack mi volesse nel film. Era un'opera prima, non mi sentivo sicuro.

 

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