E' stato presentato alla Casa del Cinema di Roma Perfidia, film diretto da Bonifacio Angius e in uscita al Nuovo Cinema Aquila dal 27 novembre. Oltre al regista, è stato presente anche l'attore protagonista Stefano Deffenu.

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Ci racconti la genesi del progetto.

Bonifacio Angius: Il racconto è nato in maniera istintiva, il film racconta di situazioni che ho vissuto e personaggi che conosco. La prima versione della sceneggiatura è stata scritta di getto, in quindici giorni. Poi, per caso, a Roma, ho incontrato, senza cercarlo, Fabio Bonfanti. Ci siamo trovati bene durante la fase di scrittura e abbiamo lavorato sulla sceneggiatura fino al primo ciak; l'abbiamo ritoccata molte volte, compreso quando giravamo il film. Abbiamo convinto il produttore facendogli leggere la sceneggiatura, anche se si è reso conto che non era un film appetibile dal punto di vista commerciale. Per girarlo abbiamo impiegato cinque settimane di riprese.

E' una figura di bamboccione un po' sinistra quella che racconti nel film.

Bonifacio Angius: Sì, bamboccione? Non lo so. Vogliamo continuare a descrivere i trentenni italiani come bamboccioni, ma io non credo sia la realtà delle cose. A molti di questi trentenni non sono stati dati i mezzi per affrontare la realtà o le opportunità per avere un futuro lavorativo. Nel film il rapporto del padre diventa oppressivo una volta che si accorge che il figlio non è in grado di camminare con le proprie gambe, e se ne accorge troppo tardi. Cerca di aiutarlo in maniera impulsiva, ma non potrà mai avere dei risultati positivi. La protezione del figlio, raccontata attraverso dei piccoli riferimenti, viene più dalla madre, il padre è assente fin quando non si accorge che suo figlio è diventato un bambino non cresciuto.

La dimensione politica del film?

Bonifacio Angius: Io mi sono attenuto alla realtà delle cose. Molto spesso si è abituati a reagire attraverso un sistema clientelare, è un fatto radicato nella nostra società. Il padre sa soltanto che, entrando in politica, potrebbe provare a sistemare il figlio, ma non gliene importa nulla della politica. Molta gente di quella generazione, in provincia, sono abituate tutte a ragionare in quel modo lì, quindi la mia non è una denuncia, lo fanno senza una malignità, lo fanno e basta. Il padre non è un uomo cattivo o scorretto, fa parte della modalità in cui la gente di quel tipo si rapporta con la politica, vuole instaurare rapporti con i politici per avere un aiuto.

Qual è la tua idea sul tuo personaggio?

Stefano Deffenu: Bonifacio, quando ha scritto il film, aveva me in mente. Lui ha preso delle cose mie e le ha messe nel personaggio. Siamo appassionati di cinema e abbiamo discusso molto sul mio personaggio pensando a qualcuno come Charlie Chaplin. Abbiamo fatto un mese di prove con l'attore che interpreta mio padre, siamo entrati in connessione. Bonifacio voleva la naturalezza della recitazione, dovevo entrare dentro questo personaggio che all'inizio sembra quasi autistico, ma poi cresce fino al finale che rappresenta l'inizio della fine.

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