Joaquin Phoenix e Paul Thomas Anderson oggi a Roma per Vizio di forma

Paul Thomas Anderson Inherent vice
In occasione dell'imminente uscita (il 26 febbraio) dell'attesissimo Vizio di forma, l'attore e il regista sono venuti oggi a Roma per raccontare la genesi del film e il loro rapporto con il materiale originale, l'omonimo libro del maestro Thomas Pynchon.

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Paul Thomas Anderson Inherent viceIn occasione dell'imminente uscita (il prossimo 26 febbraio) dell'attesissimo Vizio di forma, Paul Thomas Anderson e Joaquin Phoenix sono venuti a Roma per raccontare la genesi del film e il loro rapporto con il materiale originale, l'omonimo libro del maestro Thomas Pynchon. Nelle sale dell'Hotel De Russie, a due passi da Piazza del Popolo, l'attore e il regista si sono intrattenuti con la stampa italiana.

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Joaquin Phoenix, trascinato dal suo solito "entusiasmo" nei rapporti con i giornalisti, ha parlato del lavoro fatto per la costruzione del personaggio Doc Sportello. "Non ho dovuto vedere film particolari, mi sono limitato a usare il libro di Pynchon come unica fonte di ispirazione. Il lavoro di ricerca e di ricostruzione è stato fatto da Paul, il suo ufficio diventa un mondo a parte quando inizia a lavorare a un nuovo film. Mi sono limitato a seguire le sue indicazioni. Personalmente non ho fatto sforzi particolari per interpretare Doc, la malinconia che rappresenta era già presente nel libro, non l'ho aggiunta io con la mia recitazione. Io lavoro solo d'istinto, non riesco a fare altrimenti, mi sembra di vendere qualcosa al pubblico. "Anche sul rapporto con Anderson, Phoenix non si risparmia. "Paul è una persona che mi piace. E' molto calmo e quando lavori con lui entri dentro a un mondo particolare ed è affascinante e divertente fare questo viaggio insieme."  E se non perde l'occasione di scherzare ("Potrei dirvi molte cose su Doc e sulle differenze con il personaggio che ho interpretato in The Master ma alla fine direi solo tante cose buone per riempire il tempo") il divo tiene a sottolineare soprattuti meriti del suo regista ("le mie interpretazioni sono principalmente il frutto della guida dei registi. Vorrei attribuirmi dei meriti e dire che sono un genio ma mentirei"). Prima di finire, trova anche l'occasione per menzionare l'ottimo lavoro fatto dal musicista Jonny Greenwood. "Il suo lavoro è stato meraviglioso, avevo sentito una prima versione durante le riprese ma la soundtrack completa è fantastica, piena di riferimenti."

 

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La conversazione con Paul Thomas Anderson, invece, si è concentrata soprattutto sulle fonti d'ispirazione e il significato della storia di Doc. Su Pynchon Anderson è chiaro. "Non ho avuto rapporti con lui perchè cosi ha voluto. Ma credo che sapere e conoscere Pynchon non sia stato fondamentale per me. Lui potrebbe essere chiunque ma l'importante si trova solo nei suoi libri. Sapevo che sarebbe stato difficile adattare un suo lavoro ma mi sono solo limitato ad adattare una storia con un personaggio che ha una missione da compiere." Sul senso di malinconia del film, il regista ha la sua teoria. "Il film, come il libro, in qualche modo, racconta un sogno a cui non possiamo più tornare. Quel periodo è stato l'ultimo in cui si poteva essere davvero sentimentali. Abbiamo perso del tutto quell'innocenza. L'inizio della fine è stata l'ascesa della banda di Charles Manson." Le fonti d'ispirazione, per sua stessa ammissione, sono state tantissime. "Dalla musica che sentite nel film, con tutte le mie canzoni preferite, a Neil Young ho avuto tantissimi, troppi, suggerimenti. Ho visto diverse volte il bel documentario The most dangerous man in America sul lavoro della CIA." Orgoglioso della scelta dei suoi attori, specie per Katherine Waterston ("volevo già lavorare con lei ma quando l'ho vista per un provino ho capito che aveva il volto e il corpo da anni 70, era perfetta") Anderson ha voluto parlare anche dell'anima noir del suo film. "Il lato crime delle indagini di Doc Sportello, ovviamente, era già presente nel libro. Rientra in un'idea che Pynchon ha già affrontato in altri libri. Lui afferma che si potrebbe andare in cerca di risposte per tutta la vita, sempre dietro a misteri che non si svelano mai. La soluzione è o credere che tutto sia mosso da una fantomatica cospirazione o accettare che ogni cosa abbia un vizio di forma intrinseco dentro di sè."
 


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