SOL LEVANTE – La grande avventura di Hols

Un classico del catalogo Toei, che vede l'esordio alla regia di Isao Takahata, affiancato da molti grandi animatori: un progetto che segna una netta cesura con gli standard dell'epoca attraverso una storia inneggiante al senso del meraviglioso e al valore della solidarietà

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In Italia è stato distribuito con i titoli La grande avventura del piccolo Principe Valiant e Il segreto della Spada del Sole ma pochi ne ricordano l'uscita in sala o i rari passaggi in tv. Eppure La grande avventura di Hols, il Principe del Sole (traduzione dell'originale "Taiyo no Ouji – Horusu no Daiboken") è uno dei film di animazione più importanti mai realizzati in Giappone, che può annoverare alla regia un nome importante come quello di Isao Takahata, qui al suo debutto nel lungometraggio, oltre a un ricco di cast di animatori dove spiccano Hayao Miyazaki, Yasuji Mori e Yasuo Otsuka. Il film, del 1968, si iscrive in effetti nel periodo dei grandi lungometraggi animati della Toei ma si distingue dagli stessi per un rifiuto abbastanza marcato della componente infantile e per un altrettanto netto diniego dei cliché mutuati dai capolavori animati della Walt Disney.

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Protagonista della storia è Hols, giovane transfuga da un villaggio distrutto dal demone dei ghiacci Grunwald. Rimasto solo dopo la morte del padre, il ragazzo torna nella terra natale e trova accoglienza in una comunità che vive in pacifica armonia con la natura. Grunwald però non ha smesso di minacciare il nostro eroe, la cui principale risorsa è costituita dalla leggendaria Spada del Sole, estratta dalla spalla del gigantesco uomo di pietra Moog. Ma l'arma ha bisogno di essere temprata e intanto gli attacchi al villaggio da parte delle creature al servizio di Grunwald si susseguono, dai lupi argentati al mostruoso luccio che divora i pesci del fiume fino a un esercito di topi. L'intreccio si arricchisce ben presto con l'arrivo al villaggio di Hilda, una ragazza dal dolce canto che però nasconde un temibile segreto, essendo la sorella di Grunwald, costretta ad obbedire al fratello e per questo obbligata ad eliminare Hols.

E' complesso individuare possibili modelli e ispirazioni per La grande avventura di Hols: il nome del protagonista sembrerebbe derivare da Horus, il figlio di Osiride della mitologia egizia, ma scenari e toni paiono rifarsi invece alle leggende del Nord Europa. Peraltro Takahata inizialmente pare volesse ambientare la storia tra gli Emishi, una minoranza che aveva abitato il Giappone settentrionale nel 7° secolo, ma i produttori lo fecero desistere dal proposito. Aspetti che tutti insieme forniscono comunque un intrigante spaccato del fertile immaginario che il film è capace di smuovere, rinnovando in ogni inquadratura quel senso del meraviglioso che rende unici i classici del periodo Toei. Peraltro, all'epoca della realizzazione di Hols, lo Studio era scosso da scioperi provocati dal troppo lavoro e questa situazione di instabilità procurò una inaspettata libertà a Takahata e compagni, che fecero riflettere nel loro lavoro i coevi movimenti sessantottini, inserendo tematiche tutt'altro che banali, come valore della solidarietà in una comunità dove non esistono gerarchie ed è l'insieme a costituire la forza contro i pericoli. Non a caso, nonostante si evidenzi subito come Hols sia capace di imprese straordinarie e lo si veda inizialmente combattere con valore contro un branco di lupi inferociti, la sua Spada del Sole ha bisogno dell'aiuto di tutta la comunità per poter ottenere nuovamente la tempra necessaria a sconfiggere Grunwald. Questo momento topico arriva però dopo un lungo processo che vede gli intenti di Hols messi in discussione da una comunità troppo spesso divisa e agitata dai malumori di chi detiene il potere o è prossimo ad acquisirlo. Oltre che da Grunwald, infatti, Hols deve guardarsi anche dalle macchinazioni di Drago, il consigliere del capo villaggio, uomo vile e geloso nei confronti delle attenzioni e dell'affetto che il ragazzo riceve da tutta la comunità. Il villaggio è difatti un luogo che, in virtù del proprio rapporto profondo con la natura (tema caro a Takahata e Miyazaki), è abitato da gente semplice, dove soprattutto i bambini riverberano la dolcezza dei colori e dei suoni di un mondo meraviglioso.

A complicare la dicotomia fra il mondo innocente dei piccoli e quello evidentemente più oscuro degli adulti è però proprio il personaggio di Hilda, stretta tra l'obbedienza al fratello e il desiderio di emancipazione che passa inevitabilmente con il poter abbracciare la vita del villaggio. Legata al consanguineo dalla Medaglia della Vita che le conferisce l'immortalità ma al contempo la rende differente dagli uomini, Hilda è un concentrato di sentimenti contrastanti, capace di essere al contempo un angelo dal dolce canto ma anche un demone che deve onorare la malvagità del fratello attentando alla vita di Hols. Proprio Hilda riflette alla perfezione la problematicità della vita che il film non nasconde, non glissando sulla morte delle persone care (a iniziare dallo stesso padre di Hols), prendendo quindi nettamente le distanze dalla bidimensionalità del cartoon per ragazzi.


D'altronde la stessa messinscena dimostra una maturità invidiabile. L'animazione è molto fluida, capace di descrivere al meglio sia il movimento dei corpi che la risposta degli stessi dinanzi alle asperità del terreno o al contatto violento con i nemici, fatto che conferisce una inedita fisicità agli scontri. Non è difficile vedere riflessa in questi momenti la maestria di grandi artisti come Yasuji Mori e lo stesso Miyazaki. Per contro i disegni sono molto semplici, secondo uno stile tipico di Takahata (basti pensare ad Heidi) e non mancano momenti gustosi e visionari, come quello che vede Hols precipitare nella Foresta Impenetrabile, oltre ad alcune trovate lievi e ironiche (le lische di pesce usate come frecce) in grado di rendere variegato l'insieme. In un paio di momenti, comunque, alcune scene più concitate sono curiosamente rese con dei fermo immagine.


 

Nonostante gli otto mesi preventivati per la sua realizzazione, La grande avventura di Hols richiese tre anni per essere portato a termine, sforando ogni preventivo di spesa e assicurando a Takahata la fama di regista poco commerciale. Infatti la Toei, probabilmente spaventata dalla natura eccessivamente progressista della storia, non provvide a una distribuzione adeguata, fatto che determinò un sonoro insuccesso per il film. Ciononostante gli studenti lo amarono, perché vi ritrovarono gli ideali delle loro battaglie. Ma soprattutto è l'incredibile vitalità di un testo che periodicamente torna a far parlare di sé e a sorprendere ancora oggi. Hayao Miyazaki ne ha ripreso molti spunti dieci anni dopo in Conan il ragazzo del futuro, serie tv che di Hols può definirsi ben più che un'erede. In Francia, invece, il film è stato distribuito nei cinema con entusiasmo nel 2004 (e l'edizione in DVD della Wild Side è prestigiosa e curata), mentre per l'Italia si parla da tempo di un possibile rilancio da parte della Art of Grace, la casa che ha già curato la riedizione de Il gatto con gli stivali. Al momento, però, l'unica cosa certa sembra essere l'imminente uscita in DVD per la Cinehollywood, sempre con il titolo La grande avventura del piccolo Principe Valiant (mutuato dalla versione americana), anche se nel doppiaggio il protagonista conserva in ogni caso il nome di Hols. La stessa Cinehollywood si era peraltro già occupata della vecchia edizione in VHS, che purtroppo sacrificava il formato cinemascope in favore di un brutto fullscreen, e vogliamo sperare che la cosa non si ripeta con il DVD. I precedenti non sono comunque incoraggianti in tal senso e le caratteristiche annunciate sembrano lasciar intuire la presenza del solo audio italiano. Per vedere in modo adeguato Hols impugnare la sua Spada del Sole contro Grunwald, per la felicità della sua gente e i sogni dell'amica Hilda, bisognerà probabilmente ancora aspettare.

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