SOL LEVANTE – Death Note

death note
Autentico fenomeno commerciale di inizio millennio, articolato su più fronti espressivi e basato sulla fusione di horror e giallo: un prodotto scaltro ma furbo, che rielabora miti e cliché in nome di uno spettacolo dalle ambizioni alte

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Death NoteProbabilmente anche chi non è avvezzo all’universo anime (e manga) avrà sentito parlare di Death Note, un autentico fenomeno che vanta un enorme successo commerciale e un percorso artistico che, partendo dal fumetto di Tsugumi Ohba e Takeshi Obata (pubblicato in Italia da Panini/Planet Manga) si dipana poi attraverso una serie animata di 37 puntate (trasmessa da Mtv e pubblicata in DVD sempre da Panini), tre film cinematografici dal vero e una futura trasposizione hollywoodiana che continua a fare capolino tra i “si dice” della Rete (al momento pare in pole-position la Warner Bros).

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La vicenda parte da un assunto in verità molto semplice nella sua originalità: lo studente modello Light Yagami si ritrova fra le mani un “Death Note”, ovvero un quaderno capace di dare la morte soltanto scrivendo il nome della vittima designata sulle sue pagine. Il proprietario è uno shinigami (dio della morte) smanioso di vincere la noia della sua condizione osservando l’effetto che quelle pagine potranno portare nel mondo degli umani. Passata la sorpresa iniziale, Light inizia a sfruttare il potere del quaderno per liberare il mondo dai malvagi, e scatena in questo modo la psicosi di “Kira” (traslitterazione giapponese della parola “Killer”), giustiziere misterioso che suscita l’interesse dei media e attira ben presto l’attenzione anche di un rivale, il misterioso detective “L” (Elle). Questo presupposto innesca una lunga sfida tra i due antagonisti, fatta di continui colpi di scena, deduzioni geniali e il continuo ricorso al doppio gioco da parte di un Light che si finge disposto a catturare Kira e per questo riesce a partecipare alle indagini dello stesso L, con l’intento di ucciderlo al momento opportuno senza far ricadere minimamente i sospetti su di sé.

Sebbene gli autori di manga e anime insistano su iconografie di stampo religioso e mitico, allo scopo di conferire alla struttura thriller una caratura horror-misticheggiante, appare abbastanza evidente come l’immagine della partita a scacchi sia la più calzante per descrivere la storia e per la tendenza dimostrata dal racconto di anteporre il meccanismo narrativo ai personaggi stessi: siamo infatti di fronte a due antagonisti a grado zero, privi di reale spessore psicologico e definiti esclusivamente in base al proprio ruolo e al rispettivo antagonismo, tanto da apparire fisicamente opposti (Light è elegante nell’aspetto e nei modi e ha successo nei rapporti interpersonali, L è trasandato e vagamente inquietante, oltre a non condurre una vita sociale) ma Death Note_DVD italianointimamente identici (entrambi non accettano la sconfitta e sono molto intelligenti). I due, nel continuo rimpallo di ipotesi e tentativi di smascherarsi (e incastrarsi) a vicenda, dettano i tempi di un incedere cervellotico dove ciò che conta principalmente, ai fini della storia, è anticipare lo spettatore e stupirlo con continui colpi di scena. Si innesca in questo modo una triangolazione che alla classica dicotomia Light/L unisce il gioco di aspettative con lo spettatore, ad ogni passo appagato o deluso, spesso con una furbizia un po’ stucchevole.

Nel complesso va comunque riconosciuto allo sceneggiatore Tsugumi Ohba il merito di aver creato un meccanismo davvero appassionante, che riesce peraltro a non apparire mai statico, nonostante il suo affidarsi quasi esclusivamente al dialogo (secondo una direttrice tipica del “giallo” tradizionale), e che dimostra di maneggiare la materia con grande sicurezza, tenendo sempre desta l’attenzione. Stessa qualità che si può peraltro riscontrare nella regia di Toshiki Inoue, che permette alla serie animata di indovinare sempre il tono e il ritmo e di unire (in ossequio agli standard delle produzioni MadHouse) una notevole eleganza formale (ottimi i disegni, insieme alle musiche di Hideki Taniuchi) con alcune trovate stilistiche originali e pertinenti al racconto (come la trasfigurazione in rosso di Light per evidenziare i suoi pensieri omicidi in contrasto con l’apparenza di studente modello).

La padronanza dei codici espressivi è palese anche se consideriamo la sapienza con cui gli autori riescono a celare la precisa progettualità su cui si fondano i personaggi, con i loro tic e con le iconografie punk degli shinigami, pensate apposta per garantire una sicura presa nell’immaginario giovanile. E’ un aspetto che è ben presente, ma riesce a scivolare fra le pieghe del racconto, che rimane la componente primaria del tutto.

Certo, lo spettatore più accorto non tarda a rendersi conto della freddezza di un meccanismo spesso indirizzato verso soluzioni verosimili più che logiche, che tradiscono la necessità di non perdere tempo con i dettagli se la posta in gioco è portare avanti la sfida: e se i protagonisti, come già rimarcato, per questo motivo non spiccano particolarmente, a farne le spese è soprattutto quella componente morale rivendicata con forza sia da Light che da L, che stabilisce la forte ambizione della storia. La contesa fra i due rivali palesa infatti una visione che si autodefinisce come morale sebbene sganciata dalle logiche della legalità: abbiamo perciò un killer privo di scrupoli, che punisce però soltanto i malvagi e si ritiene per questo il fautore di un nuovo e più giusto ordine mondiale, opposto a un detective altrettanto spietato nella sua ricerca del colpevole, Death Note_manga italianoche non esita a sacrificare qualche innocente pur di raggiungere il suo scopo. Il fulcro del racconto è ovviamente la definizione di un concetto morale sganciato da qualsiasi contesto e proteso unicamente verso la sfera dell’assoluto, al punto che Light, nel rinunciare ai suoi poteri e ai ricordi collegati al quaderno, finisce per inorridire della mostruosità insita in Kira (riacquisterà poi i ricordi e con essi i suoi propositi omicidi). Il senso è abbastanza chiaro: il mostro è sempre l’altro da sé, in un mondo che non sembra lasciare spazi per l’autocritica, ma il salto della barricata può corrompere chiunque.

Si prosegue pertanto su questa scia, tentando un precario equilibrio fra una certa qual glamourizzazione dell’omicida (il fascino che Light e Kira esercitano è evidente) e una sua demonizzazione, che non lascia però grandi spazi alla necessaria distanza fra narrazione e personaggi, tanto da far dubitare della sincerità degli intenti in una storia dove ogni personaggio è una semplice e sacrificabile pedina, nessuno escluso. Non a caso a risultare più complessi e interessanti sono i comprimari, dal sovrintendente Yagami (padre di Light e capo della squadra d’indagini), che investe molto in termini personali nella vicenda ed evidenza la fatica della rettitudine, al poliziotto Matsuda (imbranato ma sincero, spesso al centro di importanti svolte narrative e che in alcuni casi si fa interprete degli eventuali dubbi dello spettatore), allo shinigami "romantico" Rem, fino alla giovane idol Misa che aiuta Light poiché innamorata di lui (un personaggio purtroppo destinato a cadere in una certa stereotipizzazione con il procedere degli eventi).

A sintetizzare il tutto arriva infine la chiosa dello shinigami Ryuk (“per un po’ non ci siamo di certo annoiati”), che ribadisce la natura ludica di un giallo che pretende d’essere molto di più.

 

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    2 commenti

    • Che dire? Death Note è una sorprendente realtà dei nostri giorni. Impeccabile sotto tutti i punti di vista. Vi garantisco che è l'unica serie attuale piena di stereotipi, topoi e logos tipici del genere thriller che non risulta mai e in nessun modo stereotipata! Un piccolo gioiello narrativo moderno superiore anche a molte produzioni "live action" europee e americane. Consiglio a tutti di avvicinarsi a Death Note anche a chi detesta il mondo dei manga e degli anime. Sfido chiunque a dire che ne rimarrà deluso.

    • Si è vero, Death Note è un capolavoro, perchè i personaggi sono tutti intriganti e tutti geniali a modo loro.<br />Il mio personaggio preferito è Light, che sicuramente crede di essere dalla parte della giustizia, e che a modo suo lo è.<br />Lui crtede che il mondo stia andando in rovina, e decide di sistemarlo a modo suo con un pugno di ferro e senza dare una seconda possibilità a nessuno.<br />Per lui questo sarebbe un mondo ideale!!!!!!!<br />Adoro death note e come D sfido chiunque a dire che ne rimarrà deluso.