"Sognando Beckham", di Gurinder Chadha

Un “Billy Elliot” al femminile, a confermare che il calcio è sport rischioso da portare al cinema, e che la vena dei conflitti etnici tra i sudditi della Corona e le ex-colonie, per gli autori di commedie brillanti, non pare ancora essersi esaurita.

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Sognando te cercherò di trovare la mia strada, modificare il tracciato che i miei genitori, la mia famiglia, la mia società, la mia religione hanno già disegnato per me: la giovane Jess, figlia di indiani immigrati in Inghilterra, parla al bel faccino di David Beckham, il pluripremiato e pluritatuato calciatore del Manchester e della nazionale inglese, che – angelo custode formato poster – la osserva dalla testata del letto con uno sguardo ben più penetrante di quello dell'icona indù istituzionale, appesa invece ad una parete del soggiorno. Cosa c'è di meno femminile, meno convenzionale, meno accettabile da una famiglia rigorosamente induista, del fatto che la propria figlia minore, proprio mentre fervono i preparativi per il matrimonio della sorella, si incaponisca a voler mettere a frutto le doti agonistiche che fanno di lei una potenziale calciatrice di livello nazionale?
Da qui muovono le intenzioni della storia, che – con discontinuità e ritmo cedente – sviluppa il tema dei condizionamenti culturali e dell'emancipazione della donna, già affrontati dalla regista in Picnic alla spiaggia; il risultato finale è un Billy Elliot al femminile, senza la valenza della lotta di classe e con l'aggiunta dei contrasti razziali, che avvicina la famiglia della protagonista a tante famiglie italiane per le quali la realizzazione di una donna passa solo per il matrimonio e la procreazione. Del resto, il fatto che "il calcio non è sport per signorine", come diceva Nereo Rocco, o "per abatini" secondo Gianni Brera, sintetizza in maniera estremamente efficiente l'influenza della nostra formazione paraconfessionale sulla (scarsa) libertà, per una donna, di scegliere come vivere la propria vita. Sognando Beckham conferma da un lato che il calcio (nonostante gli sforzi per riprendere le azioni di gioco in modo "nuovo") è sport rischioso da portare al cinema, e dall'altro che – a quanto pare – la vena dei conflitti etnici tra i sudditi della Corona e le ex-colonie (indiani e pakistani in primo luogo), per gli autori di commedie brillanti, non sembra ancora essersi esaurita.

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Titolo originale: Bend it like Beckham
Regia: Gurinder Chadha
Sceneggiatura: Gurinder Chadha, Paul Mayeda Berges
Fotografia: Jong Lin
Montaggio: Justin Krish
Musica: Craig Pruess
Scenografia: Nick Ellis
Costumi: Ralph Holes
Interpreti: Parminder Nagra (Jess Bhamra), Keira Knightley (Jules Paxton), Jonathan Ryhs Meyers (Joe), Archie Panjabi (Pinky Bhamra), Anupam Kher (sig. Bhamra), Shaznay Lewis (Mel), Frank Harper (Mike Paxton), Juliet Stevenson (Paula Paxton)
Produzione: Deepak Nayar, Gurinder Chadha per Kintop Pictures, Bend It Films, Roc Media, Road Movies
Distribuzione: Lucky Red
Durata: 112'
Origine: USA – Gran Bretagna – Germania, 2002

 


 

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