Vitalità del cinema italiano popolare: "Natale sul Nilo", di Neri Parenti

Neri Parenti si rifà – per ritmo, gag incalzanti ma mai frettolose, fluidità della narrazione e della sua rappresentazione, intesa perfetta della coppia stellare (Boldi-De Sica) che muove il gioco della seduzione e degli equivoci – alla commedia italiana classica, ne ripresenta la sua più evidente vitalità, con stratificata sontuosità di sguardo

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Sperduti. E dunque straordinariamente presenti a sé. Dai set innevati del capolavoro vanziniano Vacanze di Natale 2000 a quelli desertici del magnifico Natale sul Nilo di Neri Parenti. Dal freddo al caldo. Dal Nord al Sud. I corpi di Massimo Boldi e Christian De Sica (e non solo i loro) 'si portano', con le loro temperature, in viaggio nello spazio, dentro albe di nuovivecchi millenni. Sperduti nel ri-conoscere sempre dove si è. Nella commedia d'arte (e) popolare e, in questo caso, in uno dei suoi capitoli più riusciti. Commedia che ri-parte da un altro dei luoghi vacanzieri più gettonati dagli italiani fuori porta durante le festività: l'Egitto e le crociere sul Nilo. Il mare al posto dei monti. C'era da credere a un grande film già dal trailer, dalle 'cose mai viste' che annunciava esistere 'dietro' il muro delle piramidi, uno squarcio-cartoon in quella superficie millenaria e 'intatta' che la voracità del movimento o dell'immobilità di corpi sublimi (De Sica e Boldi, certo, ma anche Biagio Izzo, Enzo Salvi, i 'trasversali' Fichi d'India, le letterine in trasferta o la figlia adolescente del carabiniere Boldi che sogna quel mondo) avrebbe disintegrato (memorabile la dissoluzione 'in diretta' davanti ai visitatori della mummia srotolata da un Boldi che ne scambia le fasce per un rotolo senza fine di carta igienica) o quanto meno messo a dura resistenza.

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Neri Parenti si rifà – per ritmo, gag incalzanti ma mai frettolose, fluidità della narrazione e della sua rappresentazione, intesa perfetta della coppia stellare che muove il gioco della seduzione e degli equivoci – alla commedia italiana classica, ne ripresenta la sua più evidente vitalità, con stratificata sontuosità di sguardo (che non si scopre oggi, o ieri, come ha fatto, un anno fa, 'improvvisamente', la critica paludata ma anche di certa tendenza, nei confronti di "Merry Christmas", dignitoso ma non certo esemplare testo di riferimento).


Dunque, "Natale sul Nilo". Per una (inutile) fuga dalle proprie ossessioni, per ritrovarle intatte a fianco delle piramidi (che Enzo Salvi, manager geniale nella ripetizione dei suoi tic, neppure riconosce), dentro esse (dove i Fichi d'India sembra siano stati violentemente scaraventati come corpi 'da un altro pianeta'), nel deserto misterioso e pericoloso, negli hotel di lusso o negli spazi della nave da crociera (dove De Sica può anche esibirsi come cantante in una scena perfetta di doppia seduzione e inganno, di perfida 'contabilità' amorosa, verso la moglie e l'amante sedute allo stesso tavolo, che porta in sé gli sguardi – inestricabili – della verità e della menzogna). E poi il prologo e l'epilogo 'italiani', sempre dentrofuori una finzione che si moltiplica senza sosta (l'inizio para-televisivo con la trasmissione interrotta dall'arrivo dei carabinieri che 'sequestrano' la figlia ribelle di Boldi; la 'vendetta' della moglie di De Sica nei confronti dell'irrefrenabile istinto sessuale del marito, ovvero come farlo fruttare; addirittura un inatteso surreale e dolente flash-back in bianconero con Boldi che si ripensa ragazzo dal sogno infranto, censurato dal padre; fino al finale in cui Boldi e De Sica, in fuga come sempre, si trovano scaraventati sul set di una prova d'urto di un nuovo modello d'auto, al posto dei manichini).


Fermo immagine. L'energia dei loro corpi è già proiettata – ancora una volta – altrove. Nuovamente sospesi, quei corpi e il/i film che li abita/no, nello scarto di tempospazio che conduce da qualche altra parte. Nuovamente sperduti nelle trame e nelle sottotracce del 'genere', da dove ri-apparire di-segnando con sempre maggiore sensualità e con il segno di corpi sempre più asciutti e essenziali (nel ri-darci tormentoni senza età) le tappe di un percorso coerente e innovativo nella ripetizione. Nuovamente, con stra-ordinaria limpidezza e flagranza, presenti a sé.

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