"Le spie", di Betty Thomas

L'esperimento produttivo di Kassar e Vajna di unire Murphy con Wilson ha dei limiti. Non sempre due attori bravi in coppia funzionano per forza. Paradossalmente nessuno dei due sembra poi voler rubare la scena all'altro. La mediocrità inventiva ed esecutiva della Thomas ha infatti il potere di anestetizzarli e di renderli incredibilmente innocui

--------------------------------------------------------------
CORSO DI SCENEGGIATURA ONLINE DAL 6 MAGGIO

--------------------------------------------------------------

L'accoppiata Mario Kassar/Andrew Vayna, dopo alcuni successi produttivi come Rambo e Atto di forza, tentano di rinvigorire il filone della spy comedy giocando su un duo d'attori anomalo (Eddie Murphy e Owen Wilson) e affidando a Betty Thomas (Private Parts, 28 giorni e Il dottor Dolittle). Certamente nel progetto di Le spie c'è tutto un disegno produttivo che recupera i corpi dei due interpreti dai frammenti delle loro forme action (Murphy per la trilogia di Beverly Hills Cop e i due 48 ore,  Wilson per Pallottole cinesi) e li fa interagire in un set straniero (Budapest). Due corpi speculari e opposti. Wlison è Alex Scott un agente speciale. Murphy è Kelly Robinson, un campione dei pesi medi. I due sono costretti a collaborare per recuperare lo "Switchblade", un aereo da ricognizione statunitense caduto nelle mani di un mercante d'armi. Lo sguardo della Thomas segue indifferentemente i movimenti di due attori che girano meglio da soli che in coppia, recupera quei residui di cinema-giocattolo alla Spy Kids o la decostruzione del pericolo come nella serie di James Bond (le armi grossolane di Scott contrapposte a quelle minuscole e sofisticate dell'agente Carlos) e cerca di alimentare nel controcampo (Scott sul terrazzo del palazzo dove cerca di recuperare l'aereo, Robinson che sta combattendo sul ring), un ritmo che sembra produrre il proprio movimento solo nei frenetici stacchi di montaggio. Dentro Le spie c'è la costruzione di una duplicità di sguardo con l'utilizzo del dispositivo ottico attraverso il quale Robinson vede le stesse cose di Scott, ma questo espediente del visibile viene negato alle sue potenzialità cinematografiche diventando puro gadget, pretesto per una scena di seduzione (Robinson che, vedendo le stesse cose di Scott, tenta di aiutarlo a sedurre l'agente Rachael), anche divertente ma isolato sketch comico. Hill avrebbe fatto di Le spie tutt'altra cosa. Ma anche l'esperimento produttivo di Kassar e Vajna di unire Murphy con Wilson ha dei limiti. Non sempre due attori bravi in coppia funzionano per forza. In Le spie paradossalmente nessuno dei due sembra poi voler rubare la scena all'altro. La mediocrità inventiva ed esecutiva della Thomas ha infatti il potere di anestetizzarli e di renderli incredibilmente innocui.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

 


 


Titolo originale: I Spy
Regia: Betty Thomas
Sceneggiatura: Marianne Wibberley, Cormac Wibberley, Jay Scherick, David Ronn
Fotografia: Oliver Wood
Montaggio: Peter Teschner
Musica: Richard Gibbs
Scenografia: Marcia Hinds-Johnson
Costumi: Ruth Carter
Interpreti: Eddie Murphy (Kelly Robinson), Owen Wilson (Alex Scott), Famke Janssen (Rachael), Malcolm McDowell (Gundars), Gary Cole (Carlos), Phill Lewis (Jerry), Viv Leacock (T.J.), Keith Dallas (Lunchbox), Tate Taylor (tenente Percy), Lynda Boyd (Miss Pennyweather)
Produzione: Jenno Topping, Betty Thomas, Mario Kassar, Andrew Vajna per Tall Trees/C-2 Pictures
Distribuzione: Columbia Tristar Films Italia
Durata: 97'
Origine: Usa, 2002

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array