IL DESTINO DI UN CAVALIERE di Brian Helgeland

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TITOLO ORIGINALE: A Knight’s Tale
REGIA: Brian Helgeland
INTERPRETI: Heath Ledger, Mark Addy, Paul Bettany, Rufus Sewell
DURATA: 132’
ORIGINE: Usa, 2001
DISTRIBUZIONE: Columbia Home Video
FORMATO VIDEO: VHS, Noleggio
Helgeland è interessato alla forma e concepisce la vicende all’interno di una struttura musicale ad anello che si apre e si chiude con i Queen che incitano il giovane William Thatcher all’azione con la loro “We will rock you” e ne sottolineano il trionfo alla fine con l’inno “We are the champions”. Le canzoni di David Bowie, Eric Clapton, Thin Lizzy & co. che puntellano l’ascesa del giovane William nella parte centrale risultano però un elemento artificioso, decorativo ai limiti dell’invadenza. Sorge immediato il confronto con l’uso delle pop songs fatto da Baz Luhrmann nel suo “Moulin Rouge”, film in cui le canzoni scintillavano in virtù della loro riuscita aderenza al tessuto narrativo. La sfida vinta da Helgeland è invece quella di riuscire a costruire una sorta di interminabile giostra cavalleresca in cui il ritmo è sostenuto da una regia da action-movie che riduce al minimo i tempi morti.
(Francesco Zippel)

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    "Il destino di un cavaliere" di Brian Helgeland

    Colonna sonora forse troppo invadente e artificiosa, una giostra cavalleresca che invece sa dosare il ritmo e ridurre al minimo i tempi morti.

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    La sperimentazione all’interno dei generi tradizionali è una tendenza in crescita negli ultimi tempi. Brian Helgeland, raffinato sceneggiatore di “L.A. Confidential” e regista di un noir insolito come “Payback – la rivincita di Porter”, porta la sua sperimentazione nel campo del "cappa e spada", genere da tempo bisognoso di nuova linfa. Ambientato nel Medioevo, nel tempo in cui erano in voga i tornei cavallereschi, “Il destino di un cavaliere” segue la classica morfologia proppiana del giovane ardimentoso che tenta di elevare la propria condizione sociale e di conquistare una bella principessa. Il Medioevo raccontato è filologicamente molto libero e si aggrappa alla presenza di un Geoffrey Chaucer neo-hippie come garanzia della propria veridicità.
    Non è però l’esattezza storica, la ricostruzione dettagliata di usi e costumi dell’epoca l’aspirazione del regista. Helgeland è interessato alla forma e concepisce la vicende all’interno di una struttura musicale ad anello che si apre e si chiude con i Queen che incitano il giovane William Thatcher all’azione con la loro “We will rock you” e ne sottolineano il trionfo alla fine con l’inno “We are the champions”. Le canzoni di David Bowie, Eric Clapton, Thin Lizzy & co. che puntellano l’ascesa del giovane William nella parte centrale risultano però un elemento artificioso, decorativo ai limiti dell’invadenza. Sorge immediato il confronto con l’uso delle pop songs fatto da Baz Luhrmann nel suo “Moulin Rouge”, film in cui le canzoni scintillavano in virtù della loro riuscita aderenza al tessuto narrativo. La sfida vinta da Helgeland è invece quella di riuscire a costruire una sorta di interminabile giostra cavalleresca in cui il ritmo è sostenuto da una regia da action-movie che riduce al minimo i tempi morti. Negli interstizi dei duelli il regista lascia inoltre affiorare il tema del destino, inteso nel senso classico del termine, motore degli eventi e manovratore delle gesta del protagonista che si batte alla ricerca di una nuova identità.
    Titolo originale: A knight’s tale
    Regia: Brian Helgeland
    Sceneggiatura: Brian Helgeland
    Fotografia: Richard Greatrex
    Montaggio: Kevin Stitt
    Musica: Carter Burwell
    Scenografia: Tony Borrough
    Costumi: Caroline Harris
    Interpreti: Heath Ledger (William Thatcher), Mark Addy (Roland), Paul Bettany (Geoffrey Chaucer), Rufus Sewell (Conte Adhemar), Shannyn Sossamon (Jocelyn), Alan Tudyk (Wat), Laura Fraser (Kate), Bérénice Bejo (Christiana), Scott Handy (Germaine), James Purefoy (Sir Thomas Colville/Edward, principe di Galles)
    Produzione: Tim Van Rellim, Todd Black, Brian Helgeland
    Distribuzione: Columbia Tristar Films Italia
    Durata: 132’
    Origine: Usa, 2001

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