OMBRE ELETTRICHE – Assalto all'identità: "Noniko's Dinner Table"

C'è da perderci il fiato, se non il sonno. Sono Shion dilata, trasfigura, espande le intuizioni di "Suicide Club" per raccontare l'ossessione di un io frammentario che non è più identico a se stesso. Alienazione, incomprensioni generazionali, disgregazione della famiglia, istinti di morte: una visione persistente, in cui perdersi e non ritrovarsi

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In occasione dell'uscita del dvd giapponese, a fine febbraio, è necessario puntare nuovamente l'attenzione su Noriko's Dinner Table, passato a lungo inosservato, snobbato. Come un film del genere possa essere taciuto rimane però un (colpevole) mistero. La causa deve per forza essere la sua lunghezza – quasi tre ore – e/o la sua complessità, che hanno distratto o fuorviato. Ma non bisogna lasciarsi ingannare, nel bene e nel male è un'esperienza a cui è necessario abbandonarsi, da vivere sino in fondo. Nominalmente Sono Shion filma un sequel/prequel al suo più grande successo di pubblico, l'horror Suicide Club, risalente al 2002 – seconda parte della progettata trilogia sul suicidio ispirata al suo stesso romanzo Jisatsu Circle Kanzenban. Eppure se idea di fondo e alcuni personaggi si ritrovano e si completano, Noriko's Dinner Table ricama attorno, dentro e ai lati del predecessore, costruendo una storia alternativa, uno spin off ingigantito, in scala consapevole e matura, in cui viene messa a nudo la contemporaneità quale rete di relazioni autoreferenziali, dove la personalità dei singoli è solo un gioco di incastri senza senso. In questo senso la suddivisione in capitoli che sovrappongono tempi e luoghi, in un viaggio dissestato di flashback e rimandi, è un'ulteriore scelta destabilizzante che, se inizialmente disorienta, sfocia poi in un unicum compatto e incredibilmente coerente. Si parte dalla diciassettenne Noriko, alienata e disillusa, che fugge di casa per raggiungere Ueno54, una amica conosciuta in chat. Ueno la introduce a un lavoro, che è anche un culto, quello della "famiglia in affitto": fingersi parte della famiglia di persone che ne richiedono i servigi, sostituirsi ai cari lontani, morti o semplicemente troppo distanti. Di più, non semplicemente fingere, ma diventare quei parenti mancanti, in un processo di osmosi che si trasmette come un virus. Intanto la famiglia di Noriko deve scendere a patti con la misteriosa fuga della figlia. La sorella minore, Yuka, decide di andarsene a sua volta; la madre, Taeko, non regge al dolore e si toglie la vita; infine il padre, Tetsuzo, s'intestardisce nel cercare di comprendere le ragioni dietro al disgregamento della sua vita, creduta salda e reale. Tutti i personaggi si spogliano della loro identità e vanno alla ricerca di una nuova stabilità – passando per la frustrazione della perdita, dell'ondivaga sensazione di non appartenenza, della rassicurante dispersione del sé nella catena delle fragili relazioni interpersonali. Un'esperienza che controverte ogni legame sociale prestabilito e lo ricostruisce, completamente stravolto, dalle fondamenta.

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Noriko's Dinner Table (Noriko no shokutaku in originale) è un affresco denso, astruso, minuzioso, da mal di testa cronico nei suoi continui slittamenti, che può irritare per la sua apparente vacuità, ma che conquista pienamente grazie al suo rigore quasi hegeliano fatto di tesi, antitesi e sintesi: la situazione iniziale è capovolta e dalle sue ceneri scorrono inarrestabili nuove configurazioni (sconvolgente da questo punto di vista la reunion familiare, che non a caso sfocia in un'orgia di sangue e amnesie – volontarie o meno che siano). Sono concepisce un saggio filosofico in forma filmica, senza dimenticarsi però di quello che conta davvero – violenza (tanta, soprattutto psicologica), mistero e un'abbondante spruzzata di morbosità. Così Noriko's Dinner Table diventa in tutto e per tutto uno specchio deformato e incompromesso dell'illusione che si chiama società, del solipsismo proprio a ciascuno, della forza dirompente degli scarti generazionali nel presentare nuovi stimoli e nuove direzioni. Una progressione che parte dai club del suicidio del precedente film facendoli diventare un tassello – fondamentale, ma non unico – di un disegno più grande di riprogettazione sociale. Psicanalisi, psicologia della gestalt e schizofrenia traghettati nel mondo razionale dei dormienti tramite una parvenza da cinema di genere puro. Una architettura labirintica, ma nella sostanza semplice, per questo tanto più stordente, che merita sicuramente più attenzioni di quante ne abbia ricevute – e che al massimo siano attenzioni negative, tanto meglio. Da guardare e diffondere, non può che fare bene.


 


FILMOGRAFIA


paese: Giappone


anno: 2006


regia: Sono Shion


sceneggiatura: Sono Shion


cast: Fukiishi Kazue (Shimabara Noriko), Tsugumi (Kumiko/Ueno54), Mitsuishi Ken (Shimabara Tetsuzo), Yoshitaka Yuriko (Shimabara Yuka), Miyata Sanae (Shimabara Taeko), Namiki Shirô (Ikeda)


 


LINKS


http://www.variety.com/review/VE1117927671.html?categoryid=31&cs=1&p=0 (in inglese)


http://www.mandiapple.co.uk/snowblood/norikosdinnertable.htm (in inglese)


http://www.blisty.cz/art/24059.html (in inglese)


 


DOVE ACQUISTARE


Noriko's Dinner Table è reperibile in dvd nell'edizione giapponese: formato dell'immagine 16/9 anamorfico, audio originale in 2.0, sottotitoli in inglese.


http://global.yesasia.com

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