‘LE VIE DEL CINEMA’
13.ma EDIZIONE
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#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR
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RASSEGNA DI CINEMA RESTAURATO
DAL 3 ALL’ 8 LUGLIO 2007
ORE 21,00
PARCO COMUNALE NARNI SCALO
INGRESSO LIBERO
PER INFO:
Segreteria organizzativa
Comune di Narni
Via della Pinciana, 05035 Narni (TR)
Tel. 0744 747282 – Fax 0744 715270
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Ufficio Stampa:
Lucrezia Viti +39 348 2565827
Paola Delle Fratte +39 335 7382317
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“DA TOTO’ A CHARLOT…”
…passando per Walter Chiari, Peppino De Filippo,
Sophia Loren, Anna Magnani, Nino Manfredi,
Nanni Moretti, Silvana Pampanini, Alberto Sordi,
Ugo Tognazzi, Carlo Verdone
Si svolgerà dal 3 all’8 luglio la XIII edizione di “Le vie del cinema”, la rassegna del cinema restaurato, organizzata per iniziativa del Comune di Narni e del Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale, in collaborazione con Cinecittà Holding, Cineteca di Bologna, Mediaset, Medusa video, Sacher Film. Quest’anno a regnare sovrana sarà la commedia. Prendendo spunto dal quarantesimo anniversario della morte del principe de Curtis, in arte Totò, e dal trentesimo anniversario della morte del grande Charlie Chaplin, che cadono quest’anno, il programma sarà dedicato ai grandi comici, italiani e non. Saranno proposti capolavori del cinema di tutti i tempi, firmati da registi come Nanni Moretti, Mario Monicelli, Charlie Chaplin, Steno, Dino Risi, Carlo Verdone, Franco Rossi, il recentemente scomparso Luigi Filippo D’Amico. Fra i tanti ospiti che animeranno le serate: Dario Argento, Mario Monicelli, Nanni Moretti, Carlo Verdone. Le pellicole proposte: “Ecce bombo”, capolavoro giovanile di Nanni Moretti; “Risate di gioia” di Mario Monicelli, con la magnifica coppia formata da Totò e Anna Magnani; “Un giorno in pretura” di Steno, il film che lanciò in tutta Italia la maschera dell’”Americano a Roma” Alberto Sordi; “Bianco, Rosso e Verdone” l’indimenticabile opera seconda di Carlo Verdone; “I complessi”, film a sei mani firmato da Dino Risi, Franco Rossi e Luigi Filippo D’Amico, interpretato da tre fenomeni della risata come Nino Manfredi, Ugo Tognazzi e il citato Sordi. La serata di chiusura prevede un classico della risata di tutti i tempi: il grande Charlot. Saranno proposte cinque comiche del 1914: “Charlot e la sonnambula”, “Charlot dentista”, “Charlot e il manichino”, “Charlot e Fatty al caffè”, “Charlot facchino”, accompagnate dal vivo al pianoforte dal maestro Marco Dalpane. Ma quest’anno la rassegna si fa più ricca: è prevista una seconda proiezione “di mezzanotte” dedicata a due grandi horror di recente restauro: “Non si sevizia un paperino”, del regista-culto Lucio Fulci e “Il gatto a nove code” del grande Dario Argento.
PROGRAMMA DELLE PROIEZIONI
Martedì 3 luglio ore 21,00
“Risate di gioia” di Mario Monicelli
Mercoledì 4 luglio
ore 21,00
“Un giorno in pretura” di Steno
ore 24,00
Teatro OpenAir (presente all’interno del parco pubblico di Narni Scalo)
“Il gatto a nove code” di Dario Argento
Giovedì 5 luglio
ore 21,00
“I complessi” di Dino Risi, Franco Rossi, Luigi Filippo D’Amico
ore 24,00
Teatro Openair (presente all’interno del parco pubblico di Narni Scalo)
“Non si sevizia un paperino” di Lucio Fulci
Venerdì 6 luglio ore 21,00
“Bianco, rosso e Verdone” di Carlo Verdone
Sabato 7 luglio ore 21,00
“Ecce bombo” di Nanni Moretti
Domenica 8 luglio ore 21,00
Serata Charlot: 5 comiche di Charlie Chaplin
“Charlot e la sonnambula” (USA 1914, b/n, 18’)
“Charlot dentista” (USA 1914, b/n, 15’)
“Charlot e il manichino” (USA 1914, b/n, 17’)
“Charlot e Fatty al caffè” (USA 1914, b/n, 17’)
“Charlot facchino” (USA 1914, b/n, 18’)
PROGRAMMA DETTAGLIATO CON OSPITI
Martedì 3 luglio ore 21,00
Ospite della serata Mario Monicelli
“Risate di gioia” di Mario Monicelli
Italia 1960, b/n, 100’
Con: Anna Magnani, Totò, Ben Gazzarra, Fred Clark, Edy Vessel, Mac Ronay, Toni Ucci, Fanfulla, Gina Rovere
Restauro a cura del Centro Sperimentale di Cinematografia Cineteca Nazionale
Basterebbe dire che Risate di gioia è l’unico film in cui Totò e Anna Magnani recitano insieme per consegnarlo alla storia del cinema e del costume. I due avevano fatto coppia nell’avanspettacolo e nella rivista, ma il cinema li aveva visti percorrere strade separate. Per farli incontrare, Mario Monicelli (assieme alla fidata super-squadra di sceneggiatori composta da Age, Scarpelli & Suso Cecchi D’Amico) prese due racconti di Alberto Moravia, Risate di gioia e Ladri in chiesa, e unì le due storie componendo un affresco agrodolce sul mondo dello spettacolo. Anna Magnani è Gioia, detta Tortorella, comparsa di Cinecittà; Totò è Umberto Pennazzuto detto Infortunio, ex figurante ridottosi a fare il palo ai borsaioli. Passano insieme una notte di San Silvestro all’insegna dei ricordi e della malinconia. Il film va rivisto per capire quali capolavori ignoti si nascondano fra le pieghe della commedia all’italiana.
Mercoledì 4 luglio ore 21,00
Ospite della serata Dario Argento che introdurrà la proiezione di mezzanotte di “Il gatto a nove code”
“Un giorno in pretura” di Steno
Italia 1953, b/n, 90’
Con: Peppino De Filippo, Silvana Pampanini, Walter Chiari, Sophia Loren, Alberto Sordi, Maurizio Arena, Leopoldo Trieste, Tania Weber, Armenia Calducci, Ubaldo Lay, Venantino Venantini
Restauro a cura del Centro Sperimentale di Cinematografia Cineteca Nazionale
Film a episodi racchiuso in una cornice, rappresentata dalla sala della Pretura dove presta servizio l’inflessibile pretore Salomone Lo Russo, tormentato dal busto di Cicerone e dal pensiero che il figlio fa un mestiere poco rispettabile: è il centravanti della Lazio! Davanti a lui sfilano casi umani che Steno e gli sceneggiatori Lucio Fulci, Alessandro Continenza e Giancarlo Viganotti rubacchiano dalla cronaca. C’è chi ha abbandonato il tetto coniugale, c’è un prete che ha provocato una rissa in un bar, c’è chi è stato sorpreso in atteggiamenti poco urbani con la fidanzata; e soprattutto c’è lui, Nando detto “l’americano”, arrestato perché faceva il bagno nudo in una “marana”. Alberto Sordi, creando il personaggio che pochi mesi dopo avrà un titolo tutto per sé (Un americano a Roma, sempre di Steno), si mangia letteralmente il film: ma Peppino De Filippo – nei duetti con Sordi, ma anche da solo – è altrettanto grande e nel cast fanno capolino divi e aspiranti divi, da Walter Chiari a Sofia Loren, da Leopoldo Trieste a Silvana Pampanini, da Maurizio Arena a formidabili caratteristi come Vincenzo Talarico e Turi Pandolfini. E nella didascalia iniziale, fateci caso, nasce l’espressione “i soliti ignoti”: avrà fortuna.
ore 24,00
c/o Teatro OpenAir (presente all’interno del parco pubblico di Narni Scalo)
“Il gatto a nove code” di Dario Argento
Italia/Francia/RFT 1971, col, 112’
Con: Kari, Malden. James-Franciscus, Catherine Spaak, Rada Rassimov, Tino Carraro, Stefano Oppedisano
Ristampa a cura di Cinecittà Holding
Dopo L’uccello dalle piume di cristallo e prima di Quattro mosche di velluto grigio, Il gatto a nove code compone la cosiddetta “trilogia degli animali” che apre la carriera di Dario Argento, maestro indiscusso del thriller e dell’horror non solo italiani. Il film, girato nel 1971, è sorprendentemente profetico rivisto oggi: Argento, anche sceneggiatore, intuisce il legame potenziale fra l’ingegneria genetica e la criminalità, inventando una misteriosa serie di omicidi legati a un istituto dove si studiano i cromosomi dei criminali. Sugli omicidi indaga un giornalista, aiutato da un ex collega divenuto cieco. Le musiche sono come sempre di Ennio Morricone, nel cast internazionale spiccano Karl Malden, Catherine Spaak, Tino Carraro e Ugo Fangareggi.
Giovedì 5 luglio ore 21,00
“I complessi” di Dino Risi, Franco Rossi, Luigi Filippo D’Amico
Italia 1965, col., 100’
Con: Nino Manfredi, Ugo Tognazzi, Alberto Sordi, Paola Borboni, Romolo Valli, Alice e Ellen Kessler, Ilaria Occhini
Restauro a cura del Centro Sperimentale di Cinematografia Cineteca Nazionale
Esempio tra i più clamorosi del cinema “a episodi” che fece la fortuna della commedia all’italiana, I complessi è passato alla storia soprattutto per l’episodio “Guglielmo il dentone”, diretto da Luigi Filippo D’Amico, nel quale Alberto Sordi crea uno dei suoi personaggi più indimenticabili. Guglielmo è un genio del male, un pozzo di scienza, un maestro dello scioglilingua che riesce ad ottenere un posto di speaker televisivo nonostante la dentatura deforme che lo rende mostruoso. Ma anche gli altri due episodi sono degni di nota: in “Una giornata decisiva” di Dino Risi, Nino Manfredi è un impiegato timido che tenta inutilmente di corteggiare la bellissima collega interpretata da Ilaria Occhini. In “Il complesso della schiava nubiana” di Franco Rossi (il regista della famosa Odissea televisiva), Ugo Tognazzi è un marito moralista alle prese con il passato turbolento della moglie. Assieme ai Mostri di Risi, I complessi è un viaggio allucinante nell’Italietta anni ’60, già schiava dei meccanismi coercitivi dei mass-media e della televisione.
ore 24,00
c/o Teatro Openair (all’interno del parco pubblico di Narni Scalo)
“Non si sevizia un paperino” di Lucio Fulci
Italia 1972, col., 110’
Con: Florinda Bolkan, Barbara Bouchet, Tomas Milian, Irene Papas, Gerges Wilson
Restauro a cura del Centro Sperimentale di Cinematografia Cineteca Nazionale
Film perseguitato dalla censura, pietra miliare nel thriller italiano grazie al talento registico di Lucio Fulci e alla scelta insolita di ambientare una storia di serial-killer in un Sud assolato e arcaico, in cui la modernità convive con riti e superstizioni ancestrali. Un giornalista (Tomas Milian) e una turista (Barbara Bouchet) indagano su una serie di omicidi di bambini. In paese tutti sospettano di una povera pazza (Florinda Bolkan) accusata di essere una strega. Il film fa una paura maledetta, e conferma in Fulci un regista di genere di altissimo livello.
Venerdì 6 luglio ore 21,00
Ospite della serata Carlo Verdone
“Bianco, rosso e Verdone” di Carlo Verdone
Italia 1980, col., 110’
Con: Carlo Verdone, Lella Fabrizi, Mario Brega, Angelo Infanti, Milena Vukotic
Telecinema e restauro digitale a cura di Medusa Video
La forza delle gag e delle trovate è talmente travolgente da far dimenticare che Bianco rosso e Verdone è un attualissimo film sull’election day: i protagonisti delle tre storie che compongono la trama sono diretti nella città di residenza per votare, ma strada facendo gliene capitano di tutti i colori. Carlo Verdone interpreta, ovviamente, tutti i personaggi: un torinese pedante che tortura psicologicamente la moglie, un “coatto” emigrato felicissimo di tornare in Italia e un ingenuo ragazzone che percorre l’Autostrada del Sole in auto con tanto di nonna a carico. È uno “one man show”, certo, ma non sottovalutiamo le collaborazioni: Benvenuti & De Bernardi alla sceneggiatura, e caratteristi del calibro di Mario Brega, Lella Fabrizi, Milena Vukotic e Angelo Infanti. Si ride fino alle lacrime. Verdone, successivamente, ha fatto film più compiuti, più “d’autore”: ma non più divertenti.
Sabato 7 luglio ore 21,00
Ospite della serata Nanni Moretti
“Ecce bombo” di Nanni Moretti
Italia 1978, col., 100’
Con: Nanni Moretti, Glauco Mauri, Luisa Rossi, Lina Sastri, Fabio Traverso, Age, Alberto Abruzzese
restauro a cura di Sacher Film e Cinecittà Studios – Digital Film Lab
Il super8 d’esordio Io sono un autarchico era esploso nel cinema italiano con una deflagrazione clamorosa, l’opera seconda Ecce Bombo, girata in 16 millimetri, era una potente conferma: nasceva un nuovo autore, che allora – fine anni ’70 – sembrava un “nuovo comico”. Oggi sappiamo che Nanni Moretti è molto, molto di più: ma la forza comica quasi eversiva dei suoi primi film non va sottovalutata, anzi, nel caso di Ecce Bombo sembra crescere nel tempo, man mano che il film si distacca dall’attualità nella quale era nato (il ’77, il movimento, le radio private…) e diventa il formidabile ritratto di una gioventù in vana attesa di validi motivi per crescere. La scena in cui Michele (l’alter ego di Moretti) e i suoi amici vanno a Ostia per veder sorgere il sole dal mare, e vengono fregati dalla geografia (il sole sorge alle loro spalle, da terra), è geniale e simbolica. Ma tutte le trovate del film sembrano oggi più folgoranti di allora.
Domenica 8 luglio ore 21,00
Serata Charlot: 5 comiche di Charlie Chaplin
Accompagnamento musicale al pianoforte di Marco Dalpane
“Charlot e la sonnambula” (USA 1914, b/n, 18’)
“Charlot dentista” (USA 1914, b/n, 15’)
“Charlot e il manichino” (USA 1914, b/n, 17’)
“Charlot e Fatty al caffè” (USA 1914, b/n, 17’)
“Charlot facchino” (USA 1914, b/n, 18’)
Restauro a Cura della Cineteca di Bologna – Laboratorio L'Immagine Ritrovata
Le 5 comiche di Charlie Chaplin che saranno presentate quest’anno a “Le vie del cinema”, in collaborazione con la Cineteca di Bologna, sono tutte del 1914 e appartengono al “periodo Keystone” della carriera del grande artista britannico. Chaplin fu membro della compagnia di Mack Sennett per tutto il 1914, lavorando in ben 35 comiche. All’inizio del 1915 passò alla Essanay e successivamente alla Mutual, e cominciò a realizzare i suoi capolavori. Ma l’anno alla Keystone, grazie alla collaborazione con altri geni del comico come Mabel Normand, Roscoe “Fatty” Arbuckle e lo stesso Sennett, fu decisivo per la sua formazione – e soprattutto per il suo passaggio, da artista di Vaudeville arrivato in America con la compagnia teatrale di Fred Karno, a cineasta completo.
CHARLOT E LA SONNAMBULA – CAUGHT IN THE RAIN (Keystone, 1914)
Charlie è affascinato da una donna, nel parco, e comincia a corteggiarla, ma il marito di lei, Ambrose, lo caccia via in malo modo. Torna mezzo ubriaco al suo albergo, seguendo una graziosa ragazza. Lei lo respinge, e lui tenta goffamente di salire le scale, disturbando gli altri ospiti. La camera di Charlie è davanti a quella di Ambrose e di sua moglie: quando Charlie entra per sbaglio nella loro stanza, viene immediatamente buttato fuori. La donna è sonnambula, e camminando nel sonno entra nella camera di Charlie. Lui l’accompagna nella sua stanza, ma al ritorno di Ambrose rimane intrappolato e deve rifugiarsi sul balcone, dove viene sorpreso dalla pioggia. Un poliziotto lo scambia per un ladro e gli dà la caccia intorno all’hotel.
Regia/sceneggiatura: Charlie Chaplin.
Cast: Charlie Chaplin (Charlie), Mack Swain (il marito), Alice Davenport (la moglie), Alice Howell (una donna).
Giorni di riprese: 7-13 aprile 1914.
Uscita: 7 maggio 1914.
Lunghezza: 1015 piedi.
CHARLOT DENTISTA – LAUGHING GAS (Keystone, 1914)
Charlie lavora nello studio di un dentista. Ispeziona la sala d’aspetto con aria di superiorità, si toglie i guanti e inizia il lavoro. Cura un paziente con il gas esilarante (ed un maglio…). Mentre si reca a prendere una ricetta, fa la corte alla moglie del dentista, strappandole inavvertitamente la gonna, e si mette nei guai con un uomo enorme e con un passante, facendo saltare loro i denti con dei mattoni. Tornato nello studio, usa un paio di pinze enormi su un paziente prima che il dentista infuriato, la moglie e tutti coloro che ha torturato gliela facciano pagare.
Regia/sceneggiatura: Charlie Chaplin.
Cast: Charlie Chaplin (l’assistente del dentista), Fritz Schade (il dentista), Alice Howell (la moglie del dentista), Joseph Sutherland (l’assistente), Slim Summerville (un paziente), Josef Swickard (un paziente), Mack Swain (un passante).
Giorni di riprese: 15-22 giugno 1914.
Uscita: 9 luglio1914.
Lunghezza: 1020 piedi.
CHARLOT E IL MANICHINO – MABEL’S MARRIED LIFE (Keystone, 1914)
Charlie è il marito inetto di Mabel, e non può reggere il confronto con il donnaiolo Sporty. Mabel gli compra un fantoccio per insegnargli la boxe, e far di lui un uomo. Lo prova anche lei e viene messa k.o. Tornato a casa ubriaco, Charlie scambia il fantoccio per Sporty e tenta di buttarlo fuori di casa, ma quello torna sempre indietro. Charlie accusa Mabel di averlo tradito, e litigano tanto rumorosamente da far accorrere tutti i vicini, finché non si scopre la verità sul fantoccio.
Regia: Charlie Chaplin.
Sceneggiatura: Charlie Chaplin e Mabel Normand.
Cast: Charlie Chaplin (il marito), Mabel Normand (Mabel), Mack Swain (Sporty), Alice Howell (la moglie di Sporty).
Giorni di riprese: 30 maggio-2 giugno 1914.
Uscita: 20 giugno1914.
Lunghezza: 1015 piedi.
CHARLOT E FATTY AL CAFFE’ – THE ROUNDERS (Keystone, 1914)
Charlie e Fatty tornano in albergo dopo una notte di baldoria, ma non sopportano l’idea di essere sgridati dalle rispettive mogli ed escono di nuovo. Fatty usa il bastone da passeggio per rubare del denaro dalla borsetta di sua moglie. I due si mettono nei guai in un ristorante: inseguiti dalle mogli e dagli avventori infuriati, salgono su una barca e si dirigono verso il centro del lago. Si preparano a dormire, ma la barca affonda.
Regia/sceneggiatura: Charlie Chaplin.
Cast: Charlie Chaplin (Charlie), Roscoe Arbuckle (Fatty), Phyllis Allen (la moglie di Charlie), Minta Durfee (la moglie di Fatty), Al St. John (cameriere), Charley Chase (un cliente del ristorante).
Giorni di riprese: 12-15 agosto 1914.
Uscita: 7 settembre 1914.
Lunghezza: 1010 piedi.
CHARLOT FACCHINO – HIS MUSICAL CAREER (Keystone, 1914)
Charlie lavora come facchino: deve consegnare un pianoforte, e ritirarne un altro – il primo al numero 666 di Prospect Street, il secondo al numero 999. L’equivoco è inevitabile. Charlie e Ambrose, il suo socio, consegnano un pianoforte all’indirizzo sbagliato. Charlie porta in giro il piano sulla schiena, mentre i clienti valutano in quale punto dell’appartamento faccia l’effetto migliore. Dopo lo sforzo, Charlie non riesce più a raddrizzarsi, come un cartone animato. Tentano di ritirare il piano da un’altra casa e, inseguiti dal proprietario, escono di strada e finiscono in un lago.
Regia/sceneggiatura: Charlie Chaplin.
Cast: Charlie Chaplin (il facchino), Mack Swain (Ambrose), Charley Chase (il manager del negozio), Fritz Schade (il signor Rich), Frank Hayes (il signor Poor), Cecile Arnold (la signora Rich), Gene Marsh (la signora Poor).
Giorni di riprese: 1-10 ottobre 1914.
Uscita: 7 novembre 1914.
Lunghezza: 1025 piedi.
GLI OSPITI DELLE SERATE
MARIO MONICELLI (il 3 luglio per “Risate di gioia”)
Mario Monicelli è nato a Viareggio il 15 maggio del 1915 ed è, per ammissione generale, il più giovane regista del cinema italiano. Ha diretto 65 film. Il primo fu, nel 1935, I ragazzi della via Paal. Il più recente (vietato dire “l’ultimo”) è Le rose del deserto, con Alessandro Haber, Giorgio Pasotti e Michele Placido. Nel mezzo ci sono alcuni capolavori riconosciuti come I soliti ignoti, La grande guerra, La ragazza con la pistola, Totò e Carolina, I compagni, Romanzo popolare e L’armata Brancaleone… e alcuni capolavori misconosciuti, come il film che Narni propone quest’anno, Risate di gioia: sul quale basterebbe dire che è l’unico film in cui Totò e Anna Magnani recitano insieme, ricreando una coppia che aveva furoreggiato in palcoscenico negli anni d’oro della rivista e del varietà.
DARIO ARGENTO (il 4 luglio per “Il gatto a nove code”)
Si può tranquillamente affermare che Dario Argento, assieme a Federico Fellini e a Bernardo Bertolucci, è il regista italiano più noto nel mondo. In America cineasti come John Carpenter, George Romero, John Landis, Joe Dante e Wes Craven lo considerano un maestro, e non a caso Dario è l’unico regista non americano coinvolto nel mega-progetto “Masters of Horror”; in Oriente, soprattutto in Giappone, i suoi film sono oggetto di un culto che attraversa le generazioni. Nato a Roma nel 1940 (suo padre Salvatore è un produttore cinematografico, sua madre Elda una modella), inizia a occuparsi di cinema come critico e cronista dalle colonne di “Paese Sera”. Nel 1968 Sergio Leone lo chiama, assieme a Bertolucci, per scrivere il soggetto di “C’era una volta il West”. Nel ’70 esordisce alla regia con “L’uccello dalle piume di cristallo”, film che inaugura la cosiddetta “trilogia degli animali” proseguita con “Il gatto a 9 code” e “4 mosche di velluto grigio”. Nel ’73 dirige il suo unico film non giallo, né thriller, né horror: “Le cinque giornate”, con Adriano Celentano. Poi, da “Profondo rosso” in poi, è un crescendo di paura e di successi, con titoli come “Suspiria”, “Inferno”, “Tenebre”, “Il fantasma dell’Opera” fino ai recenti “Non ho sonno” e “Il cartaio”. Nella prossima stagione uscirà l’attesissimo “La terza madre”, interpretato dalla figlia Asia, che aveva lavorato per la prima volta con papà in “Trauma”, del ’93, e che nel frattempo è diventata un’attrice e una regista di fama internazionale.
CARLO VERDONE (il 6 luglio per “Bianco Rosso e Verdone”)
Le portentose “macchiette” di Carlo Verdone, verso la fine degli anni ’70, diventano popolarissime prima in teatro poi in tv, e infine approdano al cinema quando un produttore d’eccezione – il maestro del western Sergio Leone – decide di puntare su di lui. Un sacco bello (1980) è un esordio folgorante, Bianco rosso e Verdone (1981) una degnissima opera seconda: in entrambi i film Verdone interpreta numerosi personaggi, con un trasformismo che nasce da un’acutissima osservazione della realtà. Nato a Roma nel 1950, figlio del professore universitario e storico del cinema Mario, Carlo Verdone è un maestro nel “pizzicare” personaggi, nell’imitarne i tic, il linguaggio, i movimenti, le battute. Col tempo i suoi film diventano più complessi e raffinati (ricordiamo Borotalco, Acqua e sapone, Compagni di scuola, Maledetto il giorno che t’ho incontrato) ma la potenza comica degli esordi rimane, ancora oggi, straordinaria. Di recente ha fatto coppia con Silvio Muccino in Il mio miglior nemico e ha dato esilarante prova di sé, come attore, nei due capitoli di Manuale d’amore: guarda caso, i maggiori successi di pubblico degli ultimi anni.
NANNI MORETTI (il 7 luglio per “Ecce Bombo”)
Nanni Moretti (nato nel 1953 a Brunico, in Alto Adige, ma per puro caso: è romano purosangue) esplode nel cinema italiano nella seconda metà degli anni ’70, dirigendo il super8 Io sono un autarchico, comparendo come attore in Padre padrone dei fratelli Taviani (Palma d’oro a Cannes 1977) e imponendosi definitivamente con la splendida opera seconda Ecce Bombo. Sembra un “figlio del ‘77”, nonché un “nuovo comico” come i vari Verdone, Nuti, Benigni e Troisi che tutti, chi prima chi dopo, esordiscono in quel periodo. Col tempo, la figura di Moretti diventa quella di un cineasta a tutto tondo, di un autore indiscusso, di un produttore illuminato (con la Sacher Film, che lancia registi come Luchetti e Mazzacurati) e addirittura, nel corso del secondo governo Berlusconi, di un potenziale leader politico (la stagione dei “girotondi”). I suoi film successivi a Ecce Bombo sono Sogni d’oro, Bianca, La messa è finita, Palombella rossa, Caro diario, Aprile, La stanza del figlio (Palma d’oro a Cannes 2001) e il recente, famosissimo, Il Caimano. A questi titoli vanno aggiunti numerosi corti (è l’unico italiano presente nel film collettivo A chacun son cinéma, prodotto nel 2007 dal festival di Cannes in occasione del suo 60esimo anniversario) e lo straordinario documentario La cosa, che narra la trasformazione del PCI nell’arco del “fatidico” 1989.
COMUNICATO STAMPA
Le vie del cinema: a Narni eredità cinematografica e patrimonio storico-culturale
Narni, una città che crede nel valore della memoria collettiva attraverso il restauro e la conservazione delle pellicole cinematografiche. Un lavoro iniziato nel lontano 1996 attraverso un coraggioso e ambizioso progetto che, da allora, vede coinvolto il Comune di Narni, in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale nella realizzazione di “Le vie del cinema”. La rassegna di film restaurati che, giunta alla sua XIII edizione, ogni anno, propone capolavori del cinema italiano e non, tutti di recente restauro. In questi tredici edizioni, oltre a proporre proiezioni di pellicole restaurate, Narni attraverso “Le vie del cinema” si è fatta promotrice essa stessa di restauri cinematografici. Tra i più celebri, si ricordano: nel 1997, Ladri di biciclette (Italia 1948) di Vittorio De Sica e La prise du pouvoir par Louis XIV (Francia 1966) di Roberto Rossellini; nel 2005, Sacco e Vanzetti (Italia 1970) di Giuliano Montaldo.
“Sono orgoglioso – dichiara il sindaco, Stefano Bigaroni – di quello che abbiamo realizzato siano ad oggi; iniziative come queste, propositive, di alto valore morale e di ottimo livello qualitativo, arricchiscono il patrimonio collettivo e dimostrano che investire nella promozione e nella valorizzazione delle risorse del territorio apporta benefici sia sotto il profilo conoscitivo e divulgativo, sia sotto il profilo economico e sociale”.
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