DVD – "La bugiarda", di Luigi Comencini

la bugiarda, di luigi comenciniLuigi Comencini è ancora il padre indiscusso del Neorealismo rosa e si serve della commedia per indagare ciò che è più nascosto e intimo: così affronta argomenti scabrosi come l’impotenza ed entra letteralmente dentro al confessionale infrangendo le barriere del puritanesimo e del bel pensiero. Edizione a dir poco essenziale, oltre che non integrale, curata dalla 01 Distribution
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la bugiarda, di luigi comenciniAnno: 1965
Durata: 94'
Distribuzione: 01 Distribution
Genere: Commedia
Cast: Catherine Spaak, Enrico Maria Salerno, Marc Michel, Riccardo Cucciolla, Manuel Miranda
Regia: Luigi Comencini
Formato DVD/video: 1,85:1 Anamorfico
Audio: Italiano Dolby Digital 1.0
Sottotitoli:
Extra:

 

IL FILM
Scriveva Giovanni Grazzini nel suo Eva dopo Eva. La donna nel cinema italiano: «Nel nuovo film di Luigi Comencini le bugie hanno le gambe lunghe di Catherine Spaak, e dunque vanno lontano». Scegliamo questa citazione non a caso, perché il senso di La bugiarda, in fondo, è contenuto in due parole chiave: gambe e, soprattutto, bugie.
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la bugiarda, di luigi comenciniLe gambe sono quelle, sempre sgambettanti, che la Spaak muove avanti e indietro dal taxi all’aeroporto e che distende in aria sotto lo sguardo desiderante del conte interpretato da Salerno. Per noi è una parola chiave perché sono queste gambe, insieme a quelle di tante altre attrici e attricette, che avrebbero di lì a poco decretato la fine dell’impegno del Neorealismo rosa a favore della pruriginosità della commedia sexy. Anche Comencini cede alla tentazione di spiare dal buco della serratura: è il caso, oltre alle già citate gambe ben distese, delle scene della hostess che, rientrata a casa, si concede un bagno caldo o del tassista che spia Maria mentre si cambia. Si tratta comunque di piccole divagazioni al passo coi tempi. Comencini è ancora il padre indiscusso del Neorealismo rosa e si serve della commedia per indagare ciò che è più nascosto e intimo: così, utilizzando il primo e il primissimo piano, affronta argomenti scabrosi come l’impotenza ed entra letteralmente dentro al confessionale infrangendo le barriere del puritanesimo e del bel pensiero.
«Ecco, così sei bellissimo: solo gli occhi e la fronte», dice Maria all’amante dentista coprendogli la bocca con la mano. Curiosamente Comencini non ci mostra il volto dell’uomo, ma quello di Maria, a sua volta coperto dalla mano. Il significato ci sembra chiaro: la possibilità di godere di un corpo maschile al di là della sua convenzionalità (un volto senza bocca è un volto “anormale”) si rovescia nell’impossibilità di Maria di godere appieno del suo corpo. Il corpo della donna è, insomma, un corpo a metà, un corpo tenuto nascosto di volta in volta dal maschio, dalla società, dalla religione. Un corpo che diventa addirittura invisibile: dopo circa un’ora di film, infatti, Maria scompare e di lei resta solo la voce registrata, trasmessa da un giradischi.
L’annullamento del corpo coincide con la confessione della verità e con la riconquista morale e spirituale di un’identità vera. O almeno così verrebbe da pensare… Ma Comencini, sorprendentemente – e, aggiungiamo, con una certa sconsideratezza – non sceglie di ristabilire l’ordine naturale delle cose e, per farsi beffe dell’ipocrisia delle classi sociali medie (rappresentate dal dentista) e alte (il conte papalino), sposando fino in fondo le teorie sulla poligamia e sulla libertà sessuale di Maria, ribalta la finta verità in nuova bugia. Non sorprende che alla fine Maria scelga il più giovane dei suoi amanti, il più immaturo, l’unico a preferire l’istintualità alla razionalità. Concludeva Grazzini: «Se tutte le simpatie vanno a Maria […] è perché nella sua assoluta amoralità essa almeno vagheggia un vivere naturale, un tipo di rapporti umani per cui nessuno debba soffrire».
 
la bugiarda, di luigi comenciniIL DVD
Edizione a dir poco essenziale – oltre che, come vedremo tra poco, non integrale – questa curata dalla 01 Distribution: audio disponibile solo in mono, sottotitoli ed extra assenti. Fortunatamente le cose migliorano per quanto riguarda il video e l’audio: mentre il video, pur restaurato, risente un poco dei segni del tempo, l’audio è invece sorprendentemente ben conservato, pulito e sempre intelligibile.
Concludiamo con una annotazione di tipo filologico: leggiamo sul mensile «Ciak» che in questa edizione DVD il dialogo finale è stato tagliato di 5 minuti. Forse un taglio strategico – comunque molto grave – effettuato per evitare il vietato ai minori di 18 anni del film.
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