Smetto quando voglio, di Sydney Sibilia

 smetto quando voglio
Dai classici come La banda degli onesti di Mastrocinque fino a fenomeni contemporanei come la fortunatissima serie evento Breaking Bad, Smetto quando voglio si conferma sin dai primi fotogrammi un’opera prima sinceramente divertente, capace, con intelligenza, di giocare con le citazioni e una comicità elaborata che molto deve all’esperimento Boris.

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smetto quando voglioNell’esordio dietro la macchina da presa del giovane salernitano Sydney Sibilia c’è un po’ di tutto. Dai classici come La banda degli onesti di Mastrocinque fino a fenomeni contemporanei come la fortunatissima serie evento Breaking Bad, Smetto quando voglio si conferma sin dai primi fotogrammi un’opera prima sinceramente divertente, capace, con intelligenza, di giocare con le citazioni e una comicità elaborata che molto deve all’esperimento Boris (in televisione e al cinema). La trama (che ha scatenato gli entusiasmi della critica più progressista) è presto detta: un gruppo di ricercatori universitari, stanchi di precariato e contratti a progetto, decide di mettersi insieme e spacciare una nuova droga. Le conseguenze di questa discesa nel campo del criminale saranno, ovviamente avranno, surreali ed esilaranti.

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Non date retta a chi dirà che la forza del film risiede nella sua volontà di unire il comico paradossale con l’impegno sociale (il dramma lavorativo della generazione dei trentenni). Pur partendo dall’analisi di una triste realtà, Sibilia e i suoi due co-autori, hanno il coraggio di mettere da parte qualsiasi lettura di denuncia per calcare sul pedale dell’intrattenimento divertente. A differenza di un’opera, quasi gemella, come il dimenticato C’è chi dice no, Smetto quando voglio ama prendersi poco sul serio, rappresentando una banda di assoluti imbecilli alle prese con un gioco molto più grande di loro. Guardando ai propri gusti personali (i tantissimi riferimenti alla serialità americana, qui davvero ben contestualizzati) e al “meglio” della sperimentazione narrativa nostrana (il coinvolgimento dei ragazzi di The Pills e l’affettuosa parodia al Romanzo criminale di Sky), il giovane regista ci prova e realizza un prodotto cosi scanzonato e cinicamente eccitato da essere poco italiano. Questo risultato interessante è permesso anche da un cast d’interpreti, privo di star (eccetto Valeria Solarino e Neri Marcorè, relegati in due ruoli marginali) e sempre convincente. Certo l’entusiasmo che circonda il film sin dall’uscita del suo primo trailer è forse esagerato. La pellicola, anche per la poca esperienza degli autori, paga diversi momenti di flessione (soprattutto nella parte centrale) e qualche incertezza. Negare che Smetto quando voglio sia una ventata d’aria fresca in un panorama cinematografico narrativamente mortifero, sarebbe, però, una menzogna. Sperando che, a differenza di alcuni precedenti (Santa Maradona) questo non sia un ben riuscito caso isolato, ma diventi il primo esempio di un’alternativa comica valida.

Interpreti: Edoardo Leo, Valerio Aprea, Paolo Calabresi, Libero de Rienzo, Valeria Solarino
Origine: Italia, 2013
Distribuzione: 01 Distribution
Durata: 100'

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