STARDUST MEMORIES – Gena Rowlands: una madre, una moglie, una figlia

gena rowlands

Gena Rowlands vive le donne che interpreta, donne spaventate dalla consapevolezza di essere complete di istinti, passioni, ossessioni e fragilità.Donne che dopotutto si concedono la libertà di manifestare la propria frustrazione, evitando l’usuale atto di pudore.

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gena rowlandsIl cinema è una cospirazione. Lo penso sul serio. E sai perché? Perché si è condizionati a partire dalla nostra infanzia. Ci insegnano a bere qualsiasi cosa. Vogliono farci credere ad un ideale, alla virilità, alle brave persone, al romanticismo e, naturalmente, all’amore. Allora ci si crede per forza, si cerca intorno a sé. Ma non si trova. Si trova un lavoro, come noi, e poi si passa un tempo incredibile a mettere apposto l’appartamento e…si impara ad essere femminile, femminile tra virgolette…

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Il 19 giugno, Gena Rowlands ha compiuto 84 anni. Allora, nel 1971 quando il suo compagno di vita John Cassavetes dirigeva Minnie e Moskowitz, lei pronunciava queste parole vivendo la protagonista Minnie Moore. Gena Rowlands vive le donne che interpreta, delle donne spaventate dalla consapevolezza di essere complete di istinti, passioni, ossessioni e fragilità. Delle donne che dopotutto si concedono la libertà di manifestare la propria frustrazione, evitando l’usuale atto di dolore(=pudore) e interrogandosi a proposito delle abitudini sessuali, delle proprie responsabilità e dei diritti come madri, mogli e figlie. E anche amanti, fregate dalla vita e dalle sue convenzioni. Due anni prima recita in Faces interpretando il ruolo della prostituta Jeannie, capitata nel bel mezzo del logorio coniugale fra il severo Richard Forst (John Marley) e sua moglie Maria (Lynn Carlin). È affascinante e melancolica: i primissimi piani mostrano la sua spontaneità priva di ostentazione, amplificata dalla potenza emozionale del cinema. Del cinema in bianco e nero.

Gena e John si sposano nel 1954, unendo i gena rowlandssentimenti alla passione comune: il loro è sodalizio sentimentale e artistico, durato fino al 1989, anno della morte di Cassavetes. Con lui e attraverso di lui Gena Rowlands grida l’istinto di conservazione di genere, nonostante la famiglia, il lavoro, l’abitudine e l’autodistruzione. Muore come figlia nell’abisso silenzioso di una madre estranea in Strangers – Story of a Mother and Doughter di Milton Katselas, e risorge come madre e moglie in A Woman Under the Influence  (Una moglie) dove mostra tutto il suo talento commovente che quasi trascende il reale, lasciandoci scivolare nei panni della protagonista, impregnati di castrazione e senso di colpa. Citano all’unisono Humphrey Bogart e Clark Gable e ritorna l’inciso sulla cospirazione quando ci si rende conto che il fascino dei grandi attori classici conquista e inganna. Nessuno dirà a Minnie di appartenere a se stessa, nessuno le dirà che è libera di scegliere. Ma Gloria sì, Gloria sceglie la libertà. Gloria, la cinica e irresponsabile, Gloria la tenera e arrabbiata non si ferma alla realtà del presente ma acquisisce, attraverso il senso maternità, un nuovo sguardo lungimirante. Un anno prima dalla morte di John Cassavetes, Woody Allen tende la mano creando uno squarcio artistico nella sofferenza di Gena, e cucendo per lei una pellicola dove ogni frame riflette la luce sottile della sua magistrale interpretazione in Un altra donna gena rowlands e john cassavetesNessun disturbo istrionico di personalità (così presente nella sopravvivenza filmica di Mabel in Una moglie) prende il sopravvento, tra i sussurri e le confessioni catturati dalla protagonista Marion Post attraverso un condotto dell’aria, collegato allo studio di psicoanalisi accanto al suo appartamento. Dall’altra parte della parete c’è Hope, una donna completamente allo sbando, incline al suicidio e frenata unicamente dalla nuova vita che scalpita nel suo grembo: il flusso della voce dà vita ad un processo alchemico tra le due donne ed il seme che germoglia nel ventre è “homunculus” generato dall’unione di rassegnazione (Mabel) e riscatto (Hope), in continuo scambio. Gena Rowlands lavora assieme a suo figlio Nick Cassavetes recitando in quattro lungometraggi: nel 1996 in Una donna molto speciale, nel 1997 in She's So Lovely, nel 2004 in Le pagine della nostra vita e di nuovo nel 2012 in Yellow, e si lascia coinvolgere nei lavori di registi come Paul Schrader, Jim Jarmusch e Lasse Hallström. La sera della prima è passata eppure rimane, contornato dai segni del tempo, quel suo sguardo magnetico e così carico di pathos che la rende in grado di generare ancora nuova vita. 

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