The Gambler, di Ignas Jonynas

the gambler
Per non incappare nella retorica del vuoto, il regista lituano decide di utilizzare tutti gli elementi della grammatica filmica per enfatizzare l'azione : lunghe carrellate in mezzo ai boschi, scene al rallentatore all'interno degli asettici corridoi dell'ospedale, soggettive e semisoggettive di pedinamenti e salvataggi in mare, vorticosi avvitamenti della macchina da presa modello Vertigo nel momento in cui Vincentas e Ieva arrivano alla resa dei conti

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Qualcosa si muove nel cinema lituano? Sembrerebbe di si: oltre al noto Sharunas Bartas, diversi altri registi (Raimundas Banionis, Arunas Matelis, Jonas Mekas, Kristina Buozyte e Gytis Luksas) si stanno affacciando al di fuori dei confini del proprio paese con produzioni che ambiscono a una maggiore diffusione internazionale. The Gambler è il primo lungometraggio di Ignas Jonynas (classe 1971, al suo attivo un documentario e due cortometraggi) dopo alcune esperienze in campo teatrale e nel mondo della pubblicità. Intervistato sulle motivazioni che lo hanno portato a dirigere questa opera prima, Jonynas ha sottolineato la necessità di raccontare lo sbandamento morale della Lituania dopo il crollo del Muro e la fine della dominazione sovietica. Entrata nell'Unione Europea nel 2004, la Lituania è passata rapidamente dal collettivismo post stalinista a un cinico capitalismo occidentale. Questo passaggio storico con tutte le sue ambiguità e doppiezze viene ben rappresentato dal protagonista del film, Vincentas, scrupoloso medico del pronto soccorso che però ha una dipendenza patologica dal gioco d'azzardo. Questa ossessione compulsione lo porterà a indebitarsi con malavitosi lituani e a mettere su una agenzia clandestina che arriva a scommettere sulla morte dei pazienti ricoverati nell'aria di emergenza. Su una idea di partenza originale che identifica nella scommessa una confluenza di due diverse tendenze ovvero la necessità razionale di essere un vincente (ed elevarsi dalla propria situazione sociale) ma anche la pulsione irrazionale del rischio di perdere tutto (che porta al circolo vizioso della dipendenza), Ignas Jonynas inserisce molti elementi melodrammatici che appesantiscono la narrazione: l'innamoramento per la collega Ieva, la malattia tumorale del figlio di lei, l'incidente del collega di lavoro. Per non incappare nella retorica del vuoto, il regista lituano decide di utilizzare tutti gli elementi della grammatica filmica per enfatizzare l'azione : lunghe carrellate in mezzo ai boschi, scene al rallentatore all'interno degli asettici corridoi dell'ospedale, soggettive e semisoggettive di pedinamenti e salvataggi in mare, vorticosi avvitamenti della macchina da presa modello Vertigo nel momento in cui Vincentas e Ieva arrivano alla resa dei conti, musica extradiegetica strabordante. Risulta paradossale che i migliori momenti siano quelli meditativi, quelli dell'immagine fissa, della macchina da presa che indugia su un tuffo dal trampolino o sulla folle nuotata di una donna che sembra essere travolta dalle onde.

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Il film tiene comunque bene alla distanza, grazie al buon livello attoriale non solo dei protagonisti ma anche delle figure di contorno (l'affittuaria aguzzina, l'usuraio violento) che rendono credibile questa “self made” Agenzia di Scommesse con annesso sito web “Deadbook”. Si scommette analizzando le cartelle cliniche dei pazienti, le sedi di malattia, gli organi colpiti. Si puntano migliaia di Lita (la moneta lituana) calcolando le possibilità di sopravvivenza in base ai fattori prognostici e all'età dell'ammalato. Tra radiografie ed esami ematochimici, non ci si fa più scrupolo nemmeno se ricoverato c'è un proprio collega. Insomma il grado più basso di abiezione che convive pacificamente all'interno di una società prima repressa e adesso invece libera. Ma è questo il prodotto della New Economy, della economia di mercato in cui ognuno pur di sopravvivere è disposto al compromesso e alla monetizzazione della morte? Ignas Sonynas fa implodere il sistema con un semplice gesto di resistenza e inserisce un flebile raggio di speranza in un mondo che sembra affogare nella propria grettitudine morale. L'acqua della piscina, l'acqua del porto, l'acqua del mare nel finale. La nuotata vista dall'alto ha un misto di disperazione e redenzione, ad ogni bracciata le onde sembrano più grosse e la boa di salvataggio è ancora lontana.

 
“La cosa più antipatica, che saltava agli occhi alla prima occhiata in tutta quella marmaglia di giocatori di roulette, era l'ostentato rispetto per l'occupazione a cui si dedicavano, l'aspetto serio e perfino rispettabile che assumevano tutti coloro che circondavano i tavoli.”
Feodor Dostoevskij Il Giocatore

 

Titolo originale: Losejas
Interpreti: Vytautas Kaniusonis, Oona Mekas, Romuald Lavrynovic, Valerijus Jevsejevas, Lukas Keršys, Jonas Vaitkus, Arturas Šablauskas, Simas Lindesis, Rimas Blockis, Giedre Giedraityte
Origine: Lituania/Lettonia, 2013
Distribuzione: Imagica Original
Durata: 109’
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