Le due vie del destino, di Jonathan Teplintzky

Le due vie del destino è un'operazione riuscita soprattutto quando al centro della narrazione c'è il tormento del passato e il rapporto silenzioso tra gli ex reduci della 'Ferrovia della morte'. Un 'film nel film' dove anche gli attori sembrano più a loro agio ed emergono quelle sollecitazioni emotive cariche di intensa solidarietà umana. La guerra è una zona buia che non andrebbe attraversata mai, ieri come oggi

--------------------------------------------------------------
CORSO COMUNICAZIONE DIGITALE PER IL CINEMA DALL'11 APRILE

--------------------------------------------------------------

La guerra, la prigionia, il ritorno a casa. I fantasmi che tormentano e lacerano l'esistenza. Le due vie del destino – The Railway man di Jonathan Teplitzky (Burning man) potrebbe essere davvero un racconto del nostro presente, dei militari, attiivisti o giornalisti rapiti nei fronti caldi dei conflitti più o meno dimenticati. Storie apparse e scomparse sui media, vite spezzate in alcuni casi o miracolosamente salvate dalle lame dei terroristi. Giovani come lo era Eric Lomax (un convincente Colin Firth) soldato inglese catturato dai Giapponesi alla fine della Seconda guerra mondiale e impiegato come schiavo per costruire la 'Ferrovia della morte' (citata anche nel film Il ponte sul fiume Kwai di David Lean) tra Thailandia e Birmania. Sopravvissuto per miracolo alle angherie e alle torture degli ufficiali giapponesi, Lomax tornerà a casa e cercherà di rifarsi una vita. L'incontro in treno con Fanny (l'impalpabile Nicole Kidman), il matrimonio e la possibilità di trovare finalmente la pace non riescono a placare i fantasmi della guerra. L'immagine del giovane ufficiale giapponese (Hiroyuki Sanada) e la sua metodica tortura devastano la mente di Lomax e non solo la sua. Fino alla decisione di tornare dopo quarant'anni nel campo di concentramento per affrontare definitivamente quel giovane ufficiale.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

 

Alla base del lavoro cinematografico (la sceneggiatura è firmata anche da Frank Cottrell Boyce autore di Codice 46, 24 hour party people e della serie tv Doctor Who), c'è il romanzo autobiografico scritto da Eric Lomax, 'The Railway man', deceduto però nel 2012 prima di vedere la sua vita portata sul grande schermo. Un'operazione che appare riuscita, soprattutto quando al centro della narrazione c'è il tormento del passato e il rapporto silenzioso con i commilitoni che insieme a Lomax erano laggiù nella foresta asiatica. La fotografia della piccola comunità silenziosa e rispettosa delle cicatrici dei reduci, in cui emerge la figura del compagno di prigionia Finley (l'ottimo Stellan Skarsgard) custode dei terribili segreti che devastano le notti di Lomax, è lo spaccato migliore di Le due vie del destino. Un 'film nel film' dove anche gli attori sembrano più a loro agio ed emergono quelle sollecitazioni emotive cariche di intensa solidarietà umana. La guerra è una zona buia che non andrebbe attraversata mai, ieri come oggi. 

 

 

 

Titolo originale: The Railway Man
Regia: Jonathan Teplitzky

Interpreti: Colin Firth, Nicole Kidman, Jeremy Irvine, Stellan Skarsgard, Sam Reid

Origine: Australia, Gran Bretagna, 2013

Durata: 116'

Distribuzione: Koch Media 

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array