The Protector 2, di Prachya Pinkaew

the protector 2

L'atteso ritorno di Tony Jaa si arena in una ripetizione elaborata dei suoi numeri da contorsionista marziale, e il suo corpo contundente non è più in grado da solo di coprire le imperfezioni a grana grossa di un cinema action thai in necessità di svolte radicali.

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the protector 2Tra il primo The Protector (2005) e questo seguito sono passati otto anni, ma potrebbe essere considerata un'intera era geologica: la Thailandia appariva allora un astro nascente del cinema asiatico, mentre Tony Jaa era considerato un eroe nazionale, erede nelle arti marziali di Bruce Lee e Jet Li, grazie al successo internazionale di Ong-Bak – Nato per combattere (2003). Presi dall'entusiasmo, in molti perdonarono al prototipo evidenti magagne, da un intreccio farraginoso ed episodico allo squilibrio della costruzione drammatica, fino alla mancanza di un villain ben costruito e coerente, l'errore più compromettente in questo tipo di prodotti. The Protector 2 pone parzialmente rimedio ad alcune imperfezioni, ma lo fa fuori tempo massimo, senza rendersi conto dei cambiamenti intercorsi nel frattempo: la Thailandia ha perso visibilità sul piano globale, gli stunt spericolati che caratterizzavano i suoi action ormai si sono diffusi anche ad altre latitudini, e soprattutto ormai l'asticella del cinema di arti marziali è stata manomessa dal ciclone indonesiano The Raid (2011).

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rza in the protector 2The Protector 2 è popolato dagli stessi personaggi dell'originale: il custode d'elefanti Kham (Tony Jaa, in forma come sempre), lo scombinato poliziotto Mark (la spalla comica Petchtai Wongkamlao, conosciuto anche in Italia per le due commedie action The Bodyguard) e la solita riverenza per i pachidermi dal barrito facile. I due, di ritorno in Thailandia dalla trasferta australiana del primo episodio, devono affrontare un complotto terroristico per sabotare la conferenza di pace di uno stato vicino (inventato, ma potrebbe trattarsi della Thailandia stessa, vista la situazione politica del paese) appena uscito dalla guerra civile. Nel mezzo non mancano gli immancabili rapimenti di elefanti. La novità non sta peró nella trama, del tutto latitante, se non controproducente, quanto nel cast di comprimari, meglio caratterizzati rispetto al capostipite: dal perfido LC, interpretato da un Rza in odore di svago esotico, dopo il terribile L'uomo con i pugni di ferro (2012), alle combattenti Ping Ping e N.20 (rispettivamente l'eroina di Chocolate Jeeja Yanin e una delle coprotagoniste di Solo Dio perdona, la cantante e starlette Rhatha Phongam), fino all'inarrestabile N.2 (l'ottimo stuntman Marrese Crump).

 

Il parterre garantisce sequenze d'azione elaborate, opera del compianto coreografo Panna Rittikrai, primo mentore di Tony Jaa, morto nel 2014 per un tumore, che nel suo canto del cigno si sbizzarrisce con voli di motociclette, scontri con piedi infuocati o elettrificati e uno showdown soddisfacente in un diroccato interno industriale. Nel complesso però The Protector 2 non offre niente di nuovo rispetto a quanto già mostrato da Jaa in passato, manca di stupire, si accontenta di danze acrobatiche slegate tra loro, lontane anni luce dall'asfissiante compattezza di un The Raid 2 (2014), nuovo indiscutibile metro di paragone. Per questo la nuova fatica di Prachya Pinkaew appare sempre un passo indietro, capace di far sgranare gli occhi per le contorsioni al limite della denuncia dei corpi degli stuntman, ma colpevolmente incapace di emozionare, fosse anche solo con la grazia dei corpi in movimento. Per il bene del cinema d'azione, si spera Tony Jaa torni a ingranare, magari già dalla annunciata scampagnata hongkonghese con SPL 2, in uscita nel 2015.

 

Titolo originale: Tom yum goong 2

Regia: Prachya Pinkaew

Interpreti: Tony Jaa, Rza,  Petchtai Wongkamlao, Jeeja Yanin,  Rhatha Phongam, Marrese Crump

Origine: Thailandia, 2013

Distribuzione: Indie Pictures

Durata: 104’

 

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