LIBRI DI CINEMA – “Akira Toriyama. Il mangaka sorridente”, di Giorgio Mazzola

Akira Toriyama Il mangaka sorridenteLa prima monografia italiana dedicata all'autore di “Dragon Ball”, qui esplorato lungo tutta la sua produzione, per far emergere la sottile (e proficua) contraddizione esistente fra un'opera estremamente divertita nelle sue articolazioni, eppure capace di far fronte a istanze molto sentite e in grado di scavare in profondità nella cultura del suo paese d'origine. Ed. Il Foglio Letterario

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Akira Toriyama Il mangaka sorridenteAkira Toriyama. Il mangaka sorridente

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di Giorgio Mazzola

Il Foglio Letterario, 1a edizione Marzo 2014

pp 270, 16,00 Euro

 

Ormai considerato un autentico mostro sacro del fumetto giapponese, Akira Toriyama sconta un po' l'eccessiva polarizzazione sulle sue due opere più famose, “Dr. Slump e Arale” e “Dragon Ball” (portate anche in animazione con altrettanto successo): l'idea di una monografia che spazi per tutta la sua produzione è dunque benvenuta perché – come spesso accade con la buona saggistica – permette di fare ordine rispetto alle storture dell'editoria e a chiarire meglio il pensiero dell'autore. Nel caso specifico, il libro di Giorgio Mazzola non nasconde l'importanza dei due titoli citati, ma li usa come punto di fuga per una ricognizione a più largo raggio: il suo intento, cioè, è dimostrare come “Arale” e “Dragon Ball” siano effettivamente i titoli che più di ogni altro riassumono le caratteristiche precipue del Toriyama-pensiero, ma come lo stesso poi si estenda naturalmente sul resto della produzione, fatta per lo più di avventure brevi ma non prive d'interesse. Ne viene fuori un lavoro che sfrutta dunque l'idea del dualismo per evidenziare la sottile (e proficua) contraddizione esistente fra un'opera estremamente divertita nelle sue articolazioni, eppure capace di far fronte a istanze molto sentite e in grado di scavare in profondità nella cultura del suo paese d'origine.

 

Il volume è improntato alla più semplice comprensibilità, attraverso una suddivisione molto ordinata degli argomenti, in modo da avvicinare non soltanto gli esperti più esigenti, ma anche e soprattutto il pubblico generalista, facendo onore quindi all'intento analitico e divulgativo riassunto nella già accennata voglia di “fare ordine”. La prima parte è dedicata all'approfondimento critico e ai contenuti: si parte pertanto da una biografia dell'autore, che inquadra la sua vita e la progressione dei suoi lavori, dai primi insuccessi fino alla scoperta e alla fortuna. Sebbene già qui sia possibile tracciare una prima mappa dei nuclei tematici che andranno poi a comporre il suo corpus d'opera, è nel secondo capitolo che Mazzola si sofferma ampiamente sulle caratteristiche tipiche del pensiero di Toriyama, riassunte in pochi e precisi punti, sempre tenendo presente la loro ricaduta sui due capolavori più noti (“Arale” e “Dragon Ball”), ma senza dimenticare il resto della produzione. La prospettiva, insomma, è onnicomprensiva e mirata alla maggiore completezza possibile.

 

Toriyama emerge dunque come un autore animato da un entusiasmo genuino e legato da un profondo rapporto alle sue origini “in provincia” (la sua nascita avviene a Kiyosu, “una tranquilla cittadina di quasi 60mila abitanti nella prefettura di Aichi, nel cuore dell'Honshu”). Proprio il legame con le origini determina profondamente la sua produzione, che nell'esplorazione del rapporto fra i personaggi e i loro luoghi di provenienza arriva a stabilire se tali figure debbano essere incluse nel novero dei “buoni” o dei “cattivi”: i primi infatti risultano legati ad ambienti lontani dal caos cittadino e dunque vicini alla formazione “provinciale” dell'autore, i secondi invece non hanno un'origine ben identificata e possono eventualmente cambiare fazione nel momento in cui recuperano il rapporto con le proprie radici (arrivando così a formare quelle comunità allargate che i lettori o gli spettatori di Dragon Ball ben conoscono). L'apparente semplicità dell'assunto ha invece una ricaduta forte se entrano in gioco i meccanismi sociali tipici del Giappone, che Mazzola illustra attraverso le dinamiche riassunte nella formula “soto/uchi” (dentro/fuori), che rivela la tendenza dei nipponici a organizzarsi per gruppi, anteponendo spesso l'importanza dell'insieme a quella del singolo. Toriyama si staglia in tal modo come figura a un tempo complementare rispetto a un sentire tradizionalmente radicato in Giappone, ma anche refrattaria a una modernità “cittadina” che rende la sua opera satirica e demistificatoria. Non a caso, i suoi universi immaginari sono assolutamente irrealistici e fantastici, eppure riescono a trasmettere una sensibilità e un'idea di mondo precisa, sottolineando l'importanza del background e del setting nella sua opera. E in questi spazi, i protagonisti si muovono esprimendo una pulsione infantile che si fa metafora della purezza e di un sentire individuale che è condiviso dalla complessità del gruppo. Contraddizioni apparenti, dunque, ma che nelle mani dell'autore danno vita a un percorso coerente e sensato, abilmente celato dietro la maschera dell'umorismo demenziale.

 

La seconda parte è invece dedicata allo stile, con un'analisi del disegno e della sua evoluzione nei manga dell'autore. A questa segue la sezione d'appendice dove, oltre a una precisa guida alle edizioni italiane delle opere di Toriyama e a una ricca bibliografia, trovano spazio anche due saggi. Il primo, davvero eccellente, è curato da Davide Tarò e fornisce una disamina impeccabile sul percorso che ha portato Dragon Ball a diventare un successo dell'animazione seriale, anche in rapporto alla complessa storia italiana. Il secondo, curato da Alessandro Del Gaudio, analizza nello specifico la capacità dell'autore di creare degli universi coerenti e definiti.

 

Un saggio dunque completo, forse a tratti eccessivamente preoccupato di anteporre la chiarezza alla sostanza e dunque un po' ridondante in alcune parti che potevano essere snellite, ma in ogni caso raccomandato a chi vuole approfondire l'opera di Akira Toriyama e a chi crede erroneamente che, al di là dei suoi due più grandi successi, non ci sia molto altro da dire sulla sua opera.

 

INDICE

 

PREFAZIONE a cura di Mario A. Rumor

 

INTRODUZIONE

 

PRIMA PARTE – DENTRO

 

CAPITOLO 1. BIOGRAFIA GENERALE. LA VITA ORDINARIA DI UN GENIO STRAORDINARIO

 

1.1 – Primi passi

1.2 – Tentar non nuoce

1.3 – Sempre più su. “Ciriciao gente!”

1.4 – Dragon Ball

1.5 – Nel frattempo…

1.6 – Rallentando (forse) sempre più…

1.7 – E adesso?

 

CAPITOLO 2. CON GLI OCCHI DI UN BAMBINO. IL GIAPPONE CAMUFFATO DA MONDO PARALLELO..

 

2.1 – Figli dei luoghi. I personaggi

2.1.1 – I buoni

2.1.2 – I cattivi

 

2.2 – “Vuoi essere mio amico?”. I rapporti tra i personaggi

2.2.1 – Movimento 1: I conflitti inglobanti

2.2.2 – Movimento 2: le amicizie porta a porta

 

2.3 – Voi siete qui. Ma quale Dragon World!

2.3.1 – Dove ci muoviamo?

2.3.1.1 – Il concetto di gruppo e la dialettica del soto/uchi.

2.3.1.2 – Attributo e struttura

2.3.2 – Alcune considerazioni. Mettiamo un po' in ordine.

2.3.2.1 – Implicazioni al Movimento 1 (i conflitti inglobanti)

2.3.2.2 – Implicazioni al Movimento 2 (le amicizie porta a porta)

2.3.3 – Azioni e reazioni

2.3.3.1 – Sorridere liberamente alla morte. L'allegro coraggio di Goku

2.3.3.2 – Allegre demolizioni. I comici stordimenti provocati da Arale e colleghi

2.3.4 – Lo sguardo infantile

2.3.5 – Pulsioni in libertà

2.3.5.1 – Che fame!

2.3.5.2 – Che sonno!

 

PARTE SECONDA – FUORI

 

CAPITOLO 3. TRA CURVE E SPIGOLI. L'EVOLUZIONE STILISTICA DI AKIRA TORIYAMA

 

3.1 – Gli esordi (1977-1983)

3.2 – A pieno ritmo (1984-1988)

3.3 – L'apice e la decadenza (1989-1995)

3.4 – Gli Ultimi fuochi. Tra revival e minimalismo dal sapor infantile (1996-2013)

 

CONCLUSIONE

 

APPENDICE

 

ONDE FLUTTUANTI IN SFERE. L'ANIMAZIONE DI DRAGON BALL, a cura di Davide Tarò

 

TERRIYAMA. GLI UNIVERSI PARALLELI DI AKIRA TORIYAMA, a cura di Alessandro Del Gaudio

 

RINGRAZIAMENTI

 

AKIRA TORIYAMA NEL BEL PAESE. LE EDIZIONI ITALIANE

 

BIBLIOGRAFIA

 

WEBGRAFIA

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