Amoreodio, di Cristian Scardigno
Amoreodio è un film dissolto: la dilatazione temporale corrisponde a quella del montaggio, a quella narrativa, a quella del tempo reale che scorre eccessivamente cauto per lo spettatore e a quella dei personaggi le cui vite sono un lento procedere nella noia e nella vuotezza. Tutto dura di più, la durata bergsoniana si estende oltre la vita.
Liberamente ispirato ai fatti di Novi Ligure, alla triste vicenda degli allora men che maggiorenni Erika e Omar, Amoreodio racconta l’escalation di dissesto emotivo e inadeguatezza alla socialità che porta una coppia di adolescenti, Katia e Andrea, ad uccidere la madre e il fratellino di lei.
Il regista Cristian Scardingo presenta la vicenda secondo il suo sviluppo temporale, annunciando fin dalla prima sequenza in moto quello che sarà il ritmo dell’intero film, dove tutto è appesantito dall’infelicità ingiustificata dei due protagonisti. Lei è insoddisfatta, inadeguata, arrabbiata, con alle spalle un nido il cui peccato è quello di aver trasformato l’amore e l’affetto in richiesta esigente di rendita scolastica. Lui è un solo che trova in Katia l’unica relazione umana, deviata, eppure in qualche bizzarro modo “sicura”.
Amoreodio è un film dissolto: la dilatazione temporale corrisponde a quella del montaggio, a quella narrativa, a quella del tempo reale che scorre eccessivamente cauto per lo spettatore e a quella dei personaggi le cui vite sono un lento procedere nella noia e nella vuotezza. Tutto dura di più, la durata bergsoniana si estende oltre la vita. Questo incubo può da una parte essere giustificato in quanto concretizzazione dello stato di cose dell’intreccio, dall'altra finisce per essere eccessivo e nel contempo morbosamente rassicurante. Tra i meriti di Scardigno c’è quello di riuscire a trasformare l’assuefazione – forse involontaria e non del tutto positiva – dell’occhio in uno strano tipo di calore che riesce a scaldare lo spettatore.
I giovani interpreti Francesca Ferrazzo e Michele Degirolamo vengono rimpiccioliti da una sceneggiatura che li cala in un’età ormai evidentemente distante eppure, nonostante la sospensione del giudizio a cui questa situazione costringe chi guarda, i due giovani attori riescono progressivamente ad entrare nelle vesti dei loro personaggi fino ad un’interpretazione che nel finale può dirsi riuscita.
Un’opera prima ancora immatura ma forte, carica di scelte non sempre convincenti ma precise e per questo apprezzabili.
Regia: Cristian Scardigno
Interpreti: Francesca Ferrazzo, Michele Digirolamo, Chiara Petruzzelli, Raffaele Buranelli
Origine: Italia, 2014
Durata: 100'
Distribuzione: Underdog Film