Tutto molto bello, di Paolo Ruffini

La scuola sembra essere quella puramente 'vanziniana' con dichiarati riferimenti ad alcune commedie statunitensi. Il film vive di flash disordinati, di intuizioni non assemblate. C'è soprattutto da aggiustare il tiro su qualche dialogo, ma comunque si rintraccia una deformazione e una cattiveria degna di Ceccherini regista. Non è tutto molto bello, ma delle cose piuttosto belle ci stanno.

--------------------------------------------------------------
CORSO COMUNICAZIONE DIGITALE PER IL CINEMA DALL'11 APRILE

--------------------------------------------------------------

Non è tutto molto bello, ma delle cose piuttosto belle ci stanno. Dopo il successo al box office del suo primo film dietro la macchina da presa, Fuga di cervelli, Paolo Ruffini sembra scegliere stavolta una chiave più intimista e al tempo stesso visionaria.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

Tre uomini soli perduti nella notte. E i loro destini finiscono per incorciarsi. Giuseppe (Paolo Ruffini), che ha sempre messo il senso del dovere davanti a tutto e che è un integerrimo impiegato dell'Agenzia delle Entrate sta per avere un figlio dalla moglie Anna (Chiara Francini). Antonio (Frank Matano) invece sembra arrivato da un altro pianeta. Socievole e generoso, ha fin troppa fiducia nel prossimo. Infine Eros (Gianluca Fubelli/Scintilla) è un cantante quarantenne fallito che ha il vizio di denudarsi durante i concerti che è ancora innamorato della sua ex.

La scuola per Ruffini sembra essere quella puramente 'vanziniana' con dichiarati riferimenti ad alcune commedie statunitensi. Se in Fuga di cervelli Ruffini guardava ad Animal House ed American Pie, in Tutto molto bello invece entrano in gioco Parto col folle e, dichiaratamente, Un biglietto in due.

Vive di flash disordinati Tutto molto bello, di intuizioni non assemblate. Il viaggio di notte, l'inseguimento, alcuni personaggi che sembrano arrivare dal nulla sono come tutti i bozzetti di caratteri che non hanno preso pienamente forma. E questo forse non deve essere un limite. Anzi, per certi aspetti, la strada intrapresa dal film di Ruffini (togliendo forse il finale) sembra andare in direzione di quella di Ceccherini regista, anche con quella giusta dose di cattiveria nei confronti dei tre protagonisti che sembrano abbandonati a se stessi e forse non avranno mai possibilità di riscatto. In questo senso la scena della festa, con quello strano balletto di colori e maschere, potrebbe avere in sé quello spirito deformante di Faccia da Picasso, pur non abbandonando mai quella malinconia sottile del cinema dei Vanzina.

Certo, sono più frammenti sparsi che tutto il film da solo non sostiene. Alcuni colgono nel segno come l'incontro con Pupo (qui alla sua prima esperienza al cinema) al tavolo da gioco, mentre altri come le ossessioni vendicative del nuovo compagno della ex di Eros o Paolo Calabresi, nei panni del padre di Anna che ripete "Te sfonno", restano a livello di macchietta. E forse Ruffini dovrebbe aggiustare il tiro su qualche dialogo. "Errare humanum est, perseverare ovest" è l'esempio di una battuta che di rischia attenuare quello spirito ingenuo e irriverente che, d'accordo, va sempre per flash ma che quando si manifesta (come nella scena in cui Giuseppe e Antonio camminano sulla spiaggia), sono dei candidi tuoni.

 

Regia: Paolo Ruffini

Interpreti: Paolo Ruffini, Frank Matano, Gianluca Fubelli (Scintilla), Nina Senicar, Chiara Francini, Pupo, Paolo Calabresi

Distribuzione: Medusa

Durata: 90'

Origine: Italia 2014

 

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative