C'è forse un tentativo di ricerca della commedia degli anni '50. Rimodernata, con slanci musical, animazione, comunicazioni istantanee. Ma nel guardare al presente la commedia italiana sembra voler tornare indietro. In questo caso agli anni '50, quasi alle atmosfere dei Pane, amore e fantasia. E gelosia. E non è solo la presenza di Christian De Sica che richiama istintivamente alla mente il personaggio del maresciallo Carotenuto interpretato dal padre Vittorio. Come aveva già fatto, in maniera più diretta, nei due folgoranti 'vanziniani' A spasso nel tempo. E' soprattutto l'utilizzo di uno spazio come teatro della scena. Sospeso tra la scuola e la piazza. La stessa che era davanti all'ufficio postale di Benvenuti al Sud.

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Non è un caso che La scuola più bella del mondo possa essere infatti visto come un'altra variazione dei due precedenti successi di Miniero, Benvenuti al Sud, appunto, e Benvenuti al Nord. Si sarebbe potuto intitolare anche Benvenuti al Centro, sarebbe cambiato poco.

In una scuola media modello in Toscana, il puntiglioso preside Filippo Brogi (Christian De Sica) vuole aggiudicarsi la Coppa per la Scuola dell'anno e allora decide di organizzare un gemellaggio con gli studenti di Accra, in Ghana. Ma per un errore arrivano invece gli scatenati studenti di Acerra, accompagnati dal professore Gerardo Gergale (Rocco Papaleo) e dalla sua collega Wanda Pacini (Angela Finocchiaro).

Il gioco degli equivoci parte quindi per un errore tecnologico. E da via a una commedia giocata sui contrasti, facile e sicura. Lo scontro iniziale, poi la nostalgia. Qualche battuta va a segno. Il preside ospita il professore a casa sua e lo mette nella stanza col suo enorme cane. "Ti dispiace dormire con lui?" chiede De Sica. Papaleo sta per rispondere ma gli viene ribattuto: "No, chiedevo al cane".

Lo schema è quindi collaudato, la volgarità evitata anche se La scuola più bella del mondo paradossalmente avrebbe avuto bisogno di essere più "sporco". Al massimo si può arrivare, parlando de I promessi sposi, a uno scambio del tipo: "Con chi si sposa Renzo?". "Con quella cozza della Monaca di Monza". Ma questa sua presunta leggerezza qui fa rima con inconsistenza. Solo lo spettacolo sulle note di Curre curre guagliò dei 99 Posse movimenta per un po' un film che vive invece di una calma che appiattisce anche momenti che potevano avere altro impatto, come quello delle barchette sull'acqua.

Al De Sica composto si preferisce quello dei cinepanettoni. E forse sono al confronto Rocco Papaleo e Nicola Rignanese nei panni del bidello Soreda i personaggi più destabilizzanti. Però controllati, guardati a vista scolasticamente (in un film sulla scuola…). Tutto torna. Come le immagini in controluce, che guardano forse a John Ford, forse a Malick, forse a uno spot di una banca o di un'assicurazione sulla vita. E nella rappresentazione della scuola di Acerra, Papaleo non è che una variazione del Paolo Villaggio di Io speriamo che me la cavo. Non ci sono grandi novità. Sono solo passati 22 anni.

Regia: Luca Miniero

Interpreti: Christian De Sica, Rocco Papaleo, Miriam Leone, Angela Finocchiaro, Nicola Rignanese, Lello Arena

Distribuzione: Universal

Durata: 98'

Origine: Italia 2014

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