My Old Lady, di Israel Horovitz


Dopo un inizio brillante, che sembra il classico preludio a una commedia grottesca, il film scivola lentamente nel dramma familiare sfiorando l’eccesso ma senza risultare patetico. Il ritmo lascia il posto a una straziante carneficina che, seppur distante dallo straordinario delirio pola?skiano, si regge su una solida e convincente interpretazione degli attori, prima fra tutte quella di Maggie Smith

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Mathias (Kevin Kline) è un newyorkese al verde e senza ambizioni che va a Parigi per vendere la proprietà lasciatagli in eredità dal padre. Quando arriva, però, trova un ospite inatteso: una signora novantenne (Maggie Smith) che, secondo regolare contratto, abita lì con la figlia Chloé (Kristin Scott Thomas). La donna gli spiega che si tratta di un prestito vitalizio e che quindi Mathias dovrà attendere la sua morte per entrare in possesso dell’appartamento. E nel frattempo è anche costretto a versare una quota mensile all’anziana inquilina.

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Adattamento dell’omonima pièce del 2002, My Old Lady segna il debutto alla regia di Israel Horovitz, celebre drammaturgo e sceneggiatore di film come Fragole e sangue e Sunshine. La natura teatrale dell’opera cinematografica si rivela immediatamente nella scelta dell’ambientazione – la maggior parte della storia si svolge all’interno della casa – e di un’architettura narrativa costruita sui dialoghi. Tuttavia l’uso di spazi esterni (i viali lungo la Senna e le deserte strade di quartiere), oltre a dare respiro all’azione, amplifica quell’atmosfera di solitaria malinconia che avvolge i personaggi. Mathias e Chloé sono infatti due numeri primi, vivono cioè il proprio dolore in modo silenzioso cercando di dimenticare il passato e divorando briciole di presente (lei frequenta un uomo sposato e con figli, lui trova rifugio nell’alcol). Il loro incontro-scontro diventa allora l’occasione per far emergere i segreti legati a un’infanzia difficile, a genitori assenti, ad amori negati e a suicidi devastanti.

Dopo un inizio brillante, che sembra il classico preludio a una commedia grottesca, My Old Lady scivola lentamente nel dramma familiare sfiorando l’eccesso ma senza risultare patetico. Il ritmo lascia il posto a una straziante carneficina che, seppur distante dallo straordinario delirio pola?skiano, si regge su una solida e convincente interpretazione degli attori, prima fra tutte quella di Maggie Smith. Con la sobria eleganza e lo humour tipicamente inglese che da sempre la contraddistinguono, crea un personaggio dalla moralità discutibile dimostrando un’umanità non priva di colpe o difetti: è lei l’origine della discordia, prima legale e poi emotiva, il centro attorno al quale gravitano rancori e parole non dette. Allo stesso modo Kline riesce con naturalezza ad alternare registri diversi entrando in piena sintonia con la controparte femminile, una Scott Thomas isterica che alla fine cederà al suo lato più romantico. L’interazione tra loro tre e la mescolanza di toni sono i punti di forza di un film che non indugia su facili sentimentalismi aprendosi a temi profondi e complessi.

Titolo originale: Id.
Regia: Israel Horovitz
Interpreti: Kevin Kline, Kristin Scott Thomas, Maggie Smith, Stéphane Freiss, Dominique Pinon
Origine: Regno Unito, Stati Uniti, Francia, 2014
Distribuzione: Eagle Pictures
Durata: 106’

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