Matisse, di Phil Grabsky

Matisse, di Phil Grabsky

Un ritaglio d'arte incollato in un tempo, quello filmico, qui meravigliosamente orchestrato. È guardare tutta una vita con gli occhi del bambino, un zig zag di colori dipinto tra le sale della Tate Modern di Londra. Non è un gioco, non è finzione, è Henri Matisse. Solo oggi in sala

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Matisse, di Phil GrabskySemplici sagome colorate. Sinfonie di forme quasi astratte che si espandono in uno spazio non precisato. Si potrebbe andare avanti all'infinito, si potrebbe elencare tutto ciò che ha fatto ed è stato Henri Matisse senza alla fine sapere nulla di lui. Tutto e niente, essenza di un'arte capace con pochi segni di toccare le corde più profonde dell’animo umano. Dopo l’eccezionale successo di Hermitage e Musei Vaticani 3D, arriva sul grande schermo anche l’acclamata mostra dedicata agli ultimi anni di Henri Matisse.

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Costretto da un cancro all’intestino e da un delicato intervento chirurgico ad utilizzare la sedia a rotelle, rinunciando alla pittura, Matisse cominciò negli ultimi dieci anni della sua vita a dedicarsi ai “dipinti con le forbici”, un mondo intimo di sintesi tra colori e linee. A nutrire l'immaginario dell'artista è soprattutto la gioiosa vitalità della natura che lo circonda, un riflesso di luce magneticamente affascinante in contrasto con l'oscurità interiore di un uomo del profondo nord francese. Matisse, nel suo studio, ricrea e si crea un piccolo mondo di carta. Lo taglia, lo strappa, lo deforma a cuore aperto senza aver mai paura del giudizio. È come se negli ultimi anni della sua vita, l'ispirazione fosse tornata a tormentarlo (per fortuna), con una sincerità e un coraggio di mettersi in gioco che non può che suscitare ammirazione. Sei anni dopo la diagnosi di cancro infatti, l'artista pubblicò Jazz, un libro in edizione limitata contenente stampe dei suoi collage. Il libro e il suo titolo mostravano come, anche se si stava avvicinando alla fine della sua vita, Matisse fosse un uomo sempre al passo con i tempi, tanto da paragonare i ritmi dell’improvvisazione del jazz al proprio modo di lavorare ai ritagli. Ma c’è dell’altro, perché il tour cinematografico propone anche preziose interviste ad esperti, come il direttore della Tate, Nicholas Serota, e il direttore del MoMA di New York, Glenn Lowry, o spettacoli di danza ispirati proprio ai suoi ritagli. Per questo il coreografo di fama mondiale Will Tuckett ha creato, assieme alla prima ballerina del Royal Ballet di Londra, Zenaida Yanowsky, una “risposta” alla famosa opera di Matisse del 1937 La danza: si tratta di un pezzo di danza che riflette i colori, il dinamismo e la libertà dei ritagli.

Ritmo, vita, colore. Quest'ultimo soprattutto, forse ancor più del disegno, è una liberazione. Un togliersi di scena divenendo sfondo. Ma cos'è lo sfondo senza un soggetto? E viceversa, può un soggetto non avere uno sfondo?. Matisse è sfondo e soggetto, tutto e niente, liberazione tra il sentimento che ha della vita e il modo in cui lo traduce. È un ritaglio del XX secolo, di quelli da attaccare e non voltare mai.

 


Titolo originale: id.

Regia: Phil Grabsky

Distribuzione: Nexo Digital

Durata: 90'

Origine: Gb, 2014

 

 

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