Ambo, di Pierluigi Di Lallo

Ambo

La favola moderna, seppur presentata con delicatezza e scevra di roboanti montature, non riesce nell’auspicabile coinvolgimento emotivo. Ma alla fine il sentimento viscerale che normalmente lega figli e genitori restituisce una ricchezza immensa, capace di trasformare, in un goliardico gioco di riferimenti, un Ambo in una cospicua vincita alla lotteria della vita.

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Ambo, di Pierluigi Di LalloPierluigi Di Lallo ci racconta una piccola storia familiare con il suo primo film da regista, Ambo, narrata dalla voce di Marzio (Marzio Falcione), cinque anni, che ci introduce nel piccolo paesino abruzzese di Atessa dove vive assieme alla mamma Veronica (Serena Autieri) e al papà Giulio (Adriano Giannini). Un incipit da “C’era una volta” si trasforma presto in una storia di rabbia e conflitti, quando questi genitori quasi perfetti decidono di avere un altro bambino: dopo vari tentativi di concepimento falliti, Giulio scopre di essere sterile e comincia a dubitare della sua paternità biologica, sentendosi tradito da una moglie che ora considera un’estranea. Nella forsennata, a tratti patetica, ricerca di un passato torbido di Veronica, Giulio preferisce il silenzio al confronto, assumendo uno sguardo unidirezionale come fosse uno dei cavalli di cui si prende cura come “dottore degli animali”, a cui si fanno indossare i paraocchi.

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Ed è proprio questa insistenza sull’orgoglio ferito del pater familias, nonostante le brevi incursioni comiche di Maurizio Mattioli e Riccardo Graziosi, che rende lo svolgersi della trama alquanto trito e prevedibile, nelle scene confezionate da serie televisiva. Mancano delle necessarie sfumature d’introspezione nella messa in scena del regista che solo accenna al delicato equilibrio familiare, naufrago tra aspirazioni e frustrazione, magistralmente raccontato nel suo svelarsi da Hirokazu Kore-eda in Father and Son, tentando una resolutio comica che però non decolla. La favola moderna, seppur presentata con delicatezza e scevra di roboanti montature, non riesce nell’auspicabile coinvolgimento emotivo. È ammalata di una fame bulimica d’amore, senza che quest’ultimo diventi genuino nutrimento ma solo avanzo di companatico. Nel “Vissero tutti lapalissianamente felici e contenti” c’è però una nota assai gradita: nello spazio mentale del genitore la biologia c’entra poco. Il sentimento viscerale e sano che normalmente lega figli e genitori restituisce una ricchezza immensa, capace di trasformare, in un goliardico gioco di riferimenti, un Ambo in una cospicua vincita alla lotteria della vita.

 

 


Regia: Pierluigi Di Lallo

Interpreti: Serena Autieri, Adriano Giannini, Maurizio Mattioli, Sara Putignano, Riccardo Graziosi

Distribuzione: Microcinema

Durata: 86’

Origine: Italia, 2014

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